Esce nelle sale italiane il prossimo 31 marzo, Ustica, il nuovo film scritto e diretto da Renzo Martinelli (Vajont, Piazza delle Cinque Lune) e interpretato da Marco Leonardi, Caterina Murino, Lubna Azabal, Tomas Arana, Federica Martinelli con Paco Reconti, Yassine Fadel, Joe Capalbo, Jonis Bascir, Shelag Gallivan e l’amichevole partecipazione di Enrico Lo Verso.
“Dopo aver fatto luce sul caso Moro – si legge nel comunicato con cui Martinelli Film Company annuncia l’uscita della pellicola -, dopo aver raccontato la tragedia del Vajont, senza mai tralasciare nomi e cognomi di responsabili, il regista Renzo Martinelli svela la verità del caso Ustica, uno dei Misteri d’Italia più dolorosi. Tre sono le ipotesi che sono state di volta in volta avanzate sulle cause del disastro: cedimento strutturale dell’aereo, una bomba a bordo, un missile. Nessuna di queste ipotesi è stata sino ad oggi provata. Frutto del lavoro di tre anni a stretto contatto con due ingegneri aeronautici sulla mole enorme di perizie e testimonianze effettuate nel corso degli oltre trent’anni trascorsi da quella tragica notte del 27 giugno 1980, Ustica porta a una nuova, agghiacciante verità, inconfutabilmente supportata da materiale documentale”.
La trama. Il 27 giugno 1980, un DC9 appartenente alla compagnia aerea Itavia scompare dagli schermi radar senza lanciare alcun segnale di emergenza e si schianta tra le isole di Ponza e Ustica. Muoiono 81 persone. Roberta Bellodi, una giornalista siciliana che ha perso la figlia in quella tragica notte e Corrado di Acquaformosa, deputato al Parlamento italiano, membro della commissione incaricata di far luce sul disastro del DC 9, cercano di scoprire la verità, rimanendo invischiati in un labirinto di depistaggi, scomparsa di prove e testimoni chiave.
Sceneggiatura. La sceneggiatura è frutto di un lavoro di tre anni a stretto contatto con due ingegneri aeronautici sulla mole enorme di perizie e testimonianze effettuate nel corso degli oltre trent’anni trascorsi dal 27 giugno 1980. Tutto quanto viene dichiarato nel corso del film è inconfutabilmente supportato da materiale documentale.
Post produzione. Tutte le scene di volo sono state realizzate con movimenti aerei veri su paesaggi reali, con l’inserimento di caccia da combattimento in 3D. I campi medi e i campi ravvicinati dei cockpit sono stati girati con veri caccia da combattimento su sfondo blu in un teatro di posa a Terni. Le lavorazioni digitali sono opera di 3 società: Canecane e Inlusion (Italia) e Mikros (Belgio).
Note di regia. Il 27 giugno 1980, alle ore 20.59’45”, un DC9 della compagnia privata italiana ITAVIA sparisce dagli schermi radar senza trasmettere alcun segnale di emergenza. L’aereo era stabilizzato in crociera a 7.600 metri di quota, lungo l’aerovia “AMBRA 13” ed improvvisamente, senza lanciare alcun allarme, precipita nei pressi del punto “CONDOR”, tra le isole di Ponza ed Ustica, inabissandosi nella cosiddetta “Fossa del Tirreno”, profonda oltre 3.500 metri. Perdono la vita ottantuno persone. Quattordici erano bambini. I relitti ed i pochi corpi recuperati testimoniano che l’aeroplano è esploso in volo, destrutturandosi in due tronconi principali. Tre sono le ipotesi che sono state di volta in volta avanzate sulle cause del disastro: cedimento strutturale dell’aereo, una bomba nella toilet di coda, un missile che per errore colpisce il DC9. Nessuna di queste ipotesi è stata sino ad oggi provata. Noi abbiamo lavorato per tre anni a stretto contatto con due ingegneri aeronautici sulla mole enorme di perizie e testimonianze effettuate nel corso degli oltre trent’anni trascorsi da quella tragica notte di giugno. Alla ricerca di risposte che quelle ottantuno vittime e i loro familiari ancora reclamano. L’analisi di questo materiale documentale ci ha portato inevitabilmente a una nuova, agghiacciante verità. Il nostro film è frutto di questo lavoro. Un film che rivendica quel ruolo maieutico che solo il cinema sa avere, che rivendica la sua capacità di stimolare riflessioni che nessun altro media è in grado di stimolare con altrettanta potenza. Un film che, forse, ci può avvicinare ad una verità che stiamo cercando da oltre trent’anni.
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