Trentuno anni dopo, i parenti delle vittime della strage di Ustica conoscono “la verità storica” ma non i nomi dei responsabili dell’abbattimento del Dc9 dell’Itavia in cui il 27 giugno 1980 morirono 81 persone. E’ per cercare di arrivare alla “verità giudiziaria” che la presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime, Daria Bonfietti, è stata invitata dal Pd al Parlamento europeo per sensibilizzare e mobilitare tutte le forze politiche europee e sollecitare l’invio delle risposte alle rogatorie chieste dai giudici italiani a Germania, Francia, Belgio e Gran Bretagna, che avevano aerei in volo nella zona della tragedia insieme a Usa e, probabilmente, Libia. “Deve essere rispettato il principio della leale cooperazione” tra i paesi membri della Ue, hanno affermato Salvatore Caronna e Sergio Cofferati. Per quest’ultimo quella di Ustica “è una vicenda europea perché è stata una pagina drammatica per l’Italia ed oscura per l’Europa”. “Vogliamo portare la tragedia di Ustica in Europa” ha detto la Bonfietti, che su quel Dc9 perse il fratello, mostrando “l’unico tracciato radar” che “è tutto quanto resta dopo la corsa alla distruzione” sistematica dei documenti che potrebbero avere rilevanza di prova nel procedimento penale ancora in corso per accertare le responsabilità degli atti di guerra in tempo di pace che portarono all’abbattimento dell’aereo dell’Itavia, come riscostruito nel 1999 dal giudice Rosario Priore. Tra gli incontri che la Bonfietti, accompagnata da Fortuna Davì e Lina Gambino che nella strage persero i mariti, ha avuto al Parlamento europeo, quelli con i presidenti delle commissioni Libertà Civili (lo spagnolo Juan Fernando Lopez Aguilar) e Petizioni (l’italiana Erminia Mazzoni) ed il capogruppo dei socialisti-democratici Martin Schulz. Il capogruppo Pd, David Sassoli, ha quindi lanciato “un appello al nuovo governo Monti perché sostenga, coi ministri della Difesa e degli Esteri” l’iniziativa per sbloccare le risposte alla rogatorie chieste a partire dal 2007 e tuttora senza risposta. (Fonte Ansa)
La cronaca della giornata a Bruxelles
E’ una “corsa” da un piano all’altro del Parlamento europeo la missione della delegazione dell’associazione delle vittime della strage di Ustica, oggi a Bruxelles per incontrare alcuni europarlamentari e chiedere loro di attivarsi per fare luce su quanto accadde la sera del 27 giugno 1980. L’obiettivo sullo sfondo – lanciato dopo la sentenza del tribunale civile di Palermo che ha condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire 100 milioni di euro per gli ostacoli all’inchiesta – è quello di convincere l’europarlamento a istituire una commissione d’inchiesta sulla strage. Nella capitale belga, in coincidenza con la sessione parlamentare e i vertici Ecofin per evitare il crack dell’euro, sono arrivate Daria Bonfietti, presidente dell’associazione delle vittime e altre due familiari di Ustica, Fortuna Pirico e Lina Gambino, due donne siciliane che nell’incidente hanno perso i rispettivi mariti. La giornata di incontri, organizzata dagli eurodeputati Pd italiani Salvatore Caronna e Sergio Cofferati (già segretario Pd e sindaco di Bologna) e David Sassoli, si apre con un breve colloquio, intorno alle 10, con Roberto Gualtieri, europarlamentare del Pd che oltre a far parte della sottocommissione Sicurezza e difesa, fa parte della delegazione interparlamentare che cura i rapporti con la Nato. A Gualtieri (che poco dopo scappa via per andare a incontrare il neo ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, oggi a Bruxelles), Bonfietti chiede di intercedere per “chiedere uno sforzo ulteriore alla Nato”, affinché oltre a quanto già risposto nel ’96 da Javier Solana dopo la sollecitazioni di Romano Prodi, possa rispondere alle ulteriori domande poste successivamente dai magistrati italiani, che chiedevano lumi sugli aerei di diversa nazionalità in volo sui cieli di Ustica la sera del 27 giugno 1980. Gualtieri si dice disponibile a cercare di fare il possibile, chiede a Bonfietti di fargli avere le carte già ricevute dalla Nato e promette di portare la cosa all’attenzione dell’assemblea parlamentare Nato (che si occupa di sicurezza ed è composto da 257 deputati dei 28 stati membri della Nato). Gualtieri spiega poi che la strada giusta, secondo lui, è più quella dei rapporti con la Nato, piuttosto che quella della cooperazione giudiziaria, salvo che le competenze non si allarghino alla luce del dopo Lisbona. Dopo l’incontro con Gualtieri, poco prima delle 11, i familiari delle vittime della strage di Ustica vengono accolti dal gruppo S&d, riunito in aula a discutere le tematiche relative alla commissione bilancio. Al microfono, il capogruppo Martin Schulz che presiede la seduta, prossimo presidente dell’europarlamento, fa un saluto alla “delegazione dei familiari della strage di Ustica”. Il presidente in pectore incontrerà Bonfietti più tardi, intorno alle 17.30. Alle 16.30, conferenza stampa organizzata da Caronna, Cofferati e Sassoli. (Fonte Dire)
La conferenza stampa
La commissione d’inchiesta europea è l’idea con cui sono partiti, ma ci sono tante altre iniziative che possono essere messe in campo al Parlamento europeo per fare luce sulla strage di Ustica, a partire da un’interrogazione urgente al Consiglio europeo o alla Commissione fino all’attivazione della commissione petizioni, che ha il potere di invitare i Governi a rispondere. “Con la giornata di oggi abbiamo messo a punto un percorso ed era quello che chiedevamo, abbiamo voluto portare Ustica in Europa perché crediamo sia una questione di dignità tout court, non riguarda solo l’associazione dei familiari delle vittime o l’Italia. Ora speriamo che questo percorso possa andare avanti”. Così Daria Bonfietti, presidente dell’associazione delle vittime della strage di Ustica, durante la conferenza stampa tenutasi questo pomeriggio al Parlamento europeo per fare il punto sulla tornata di incontri avuti oggi da una delegazione dell’associazione con alcuni europarlamentari. “Abbiamo pensato di costruire un’iniziativa per vedere cosa siamo in grado di fare, come Parlamento europeo”, esordisce l’europarlamentare bolognese Salvatore Caronna, spiegando i vari passi possibili: il più immediato è presentare un’interrogazione sia al Consiglio che alla Commissione per verificare, in base al principio di cooperazione leale tra gli Stati, perché non sia mai stata data risposta alle rogatorie. Potrebbero invece arrivare risultati più “pesanti” dall’attivazione della Commissione petizioni, di cui oggi la delegazione ha incontrato la presidente Erminia Mazzoni, europarlamentare del Pdl, che aderisce al gruppo maggioritario al Parlamento europei del Ppe (Popolari). “La commissione petizioni potrebbe avviare un’istruttoria sulla vicenda – spiega Caronna – chiamando a rispondere, oltre all’associazione, anche i Governi degli stati (che hanno però la facoltà di declinare la richiesta e scegliere di non rispondere). Resta, poi, l’idea di partenza lanciata dall’avvocato Daniele Osnato all’indomani della vittoriosa sentenza del settembre scorso al tribunale di Palermo, di puntare all’apertura di una commissione d’inchiesta europea, che rimane però una strada più in salita di altre (come hanno ribadito quasi tutti gli europarlamentari incontrati oggi da Bonfietti), se non altro perché si può aprire solo di fronte a violazioni delle normative comunitarie. Per Caronna, però, il primo obiettivo da portare avanti, dopo l’importante giornata di oggi, è quello di “sensibilizzare il più possibile tutti gli schieramenti del Parlamento europeo perché si faccia luce su ciò che è accaduto quella notte”. Bonfietti conferma: “Noi ci siamo rivolti ai parlamentari del Pd di Bologna che sono stati pronti a sostenerci, ma questa non è una questione di parte. E’ una verità che si deve a tutti i cittadini italiani”. (Fonte Dire)
Il silenzio dei Paesi europei coinvolti nella vicenda di Ustica non è più accettabile, perché “è una sottrazione di responsabilita’” e viola il principio di collaborazione leale tra gli Stati, ecco perché si deve muovere il Parlamento europeo. Lo afferma Sergio Cofferati, europarlamentare del Pd ed ex sindaco di Bologna, durante la conferenza stampa tenutasi oggi a Bruxelles per fare il punto sulla lunga giornata di incontri che ha visto una delegazione dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Ustica, guidata dalla presidente Daria Bonfietti, a colloquio con europarlamentari di diversi paesi europei. “Sono venuti meno, nel corso del tempo e soprattutto ultimamente, i caratteri della leale collaborazione tra paesi europei – dice senza mezzi termini Cofferati – siamo di fronte a ripetute rogatorie, richieste dall’amministrazione della giustizia italiana, che vengono negate da chi amministra la politica e la giustizia degli altri paesi. Questo non è accettabile. Bisogna avere rispetto di una regola comune: le rogatorie si concedono, non si negano”. Cofferati non esita a definire il caso di Ustica “una pagina oscura della storia europea degli ultimi decenni”, perché “quella notte i soggetti che hanno partecipato a quello che è successo sono aerei che appartengono ad altri paesi europei”. E prosegue: “In questa vicenda non c’è però solo il dramma, ci sono responsabilità ancora da appurare, di carattere politico e militare, che riguardano altri paesi europei, oltre gli Stati Uniti e si presume la Libia” e “non è accettabile che ci sia una sottrazione di responsabilità da parte di alcuni di loro”. Se quello delle responsabilità è il primo punto, c’è anche un’altra ragione per cui i paesi coinvolti non possono più tacere: perché l’Italia ha bisogno della loro collaborazione per riuscire a raggiungere la verità giudiziaria che i tanti depistaggi (per cui in settembre i giudici di Palermo hanno condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti) hanno impedito. “L’Italia, con le sue istituzioni, non è più in grado di appurare per intero la verità giudiziaria” dice Cofferati. “La verità storica è chiara, ce l’ha detta nel ’99 il giudice Priore, ma la verità giudiziaria in Italia non è più appurabile, perché sono state cancellate tracce importanti per il lavoro di qualunque magistrato. Quello che è rimasto ci ha portato fino qui, ma non è in grado di portarci alla conclusione”. Quello che manca, secondo l’ex sindaco di Bologna, può trovarsi “nei ministeri della Difesa e negli organismi di controllo dei paesi a cui sono stata rivolte le rogatorie”. Quindi, prosegue, “per far coincidere la verità storica con quella giudiziaria per Ustica, è indispensabile la fattiva collaborazione dei paesi che hanno ricevuto queste rogatorie. Esattamente come non è accettabile che ci sia una sottrazione di responsabilità da parte di alcuni di loro”, aggiunge Cofferati, che conclude: “Da quando sono state emanate le rogatorie poi non rispettate, Ustica non può più essere considerata un’esclusiva vicenda italiana, perché la verità giudiziairia noi non siamo più ragionevolemente in grado di pensare che si possa risolvere in Italia, si può risolvere solo con il contributo di questi paesi europei”. L’ex sindaco di Bologna ricorda infine “lo straordinario lavoro fatto dall’associazione dei familiari delle vittime, senza il quale questa vicenda rischiava di finire eclissata in breve tempo”. (Fonte Dire)