2. Le prime richieste allo SMA.

Le prime richieste rivolte allo SMA traggono origine dalle istanze rivolte all'Ufficio, da parte del collegio peritale nominato dal Giudice Istruttore. Infatti questo Ufficio a seguito di esse con missiva del 09.01.85 richiedeva al Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica:

- un esperimento giudiziale consistente nella ricostruzione di una situazione simile a quella della sera del 27.06.80, per poter far valutare al collegio peritale un'eventuale presenza, nell'immediatezza del fatto, di un altro aereo, di dimensioni minori del DC9, non rilevato o mal rilevato dagli impianti radar;

- il trasferimento dei relitti custoditi presso la Direzione laboratori dell'AM di Roma, all'aeroporto di Napoli-Capodichino;

- di rivolgere al Comando Generale NATO la richiesta di informazioni sulle registrazioni in suo possesso relative all'incidente del DC9.

Con la stessa missiva lo SMA veniva informato delle richieste rivolte direttamente all'ITAV "degli originali o la copia integrale delle registrazioni dei colloqui TBT, delle strisce di volo e delle registrazioni radar relative al volo in questione".

Con foglio datato 23.01.85 il Capo di SMA assicurava la massima disponibilitą e la necessaria collaborazione da parte dell'aeronautica militare, evidenziando che l'esperimento giudiziale richiesto doveva essere effettuato, comunque, non oltre il 30 giugno 85, in quanto erano previsti degli interventi tecnici ai radar interessati alla prova (Licola e Marsala), che ne avrebbero variato le caratteristiche. In relazione alle registrazioni TBT e ai tracciati radar comunicava che tutto il materiale in possesso dell'AM era gią stato consegnato alla Procura della Repubblica di Roma, affermando di aver richiesto al Comando NATO competente di rendere disponibili le eventuali registrazioni delle attivitą volative collegabili con l'incidente del DC9, ed osservando che il citato comando NATO aveva comunicato, a suo tempo, che al momento dell'incidente non era in corso alcuna attivitą volativa di velivoli e navi USA nel Tirreno. Infine, rappresentava di aver gią disposto il trasferimento dei relitti dalla Direzione dei laboratori AM di Roma, all'aeroporto di Napoli Capodichino.

Il 25 febbraio 85, a completamento della nota precedente, il Capo di SMA comunicava che il Comando delle Forze NATO del Sud Europa aveva riferito di non essere in possesso di alcuna registrazione di attivitą volativa correlabile con l'incidente accaduto la sera del 27 giugno 80.

Il 7.02.87 nuova richiesta allo SMA; questa volta di tutta la documentazione relativa al radiobersaglio 1088 e ai reperti recuperati a Baia Domitia (02.08.80) e tra Lipari e Messina (nell'agosto 80).

Ulteriore richiesta sempre allo SMA veniva avanzata dall'inquirente attraverso la PG, con missiva dell'8 agosto 88. Veniva richiesto all'ente se il 27.06.80 in Sardegna era in funzione un radar militare capace di controllare l'area compresa tra 39°56'Nord e 13°07'Est.

La PG con nota del 24.08.88, trasmetteva la risposta dello SMA 6° Reparto in cui si affermava che il 27.06.80 non risultavano installati in Sardegna radar dell'aeronautica militare in grado di controllare l'area compresa tra 39°56'Nord e 13°07'Est.

Il 20.10.89 il Giudice Istruttore richiedeva al SIOS Aeronautica e per esso al Capo di Stato Maggiore dell'AM, l'esibizione di tutta la documentazione relativa all'abbattimento del DC9 Itavia e alla caduta del MiG libico in loro possesso. Richiesta che in data 03.11.89 veniva sollecitata. La documentazione dello SMA giungeva con foglio datato 15.11.89 ed era costituita da n.12 contenitori, di cui il primo relativo all'evento Ustica mentre i rimanenti relativi alla caduta del MiG libico. Nelle note veniva precisato che nella documentazione trasmessa non risultavano compresi alcuni documenti relativi ai rapporti intrattenuti dal SIOS con i Servizi collegati, in merito alla caduta del MiG libico; documenti comunque disponibili per la visione del Magistrato.

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