E’ disponibile sul sito di Mediaset la registrazione integrale [guarda] dello speciale di Matrix andato in onda su Canale 5 il 10 febbraio. La puntata, che comprende anche la versione integrale del docufilm di Canal Plus e il successivo approfondimento condotto in studio da Luca Telese, tornerà in onda anche domenica 14 febbraio alle 21.30 su Tgcom24 (canale 51 del digitale terrestre).
= Come valuta i fatti il Giudice Rosario PRIORE riassumendo la deposizione dell’ex caporale Di Benedetto che descrive il luogo di rinvenimento del Caccia caduto in Calabria:
… … “Sul posto non c’era nessuno, né altri militari né curiosi. La località era in una gola con fondo pianeggiante, che fu possibile raggiungere a piedi dopo aver lasciato i mezzi a circa un Km di distanza. Rimasero due giorni e due notti.” (… … … …) “il velivolo era a mezza altezza della gola; era un monoposto, di piccole dimensioni, con cupolino. Appariva integro, cioè non spaccato in due parti, di colore bianco azzurro sul chiaro; aveva un’insegna sulla parte destra della carlinga, che sembrò al teste una stella o un simbolo similare. I soldati si fermarono in un primo momento sul fondo della gola, mentre gli ufficiali si inerpicarono sul costone in direzione dell’aereo. In un secondo momento, quando gli ufficiali fecero ritorno sul fondo della gola, i militari furono disposti in più punti. Al teste fu assegnata una posizione nella parte superiore da cui poteva vedere l’aereo nella gola ad una cinquantina di metri. Da quel punto riuscì a vedere il pilota,che appariva seduto al posto di guida accasciato sui comandi, sembrava un fantoccio”… …
Sig. Saraceno,
quel che sostiene è inconcepibile. Poniamo che Lei abbia ragione e che in territorio di Castelsilano siano caduti non uno ma due aerei in siti così stranamente vicini. Resterebbe sempre in piedi, in tal caso, la circostanza della sparizione del secondo aereo che, per forza di cose, dovrebbe essere quello da me avvistato in caduta e poi piantonato dal Di Benedetto, con coccarda a forma di stella. In tale ipotesi, tuttavia, lo scenario non subirebbe grandi mutamenti, dovendosi convenire che i nostri servizi abbiano dovuto recuperare un aereo per nascondere qualcosa di inconfessabile che non può essere ricondotto al tentativo di uccidere Gheddafi.
grazie Teresa, finalmente si comincia ragionare come piace a me.
confrontiamo la descrizione del luogo fatta da di benedetto e quella del luogo dove è caduto il mig23 (non sono mie opinioni, ho solo messo in ordine la documentazione ufficiale che potete agevolmente leggere anche voi, come ha fatto teresa, perche non è troppo lunga):
1.Il pilota era un bianco (il pilota del Mig era di carnagione olivastra).
2. L’aereo puntava a sud (il Mig puntava a nord)
3. l’aereo era intero (il Mig era spezzato un tre parti, completamente distrutto)
4. l’aereo aveva sulla fusoliera un simbolo come una stella (il Mig aveva come insegna un rettangolo verde)
5. l’aereo era bianco-azzurro chiaro (il Mig era di colore mimetico)
6. il pilota era seduto, accasciato, al posto di guida (il pilota del Mig era fuori dall’abitacolo ed in una posizione innaturale)
7. il pilota non aveva tracce di sangue (il corpo del pilota del Mig era distrutto)
8. il pilota appariva come morto di recente ( il corpo del pilota del Mig era in uno stato cosi avanzato di decomposizione che l’ufficiale medico ne ordina l’immediata sepoltura)
9. l’aereo appare come se fosse atterrato di pancia (il Mig ha sicuramente colpito la montagna di punta, con il muso. L’abitacolo del Mig era distrutto)
10. il luogo è una gola con fondo pianeggiante (il Mig è caduto in una stretta gola, con una fiume secco ed una pietraia sul fondo)
Aggiungo questi due estratti dalla stampa che mi sembrano interessanti per le discussioni successive:
(L’Espresso, 25-11-1990): […]L’aereo, poi, non era distrutto. Sembrava quasi intatto. Come se fosse atterrato sulla pancia.
(La Repubblica 2-11-1990): “[…]il camion è rimasto su una radura a 100-150 metri dal luogo in cui l’aereo era caduto. A tre quarti di strada, particolare finora inedito, venne trovato un paracadute aperto. L’ aereo appariva intatto. Le ali erano intere. Era aperto dall’ alto. Dentro c’era il pilota, un bianco. Stava seduto, accovacciato, come se dormisse. Era morto di recente e non presentava tracce di sangue.”
SG
Sig. Saraceno, ora è rinsavito. Ma allora non è vero che aveva letto decine di volte l’ordinanza sentenza di Priore! Non se la prenda, ora dobbiamo sperare che recuperino finalmente la ragione anche i registi di film e finti documentari che ci hanno raccontato frottole fino ad oggi, prendendosi gioco anche dei parenti delle vittime. Saluti. Enrico B rogneri
Un particolare della testimonianza del Di Benedetto è molto interessante. Di Benedetto dice che il pilota si trovava nell’abitacolo ma dice anche che a cento metri dall’aereo si trovava un paracadute semiaperto. Ciò è apparentemente illogico, o il pilota si è eiettato ed è fuori dall’abitacolo e quindi anche il paracadute è fuori, oppure, se il pilota si trova nell’abitacolo allora il paracadute dovrebbe trovarsi addosso al pilota stesso, non fuori.
Scartata l’ipotesi che possano essere caduti due aerei nello stesso momento e nello stesso identico luogo, c’è una sola spiegazione logica a questa apparente discordanza:
l’aereo non era un monoposto ma un biposto, il secondo pilota si è eiettato, mentre il primo pilota non si è eiettato ed è deceduto rimanendo nell’abitacolo. Il paracadute visto da Di Benedetto è quello del secondo pilota.
Il che conferma, essendo il Mig23 caduto a Castelsilano un aereo monoposto, che l’aereo descritto da Di Benedetto NON era il Mig23.
Il fatto che il Di Benedetto dica “l’aereo era monoposto” è un errore comprensibile dato che ha visto un solo corpo a bordo ed un solo seggiolino.
Dunque l’aereo descritto dal Caporale di Benedetto NON è il MIG23 rinvenuto il giorno 18 luglio 1980 a Castelsilano.
Si è sempre cercato di far passare la testimonianza di Di Benedetto come non veritiera, opera di un mitomane o di un visionario o peggio un depistatore.
Purtroppo per questi denigratori, evidentemente interessati , la testimonianza di Di Benedetto concorda perfettamente con la testimonianza raccolta da Vogrig Fabiano.
Vogrig Fabiano (tecnico elicotterista privato incaricato di preventivare la rimozione dei rottami del mig23) : “[il Vogrig] incontra un pastore abitante in una casupola nei pressi – ma nessuna PG lo ha mai individuato, nè prima nè dopo – che dà una nuova versione della caduta. Il fatto sarebbe avvenuto tra il 28 e il 29 giugno. L’aereo precipitando avrebbe dapprima toccato il terreno con la parte inferiore della coda e poi avrebbe percorso “scivolando sul terreno” alcune centinaia di metri prima di arrestarsi. Il pilota sarebbe stato sbalzato fuori dell’abitacolo al momento del primo urto, e quindi si sarebbe dovuto trovare a diverse centinaia di metri dal relitto”.
Se si interpreta la testimonianza come se il pastore avesse assistito (da distante) all’eiezione del solo secondo pilota allora questa testimonianza coincide perfettamente con la descrizione fatta da Di Benedetto (“come se fosse atterrato sulla pancia”, “aperto di sopra”, “un solo pilota”, “paracadute aperto” ).
entrambi parlano di un aereo atterrato di pancia e che ha strisciato sul terreno, il contadino parla (con parole sue) di una eiezione, di benedetto descrive un aereo che ha subito un’eiezione.
Di Benedetto e il pastore non si conoscono (nessuno conosce l’identità del pastore) e quindi non possono aver concordato la testimonianza. La testimonianza del pastore e la testimonianza di Di Benedetto coincidono e si confermano a vicenda.
Di Benedetto descrive l’aereo come di colore bianco-azzurro. Indirettamente ci dice che l’aereo era un biposto. Le testimonianze dell’inseguimento sulla sila sono concordi nel descrivere i due aerei inseguitori come piu grandi del primo, biposto, piu chiari, con due motori, due derive, due prese d’aria rettangolari, descrizione coincidente solo con un F14.
Nella descrizione di debenedetto sembra cogliere un’altra contradizione. Ad un certo punto dice “aveva il cupolino” ma nelle parole riportate dalla repubblica dice “era aperto dall’alto”.
Ma se guardiamo le foto di un F14 che ha effettuato una eiezione dei piloti si vede che la parte frontale del cupolino rimane solidale, la parte superiore viene sparata via prima della eiezione dei piloti. Quindi, in effetti, dopo una eiezione dei piloti un F14 rimane con “il cupolino” e “aperto di sopra”
La conclusione è semplice.
L’aereo caduto il giorno 27 sulla Sila, e descritto da Di Benedetto, non era il Mig23 caduto a Castelsilano , era invece uno dei due F14 visti mentre inseguivano il Mig23.
Il pilota di questo F14 è deceduto.
Ma dove è caduto l’F14? Risposta: nel raggio di un chilometro o poco più dal punto di caduta del Mig23. Ce lo dicono tre fatti.
Primo. La testimonianza del Caporale Di Benedetto. Questi in un’intervista ( l’Espresso 25-11-1990) dichiara: “i miei superiori non erano in grado di leggere la mappa e quindi, essendo geometra li aiutai, il punto della caduta dell’aereo era indicato da un cerchio segnato sulla mappa in prossimità di Castelsilano”.
Secondo. Quando Vogrig Fabiano incontra il contadino testimone della caduta dell’F14 e chiede della caduta “dell’aereo” questi si trovano sicuramente nelle immediate vicinanze della caduta del Mig23 (Vogrig era li per quello) ma il contadino equivoca e risponde descrivendo la caduta dell’altro aereo (l’F14). Quindi i due aerei sono caduti molto, molto vicini fra loro.
Terzo. la testimonianza delle persone della zona che hanno sentito il botto la sera del 27-6-1980.
Conclusione. I due aerei sono caduti a breve distanza fra loro, necessariamente in due valli diverse, una con il fondo pianeggiante, l’altra un canyon con pareti verticali, ma sempre nello stesso paese di Castelsilano. Dove è caduto il Mig23 lo sappiamo, è descritto nei documenti ufficiali, mentre l’unica valle nei pressi di Castelsilano che potrebbe coincidere con la descrizione di Di Benedetto è quella immediatamente a nord di quella del Mig 23, un chilometro scarso di distanza. Le due valli si raggiungono tramite due strade diverse ma che partono entrambe dal paese di Castelsilano.
Quindi la sera del 27-6-1980 dopo un combattimento aereo tra un Mig23 e due F14, uno di questi F14 cade nei pressi di Castelsilano e il pilota muore. Il Mig23 non puo essere caduto durante quello stesso combattimento, a causa di un documento trovato addosso al pilota. Sicuramente il Mig23 non è caduto il giorno del ritrovamento ufficiale, il 18 luglio, e di questo è perfettamente convinto anche il giudice Priore.
Ma allora QUANDO è caduto il Mig23?
Giuseppe Saraceno
Quando è caduto il Mig 23? Se lo faccia dire da Vogrig Fabiano. Gli chieda pure se ha mai visto qualche malintenzionato aggirarsi con fare sospetto nei pressi di un F14 con stampigliata una coccarda a forma di stella.
Cavoli… siamo arrivati a 1 Mirage o Kfir, 2 Mig23, 1 Aereo bianco, 1 F-14, ben 4 piloti … ma c’era una folla a Castelsilano … la sera del 27 giugno 1980….
Chissa come se la ride Tricarico…
Non esageriamo! Magari è solo il primo caso in Italia di puntura della zanzara portatrice del virus zika.
Sull’ultimo quesito posto da Giuseppe Saraceno: “Ma allora QUANDO è caduto il Mig 23?”
Intanto, complimenti dovuti per la Sua dimostrata scienza della deduzione.
POSTULATO – CONGETTURA: Con la nostra consueta semplicità una premessa: non possiamo non tener conto della realtà Geopolitica del 1980, quando il tanto bistrattato elettorato italiano era (e lo è tutt’ora) nel Mediterraneo l’ago della bilancia fra le due Grandi Potenze Russo-Americana. Se Francia e USA, paesi occidentali, avessero fatto del male, proprio nei cieli italiani, all’allora leader libico Gheddafi, il suddetto nostro elettorato glielo avrebbe fatto scontare con un probabilistico voto sfavorevole e non sarebbe stata cosa di poco conto.
A questo punto diciamola tutta: se sono state attribuite a chi di competenza le facoltà eccezionali di far sparire il Caccia, segnalato dall’ex caporale Di Benedetto, caduto in Calabria e rinvenuto col pilota deceduto ancora al suo posto di guida, di converso dovremmo considerare possibile, per quelle stesse facoltà ora dette, che il Mig 23 libico ufficialmente caduto a Castelsilano il 18 luglio sia stato invece deliberatamente ostentato, seppure con le sue evidenti stranezze.
E sempre per quelle stesse facoltà di cui sopra, dobbiamo dire correttamente che avrebbero potuto far sparire pure il Mig 23 libico, chi se ne sarebbe potuto accorgere se, fino a prova contraria, prima di quel 18 luglio non ci fu alcuna notizia di rinvenimento o segnalazione di avvistamento?
Aiuto! L’infezione si diffonde.
State facendo un minestrone, vi concentrate su una testimonianza, che per quanto in buona fede ha sempre dei limiti personali e non considerate più il quadro generale con tutti i dati e le testimonianze che descrivono bene un inseguimento tra 3 velivoli, cominciato nel punto Condor , transitato sulla spiaggia di Paola/Falconara Albanese, Monte Scuro, lo stadio di Cosenza, per terminare alle 21,30 del 27 Giugno nel crepaccio di Timpa delle Magare…
Vi consiglio di ripassare l’Inchiesta Priore al capitolo Titolo II – il MiG di CastelSilano.
Che senso ha generare tutta questa spazzatura mediatica quando abbiamo un ‘Inchiesta fatta da dei professionisti?
A chi pensate di fare un favore, con tutta questa confusione?
Alle Vittime di Ustica, a Giovanardi o al Generale Tricarico?