Nel novembre dell'86 furono ascoltati La Torre e Corvari già controllori di volo a Ciampino. Le dichiarazioni rese dal tenente Corvari Umberto, ebbero ad oggetto due prevalenti argomenti, cioè la copertura del radar di Ciampino ed il colloquio avuto con il pilota del DC9 Itavia sulla frequenza radio. Il controllore di volo dichiarò che all'epoca dei fatti il radar per il controllo del traffico civile di Ciampino aveva una copertura di sicurezza di circa 100 miglia a Sud di Ostia. Il controllo aereo oltre questa linea veniva effettuato via radio attraverso le comunicazioni TBT (terra bordo terra). Inoltre specificò che aveva preso in carico il volo Itavia IH870 al momento dell'uscita dalla copertura del radar di Roma-Ciampino ed aveva provveduto a segnare sulle strisce di volo l'ora di assunzione e la posizione dell'aereo in quel momento. A proposito del colloquio sulla frequenza radio Corvari ha affermato di esser stato lui a parlare con il pilota del DC9 Itavia, che gli aveva comunicato una distanza stimata da Palermo di circa 115 miglia ed un orario previsto di arrivo entro 13 minuti.
Cessati i contatti con il DC9, aveva chiesto ad un altro aereo in volo da Malta verso la Sardegna di chiamare il volo IH870, ma con esito negativo. Successivamente aveva chiesto notizie ai Centri Radar di Palermo e Catania, che avrebbero potuto visualizzare l'aereo; ma anche in questi casi aveva ottenuto risposte negative. Infine il controllore di volo dichiarò che dopo la perdita del contatto radio, trascorso il tempo massimo entro il quale l'aereo avrebbe dovuto presentarsi all'aeroporto di Palermo e cioè i 13 minuti stimati dal comandante dell'aeromobile, era stato dato l'allarme all'RCC di Martina Franca e era stato quindi richiesto l'intervento del capo sala allertando l'RSC di Ciampino (v. esame Corvari Umberto, GI 12.11.86).
Le dichiarazioni rese dal tenente La Torre Antonio, al tempo dei fatti controllore anche lui del traffico aereo dell'aeroporto di Roma-Ciampino, concernono prevalentemente lo scambio delle informazioni meteorologiche avvenute in frequenza con il pilota del DC9 Itavia.
Appena preso in carico il volo IH870, nella zona di Latina, La Torre ha ricordato che l'aereo aveva una quota di 29.000 piedi e che il pilota si era lamentato dell'assenza di molte radio-assistenze, asserendo che "quella sera aveva trovato un cimitero o una frase molto simile". A proposito delle informazioni meteorologiche l'ufficiale infatti ha dichiarato di aver consigliato al pilota del DC9 una accostata di circa 15-20 gradi verso Ovest in conseguenza del forte vento. Successivamente, il pilota del DC9 gli aveva chiesto l'autorizzazione a scendere di 4000 piedi proprio in considerazione del vento. La Torre lo aveva autorizzato ed il volo era proseguito senza ulteriori contatti fino ai limiti di copertura radar di competenza. Il controllore del traffico aereo concludeva il contatto con il pilota del DC9, assicurandosi che ricevesse il VOR di Palermo e comunicandogli altresì che sarebbe stato preso in carico dalla sala radio assistenza (v. esame La Torre Antonio, GI 12.11.86).
Con l'esame testimoniale del febbraio 87, La Torre ha integrato la precedente dichiarazione, riferendo che nelle registrazioni del radar di Ciampino si rilevavano alcune tracce in prossimità di quelle individuate del DC9. Tali tracce potevano essere definite spurie in quanto non accertate. Infine ha riferito di non aver rilevato questo tipo di tracce e di non saper spiegarsi per quale motivo il calcolatore nella sua registrazione avesse riportato i punti spuri non trasferendo l'immagine sullo schermo da lui controllato quella sera (v. esame La Torre Antonio, GI 13.02.97).
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