In questa fase il PM richiedeva a questo Ufficio di voler inviare comunicazione giudiziaria ad Abbate Gerardo, Di Micco Antonio, Rocco Gerardo, Albini Lucio, Acampora Tommaso e Sarnataro Gennaro, il primo tenente colonnello, i restanti marescialli AM in servizio all'epoca presso quel CRAM, per concorso in falsa testimonianza, favoreggiamento personale e occultamento di atti veri, tutte e tre le ipotesi aggravate; commessi rispettivamente dal primo in Roma il 3 giugno 89 e dagli altri sempre in Roma il 14 novembre 86. L'organo di accusa sottolineava le seguenti circostanze a carico. In primo luogo la mancata individuazione delle tracce per dati di posizione e per caratteristiche di identitą (tipo d'aeromobile, piano di volo, ecc.), che č condizione necessaria per stabilire se una traccia sia amica oppure no. Quindi la singolare consegna all'AG del plottaggio relativo al giorno dell'incidente, costituito soltanto da cinque fogli dattiloscritti, stralciati dal modello DA1, e concernente 26 tracce in un arco di tempo di quasi tre ore e mezza (dalle 18.01Z alle 21.23Z). La modestia poi, dei rilevamenti per il DC9 Itavia (soltanto tre battute in cinque minuti di rilevazioni), mentre altre due battute sullo stesso aeromobile riportano le parole "nulla" o "persa", rispettivamente alle 19.02Z e 19.04Z). Le anomalie riscontrate, inoltre, nella corrispondenza fra la traccia nr.9 e quella dell'Air Malta vista da Fiumicino, riportata con grande differenza di quota e con un aumento di velocitą superiore alla velocitą del suono, e quindi non attribuibile a un aeromobile di linea. Infine, la grossolanitą delle indicazioni riportate nel plottaggio, che rendeva difficile l'interpretazione dei dati radar e andava ben al di lą di una grave superficialitą ed approssimazione (la traccia nr.10 non trovava corrispondenze con analoghe tracce segnalate dagli altri radar militari e civili, sia per la diversitą degli orari, sia per i valori di velocitą. Sempre il PM chiedeva l'identificazione del Comandante al 13 settembre 84 e la conseguente indiziazione dello stesso per violazione della pubblica custodia di cose e soppressione di atti veri per aver disposto in quella data la distruzione delle minute dello stralcio dei tracciati radar e del modello DA1 da cui lo stralcio derivava - documentazione non trasmessa all'AG insieme al plottaggio invece consegnato il 22 luglio in esecuzione del noto specifico decreto di sequestro (v. richieste PM 08.06.89).
A distanza di pochi giorni il PM esercitava l'azione penale - oltre che nei confronti di militari in servizio presso il CRAM di Marsala - a carico dei sei predetti di Licola - Abbate, Di Micco, Rocco, Albini, Acampora, Sarnataro - per i delitti gią specificati, e a carico di De Crescenzo Mario, quale comandante di quel CRAM al 13 settembre 84, per i delitti di violazione di pubblica custodia di cose e soppressione di atti veri, per la distruzione delle minute dello stralcio dei tracciati radar e del modello DA1 (v. richieste PM 22.06.89).
A novembre nuove richieste a carico di Mandes Aurelio, colonnello comandante del 22° CRAM al tempo del disastro per occultamento di atti veri aggravato, perchč nella detta qualitą aveva, al fine di assicurare l'impunitą ai responsabili del disastro aviatorio, omesso, e quindi occultato il modello DA1 contenente il plottaggio del giorno dell'evento, documento pur raggiunto dal provvedimento di sequestro del 16 luglio 80.
Nuove richieste, per effetto delle dichiarazioni del colonnello De Crescenzo e dell'esame del registro di protocollo, anche a carico di Tessitore Pietro per violazione di pubblica custodia di cose e di soppressione di atti veri aggravata, per aver distrutto le minute dello stralcio dei tracciati radar e il modello DA1 (v. richieste PM 13.11.89).
Gli imputati venivano interrogati - alcuni di essi erano gią stati esaminati come testi - pił volte con mandati di comparizione. Sulle singole posizioni pił oltre nel capitolo dedicato ad imputati e ad imputazioni.
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