Introduzione.

A conclusione del complesso lavoro di sintesi dell'enorme numero di perizie d'ufficio e consulenze di parte - sull'ordine di oltre il centinaio al termine del 31 dicembre 97, cui si devono sommare gli altri 9 documenti da quella data ad oggi - può essere determinato il valore di tali documenti, trarre delle somme e stabilire il contributo che ne è venuto alla ricostruzione dei fatti.

In primo luogo si deve confermare il valore di tutte quelle perizie d'ufficio che nei più disparati campi hanno dato, a seguito di analisi e motivazioni, chiare e puntuali risposte ai quesiti della Procura di Palermo e di questo Ufficio, che non sono mai state contestate da alcuna parte e che questo Giudice fa proprie. Esse sono quelle necroscopiche, medico-legali, chimiche, foniche, acustiche, di trascrizione, grafiche, metallografico-frattografiche, esplosivistiche.

In secondo luogo prendendo in esame quelle che sono state sottoposte a critiche contestazioni ed accuse, si deve distinguere tra quelle in cui si richiedeva risposta a questioni d'ordine generale ovvero quelle con quesiti sulla ricostruzione dei fatti e sulle loro cause e quelle in cui venivano posti quesiti specifici, attinenti cioè a particolari problematiche, in ausilio alle suddette questioni.

Le prime, che nel corso del procedimento sono state definite tecniche o tecnico-scientifiche, sono state essenzialmente quattro, la prima conferita da Palermo ai professori Stassi, Albano, Magazzù, La Franca, Cantoro; la seconda quasi ai primordi di questa istruzione formale, cioè la Blasi; la terza a cavallo della successione nella titolarità dell'inchiesta, cioè la Misiti; la quarta sempre in quel 90, a seguito della riunione degli atti concernenti la caduta del MiG 23, cioè la Casarosa - Dalle Mese - Held. Queste quattro perizie occupano per la loro rilevanza una posizione centrale nell'inchiesta. Hanno avuto come s'è visto, particolarmente le prime tre, vita tormentatissima; nel senso che la prima, durata anni, non s'è mai pienamente conclusa; la seconda e la terza, pur esse durate più anni, sono sfociate in spaccature profondissime e mai rimarginate, hanno determinato quesiti supplementari e quesiti di chiarimento, hanno generato una miriade di documenti di parte, di plauso o di critica a seconda degli interessi; l'ultima ha concluso con le risposte che s'è detto, ma ha generato anch'essa forti documenti di contrasto da parte degli imputati militari, peraltro assolutamente non toccati dalle sue conclusioni.

Infine le seconde, quelle cioè ad ambito specifico. Esse, come s'è visto, non sono assolutamente numerose. Anzi si può dire che solo le radaristiche abbiano determinato dei documenti di parte imputata di critica e contrasto. Giacchè anche l'esplosivistica, dalle cui sperimentazioni sono state tratte deduzioni di parte a volte non coincidenti con le risposte d'ufficio, non si può dire appartenga a questo gruppo, non apparendo assoggettata a contestazioni di parte.

Lo scontro, sovente violento, all'interno dei collegi e tra le parti, è avvenuto perciò nelle perizie tecniche e in quelle radaristiche, quelle cioè in cui si decideva, sul piano tecnico, quali fossero le cause del disastro e di un aspetto essenziale per queste risposte cioè l'interpretazione dei dati radar ovvero l'assenza o la presenza di altri velivoli all'intorno temporale e spaziale del disastro. Su di esse perciò ci si deve soffermare, premettendo però che quelle della Procura di Palermo e del collegio Blasi appaiono in quelle parti che non sono state fatte proprie dalla Misiti superate e che pertanto non è necessario in questa sede sviscerarle. Si deve perciò partire dalla Misiti, comprendendo in questo studio anche quei documenti che hanno determinato a seguito la spaccatura, ovvero quelli prodotti dal gruppo Casarosa-Held, e quelli generati dalle questioni radaristiche, primi tra gli altri quelli scritti dallo specifico collegio.

Lo studio sarà quadripartito, seguendo le quattro principali, per l'assoluta improbabilità di ogni altra ipotesi.

Dietro