Nelle perizie di trascrizione e fonica, fu nominato come consulente di parte civile, il prof. Gian Piero Benedetti, il quale redasse documento datato 16.09.90, depositato il 5.10.90.
Questo consulente afferma in premessa come prima considerazione che chiunque considerato in un lasso di tempo trascorso, può avere avuto accesso all'ascolto o a qualsivoglia operazione, sulle bobine in questione, dal momento che esse erano dissigillate, prive di ogni ostacolo alla lettura, senza alcun genere di normale precauzione al fine di impedire eventuali manipolazioni o comunque successive elaborazioni. Seconda considerazione compiuta dal consulente è che il numero dei nastri a disposizione appare non convincente, in quanto non si capisce perchè dal Centro di Ciampino siano stati forniti solo tre nastri, mentre i registratori in funzione in quel sito alla data del 27 giugno 80 erano molto più numerosi. Da quanto detto in premessa, appare evidente che le possibilità di manipolazione dei nastri sono state notevoli: nastri senza sigillo e non immediatamente consegnati all'Autorità Giudiziaria. Non solo: anche nastri non consegnati ed oramai scomparsi.
Seguono le analisi eseguite sul canale 22 di Marsala, che inducono a ritenere che le differenze non possano essere imputabili solo a fattori fisiologici.
L'analisi delle varie tipologie presenti nel canale 22 confrontate con quelle del canale 21, a parere del consulente, fanno coincidere il giudizio con quello precedente: i fattori fisiologici non possono essere unicamente responsabili di queste alterazioni, che invece potrebbero essere state il mutamento delle condizioni di collegamento del telefono quando non è utilizzato (ovvero nelle pause tra una conversazione ed un altra), il cambiamento del registratore o del tipo di collegamento, la manipolazione dei nastri con sostituzione di parti o alterazioni delle stesse.
Quindi, pur non avendo riscontrato elementi certi relativi ad una manipolazione dei nastri da parte di ignoti, il consulente fa notare che la possibilità tecnica di una manomissione dei nastri sia stata possibile in quanto non vi erano sigilli o quant'altro che evidenziasse una certezza sulla integrità dei nastri stessi e i relativi involucri. Sembra perciò non rinviabile un'analisi che chiarisca (con i registratori in uso a Ciampino) se si verifichino o meno dei cambiamenti di rumore di fondo prima e dopo le chiamate telefoniche e quindi se con gli originali (e non con le copie) si presenti lo stesso fenomeno in altri canali in uso.
I registratori di Marsala dell'epoca possedevano un timer elettronico che incideva impulsi sul nastro in codice; questi impulsi venivano poi decifrati in sede di ascolto e permettevano il controllo successivo dei tempi dei messaggi in atto.
Quando ha effettuato la trascrizione di alcuni canali il consulente si è accorto che esistono notevoli differenze fra quanto appare dalla trascrizione dei CTU e il reale contenuto dei nastri; non in merito però al contenuto delle conversazioni, ma relativamente ai tempi in cui tali conversazioni erano state pronunciate. Un riscontro di questo genere è apparso al consulente sinceramente non imputabile ad un banale errore di trascrizione, in quanto, si tratta di un lasso di tempo di circa 10 minuti. Altri errori o imperfezioni possono essere attribuiti alla imperizia determinata dalla necessità di consegna in tempi brevi dell'elaborato peritale da parte dei periti.
La richiesta minima è quella di far effettuare il controllo con gli originali per ricercare la causa di questo fenomeno; e la richiesta non è certamente oziosa, in quanto in una vicenda come quella in oggetto, che presenta dei lati del tutto oscuri, una discrepanza temporale come questa, se accertata, avvalorerebbe certamente l'ipotesi, non del tutto peregrina, che questi nastri abbiano subìto qualche intervento esterno teso a modificare l'integrità del nastro, mediante occultamento di parti o la sostituzione delle stesse con altre.
Quanto all'analisi del canale 22, il consulente afferma che: "questo canale ha avuto notevole importanza nella vicenda giudiziaria in atti e ha richiesto una specifica perizia fonica per chiarire quanto, per una eccessiva cautela peritale i CTU avevano lasciato in sospeso fra due parentesi che significavano incertezza: mi riferisco alla frase riportata alle ore 19.00 (pag.110 dell'elaborato peritale) "TST del MiG".
Indipendentemente dal fatto che non è compito nè competenza dello scrivente interpretare il significato di tale frase nel contesto di una conversazione connotata da lessico e terminologia specifica, però non posso non far notare che in modo assolutamente certo i due interlocutori pronunciano esattamente quanto riportato dai CTU.
Le prove d'ascolto non hanno dato alcun dubbio: "TST del MiG" è quanto inequivocabilmente è stato pronunciato, al di là di ogni ragionevole dubbio. Ma, per fugare qualsiasi ombra, ho effettuato (sempre presso il laboratorio dell'ing. Pisani dell'Istituto Galileo Ferraris di Torino) un sonogramma su quel tratto di nastro: l'analisi è stata condotta attraverso il nastro copia in mio possesso ed ha dato i seguenti risultati: "...del MiG". La "e" è evidente dai valori delle formanti, prima e seconda: la prima formante si situa a circa 400hz, la seconda formante a circa 1600hz.
Si vede chiaramente fra la "e" e la "i" la liquida "l" staccata dalla nasale "m". Liquida e nasale chiaramente individuate dal valore delle "formanti" "l" uguale 1300hz, "m" ha 1100hz ca.. Segue la vocale "i" la cui seconda formante si colloca a 2150hz.
Alla vocale "i" segue una occlusione che termina con un rumore gutturale che è evidenziato da una concentrazione di energia a 1800-1900hz.
Poiché questo valore è prossimo al valore della seconda formante della "e", si può assimilare questo suono a una "g" che si conclude con un atteggiamento della bocca pari all'articolazione della "e".
Anche quindi l'analisi strumentale ha mostrato che la frase pronunciata è quella che ha provocato notevole scalpore.".
Quindi una forte critica ai periti. "La perizia d'Ufficio condotta dal prof. Ibba e ing. Paoloni, ha evidenziato, a parere del consulente, una prudenza e una cautela che appaiono francamente non giustificate dal materiale a disposizione e dalla chiarezza dei risultati tecnici: il caso "Ustica" evidentemente non ha permesso una risposta a tutto tondo che invece in altri procedimenti tale analisi avrebbe consentito.".
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