19. Le dichiarazioni del maresciallo PS Fabbri
e il colloquio registrato con il generale Cinti.

Il maresciallo di PS Fabbri Gino, in servizio presso la Scuola Sottufficiali della Polizia di Stato di Nettuno il giorno 4 luglio 80 presentava una segnalazione avente quale oggetto fatti da lui collegati alla vicenda di Ustica; dopo dieci anni il giorno 5 giugno 90 lo stesso maresciallo Fabbri rendeva dichiarazioni spontanee al Commissariato di PS Anzio - Nettuno, sulla segnalazione a suo tempo presentata e su un appuntamento ed un colloquio richiestigli da tale Cinti. Fabbri asseriva che il 27 giugno 80 mentre assisteva alla trasmissione televisiva "L'altra campana", alle ore 21,40, volgendosi dalla parte della finestra che dà sul mare, in direzione delle isole ponziane, notava una improvvisa palla di fuoco, seguita a pochi istanti da un'altra più piccola, leggermente più bassa rispetto alla prima. Il giorno successivo, ascoltando il telegiornale delle ore 20.00 veniva a conoscenza del disastro aereo occorso più o meno nella zona ove aveva notato le palle di fuoco. Fabbri aveva poi informato di tale circostanza un dirigente dell'Alitalia, con cui nei giorni successivi aveva avuto altri contatti telefonici.

Nella deposizione spontanea del 5 giugno 90, il maresciallo Fabbri dichiarava che il giorno 1° giugno 90 aveva ricevuto una telefonata "da parte di un signore qualificatosi come Cinti", che si era presentato a nome dell'Itavia e gli aveva chiesto un incontro "per discutere dell'argomento". All'incontro avvenuto in data 6 giugno 90 erano presenti oltre al maresciallo Fabbri, un funzionario della Digos ed il generale in ausiliaria Cinti Mario, che in tempi precedenti aveva svolto attività di pubbliche relazioni per la Società Itavia, alle dipendenze di Aldo Davanzali di cui era amico personale.

La conversazione intercorsa, registrata e pervenuta agli atti dell'inchiesta, verte su un preciso argomento: il generale Cinti era interessato a promuovere un incontro tra il maresciallo Fabbri ed un giornalista del Corriere della Sera, Andrea Purgatori, affinché Fabbri riferisse al giornalista quanto da lui visto la sera del disastro di Ustica. Dal contenuto del colloquio emergeva con chiarezza che al dire di Cinti la testimonianza di Fabbri sarebbe stata di sostegno alla tesi secondo cui vi potrebbe essere stato uno scoppio nell'aria, magari "una carica abbastanza grossa a 25.000 piedi, cioè a 7.000 metri". La conversazione si concludeva con lo scambio dei recapiti telefonici e l'impegno da parte del generale Cinti a richiamare entro una settimana per conoscere la decisione del maresciallo Fabbri. Il generale, nell'ambito del colloquio, aveva fatto anche cenno all'avvistamento compiuto dal "capitano di corvetta Bonifacio, adesso in congedo" che asseriva di aver visto "sott'acqua una massa bianca con una riga nera che andava giù".

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