“Farò il mio massimo”. Lo ha promesso ieri Martin Schulz, prossimo presidente del Parlamento europeo, ai familiari delle vittime della strage di Ustica volati a Bruxelles per cercare di smuovere le acque e sollecitare un interessamento delle istituzioni europee su una vicenda che risale a più di 31 anni fa ma che ancora non è giunta ad una verità. Il capogruppo dei socialisti e democratici, che ha incontrato la delegazione guidata da Daria Bonfietti ieri pomeriggio nel suo studio, si è mostrato molto preparato sulla vicenda di Ustica, dimostrando di conoscerla a fondo. Ha ascoltato parlare Bonfietti e gli eurodeputati Salvatore Caronna, Sergio Cofferati e David Sassoli in italiano, poi ha risposto loro in francese. Ha chiesto cosa potesse fare “concretamente” nel suo prossimo mandato da presidente del Parlamento europeo, ha promesso che cercherà di capire quali informazioni ci sono in Germania su questa vicenda e di farsi avanti per cercare i contatti giusti. Scettico sulla possibilità di aprire una commissione d’inchiesta europea (“ci vogliono violazioni delle normative comunitarie”), interessato all’idea di un lavoro della commissione petizioni che interpelli i governi refrattari a rispondere alle rogatorie, l’eurodeputato tedesco, nonché presidente in pectore del Parlamento europeo, ha proposto anche un’ulteriore strada, su cui intende muoversi. La carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, ha spiegato Schulz, tutela anche il diritto all’accesso ai documenti e alle informazioni. Su questo principio, secondo Schulz, si potrebbe fare leva, dandone una lettura di “diritto alla verità”, soprattutto per i parenti più vicini alle vittime, a cui la verità (ma anche l’accesso ai documenti) sono stati negati per così tanti anni. “Datemi un po’ di tempo per riflettere su questa strada” ha detto Schulz, promettendo che farà “il massimo” a Bonfietti e agli eurodeputati italiani, che hanno portato la vicenda di Ustica a Bruxelles nel tentativo di ottenere finalmente risposte dai paesi che fino a oggi hanno pressoché lasciato cadere nel vuoto le rogatorie dei magistrati italiani senza risposta (Francia in testa, ma ci sono anche Inghilterra, Belgio, Germania e Usa). Nell’incontro con Schulz c’è stato spazio anche per qualche riflessione su come la vicenda sia stata trattata in Italia, a partire dallo stupore per il fatto che le rivelazioni dell’ex presidente Francesco Cossiga (sul fatto che Gheddafi fosse il reale obiettivo della ‘guerra aerea’ di quella sera) non avessero portato un conseguente lavoro di indagine. “Conosciamo tutto di Lockerbie ma non sappiamo niente di Ustica”, ha anche detto Schulz (e la stessa identica frase l’aveva detta al mattino l’eurodeputato spagnolo Juan Fernando Lopez Aguilar nel suo colloquio con Bonfietti), non risparmiando però nemmeno una frecciata all’Italia: “In tutti i paesi i servizi segreti hanno una tendenza all’autoprotezione, ma mi sembra che in Italia questo succeda più spesso che altrove, è strano. Mi sembra ci sia una tradizione di servizi segreti che mantiene molti fatti nel mistero” ha detto Schulz. “In Francia di più”, non si è trattenuta Bonfietti sorridendo. Subito prima dell’incontro con Schulz, la delegazione di familiari di Ustica guidata da Bonfietti aveva incontrato rapidamente proprio un’eurodeputata francese, Catherine Trautmann. “Voi non ci avete mai risposto” le ha detto Bonfietti con gentilezza, mostrandole il documento fornito dalla Nato che contiene le tracce di tanti aerei in volo quella notte sui cieli di Ustica. Trautmann si è mostrata interessata, ha fatto alcune domande e si è detta disponibile a studiare la cosa. “Non penso però che si possa andare molto lontano con questo Governo”, ha concluso riferendosi al presidente Nicolas Sarkozy. Grande disponibilità umana è arrivata anche da Fernando Lopez Aguilar, l’eurodeputato spagnolo presidente della commissione Libe (per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni) che Bonfietti aveva incontrato in mattinata insieme a Cofferati. Aguilar li ha ascoltati, interloquendo con molte domande in un perfetto italiano (quando Bonfietti parla di guerra aerea lui ribatte “Guerra di chi contro chi?”) e cercando di capire a che punto fosse la situazione giudiziaria. Neanche lui ha nascosto perplessità sulla possibilità di una commissione di inchiesta, così come, saputo dell’inchiesta tuttora aperta, dice: “Noi come Parlamento europeo possiamo lanciare un messaggio politico, stimolare, ma non possiamo interferire con la giustizia”. E, affinché la cosa sia più forte, Aguilar suggerisce di tentare subito il coinvolgimento di altri gruppi dell’europarlamento, trovando un accordo con loro. (Fonte Dire)