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Legali familiari, il Governo ha evitato decisione grottesca

miniatura dc9«Il governo ha fatto una scelta seria dettata dalla logica. Evidentemente l’Avvocatura dello Stato ha capito che impugnare per revocare la sentenza con cui la Cassazione ha condannato lo Stato a risarcire alcuni familiari delle vittime di Ustica era una strada senza sbocchi. Sarebbe apparso grottesco e blasfemo sul piano del diritto mettere in dubbio l’efficacia del giudicato della Suprema Corte». Lo dicono gli avvocati Vincenzo e Vanessa Fallica legali di familiari di alcune vittime del disastro di Ustica. «Abbiamo seguito il procedimento fin dal suo nascere nel 1990 davanti il tribunale di Palermo – aggiungono i legali – e siamo stupiti nell’apprendere per via mediatica come si ipotizzasse di porre in discussione la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Palermo nell’aprile del 2010 confermata dalla corte di Cassazione nel 2013 dove viene riconosciuta la responsabilità dello Stato ed il consequenziale risarcimento ai familiari, tra l’altro in parte già avvenuto». In serata, l’avvocato Vanessa Fallica torna sull’argomento per dire che «francamente non riesco a comprendere come nella vicenda di Ustica, alcuni esponenti politici continuino a contestare il risultato della Suprema Corte di Cassazione che ha statuito con una verità processuale chiara ed indiscutibile. Ancorché basata sul mistero, su intrighi e depistaggi che hanno imposto l’esito giudiziario comprovante la responsabilità dello stato». «Difendo, nei nuovi giudizi, numerosi parenti delle vittime tra cui il Sig. Diodato che ha perso nel disastro la moglie e tre figli e ritengo che sia giunto il momento di chiudere tutte le vertenze in corso per non aspettare chissà quanti svariati anni». «Lo stato ha il dovere di mettere un punto in questa infausta storia dalla quale non può più scaturire nulla di meglio per la sua immagine, ma soltanto un tanto di peggio, per salvaguardare la sua immagine di stato di diritto. Questo rappresenta la saggezza e la sapienza giuridica della Suprema Corte di Cassazione che l’ Avvocatura dello Stato non può disconoscere». (Fonte Ansa)

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