15. Richieste alla Presidenza del Consiglio
(04.06.88 - 23.06.88).

In data 4 giugno 88 questo Ufficio richiedeva al Presidente del Consiglio dei Ministri di essere informato sui seguenti punti: 1. su qualsiasi notizia eventualmente e comunque acquisita da parte di qualsivoglia Organo e/o Istituto e/o Potere dello Stato relativa all'accadimento della caduta del DC9 e alle cause che lo produssero; 2. sulla esistenza o meno di esercitazioni militari nazionali o internazionali marittime, terrestri o aeree ovvero interforze in atto al momento del fatto nel raggio di cinquecento miglia dal punto di caduta; 3. sull'intervento o meno di mezzi aerei della difesa nazionale nel giorno e nell'ora della caduta in missione d'istituto; 4. se le notizie di cui al punto 1 e le circostanze dei punti 2 e 3, ove sussistenti, fossero coperte o meno da segreto militare o di Stato.

In riscontro a tale nota il Presidente del Consiglio dei Ministri, all'epoca l'on. Ciriaco De Mita, risponde con lettera in data 24 giugno 88, con la quale trasmette una copia della nota del 13 giugno 88 del Ministero dei Trasporti concernente il punto 1 della richiesta e una copia della nota del 23.06.88 del Ministero della Difesa concernente i punti 2 e 3. In tale lettera il Presidente del Consiglio precisa che tutte "le notizie contenute nella suddetta documentazione nonchè ogni altra informazione attinente all'oggetto, non sono coperte da segreto militare o di Stato".

Il Ministero della Difesa trasmetteva alla Presidenza del Consiglio dei Ministri due allegati, in risposta ai quesiti , di seguito riportati nei punti salienti. Allegato "A" "...Mai è stato invocato il segreto militare e solo il segreto istruttorio ha coperto le indagini giudiziarie ... . L'Aeronautica Militare, oltre a fornire i dati di avvistamento da parte degli enti della Difesa Aerea e del Traffico Aereo, ha messo a disposizione dell'autorità giudiziaria il Centro di Borgo Piave, in cui è stata effettuata la decodificazione delle registrazioni radar alla presenza del magistrato... Sulla base delle risultanze della Commissione d'indagine (istituita dal Ministero dei Trasporti sin dal 28 giugno 80) il Sottosegretario alla Presidenza on. Amato, illustrò alla Camera le comunicazioni del Governo nella seduta del 30 settembre 86. A tali dichiarazioni occorre qui richiamarsi, poichè nessun nuovo essenziale elemento è nel frattempo intervenuto, al di là del recupero del relitto su cui sta indagando la Commissione nominata dal GI, la quale terminerà i suoi lavori fra circa tre mesi.

Rispetto a quelle dichiarazioni, è possibile formulare i chiarimenti che seguono: a) la catena della Difesa aerea non ha il compito di mantenere il collegamento con aeromobili civili, che è istituzionalmente affidato agli organi di controllo del traffico aereo. La sera dell'incidente, secondo dichiarazioni dello SMA, era programmata per il radar di Marsala una esercitazione di addestramento locale. Occorre precisare che, per consentire tale registrazione, era necessario sospendere la registrazione del traffico reale, data l'indisponibilità nella configurazione del sistema automatizzato, di un apposito registratore/riproduttore del nastro esercitativo. Pertanto durante l'esercitazione, l'osservazione del traffico reale continuava solo a vista, senza che lo stesso fosse registrato. Tuttavia, per ragioni tecniche, l'esercitazione ebbe inizio con un ritardo di circa dieci minuti. Perciò in conformità anche alle risultanze della relazione della Commissione d'inchiesta del Ministero dei Trasporti, non risponde al vero che al momento dell'incidente si sia verificato un "vuoto delle registrazioni", le quali, invece ebbero puntualmente luogo. Il "vuoto" dovuto all'esercitazione si è avuto, infatti, solo a decorrere da circa quattro minuti dopo l'incidente, ed è proseguito per otto minuti, fino a quando, avuta notizia dall'ente di controllo della "fase di incertezza", e cioè dell'avvenuta perdita del contatto con il velivolo, l'addestramento fu immediatamente interrotto e venne ripresa la registrazione; b) un secondo chiarimento concerne l'ipotesi di un collegamento fra l'incidente del DC9 e quello occorso al MiG libico... . Gli atti dell'inchiesta trasmessi alla Presidenza del Consiglio fin dal 30 ottobre 80, contengono, tra l'altro, dichiarazioni testimoniali che fanno risalire al giorno 18.07.80 la caduta dell'aereo libico...; c) circa le ipotesi di coinvolgimento di mezzi italiani o della NATO, che per errore avrebbero potuto lanciare un missile contro il DC9, risulta quanto segue:

- il Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica ha formalmente dichiarato che nella zona e nell'ora dell'incidente non era in corso alcuna esercitazione aerea nazionale o NATO e nessun velivolo dell'Aeronautica militare si trovava in volo; - il Comando in capo della Marina militare statunitense in Europa (Cincusnaveur) ha dichiarato che, nelle stesse circostanze, non operavano nel Tirreno navi o velivoli della 6a Flotta USA; - l'Ambasciata francese a Roma ha dichiarato che le due portaerei francesi, di cui pure si è parlato come presenti nella zona, si trovavano invece, nel giorno dell'incidente, nella rada di Tolone; - ancora il Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica ha dichiarato che, nel Poligono sperimentale interforze di Salto di Quirra, non era in svolgimento in quel giorno alcuna attività; - ancora, a proposito di un radiobersaglio di cui un possibile frammento fu rinvenuto nel settembre del 1980 nelle acque di Messina, sono stati forniti chiarimenti all'autorità giudiziaria nel senso che l'ultimo lancio di un radiobersaglio dall'indicato Poligono di Salto di Quirra era stato effettuato nel gennaio del 1980, cioè almeno cinque mesi prima dell'incidente.

L'attività informativa svolta dal S.I.S.MI, anche attivando gli opportuni contatti internazionali, non ha fornito alcun elemento che contraddiceva le circostanze di cui alle dichiarazioni sopra riportate. ... L'Aeronautica Militare, avendo rimesso prontamente al magistrato tutto il materiale in suo possesso, in specie le essenziali registrazioni radar, non ha potuto compiere di sua iniziativa alcuna specifica attività d'indagine, limitandosi perciò a corrispondere di volta in volta alle richieste di dati e documenti. Ma essa è pronta a fornire all'autorità giudiziaria, a seconda delle valutazioni che questa riterrà di dover fare, ogni eventuale diretto e specifico concorso collaborativo. Fugato ogni possibile equivoco sulla inesistenza di un qualsiasi segreto militare, il Ministero della Difesa riafferma la sua totale disponibilità alla più piena collaborazione con l'autorità giudiziaria, nella volontà di contribuire a corrispondere alla domanda di verità che viene dal Paese."

Allegato "B". In esso sono riportate le schede relative alle esercitazioni militari nazionali o internazionali marittime, terrestri o aeree in atto al momento dell'incidente nel raggio di 500 miglia nautiche dal punto 39°56'N-13°07'E, con le risposte di seguito indicate: - non era in atto alcuna esercitazione interforze nazionale; - risultava che gli elementi relativi alle esercitazioni marittime ed aeree fossero già in possesso, anche se in forme diverse, dell'Autorità Giudiziaria; al momento dell'incidente nella zona del mar Tirreno Meridionale non era in corso alcuna esercitazione aerea nazionale o NATO e nessun velivolo dell'AM si trovava in volo in detta zona; non operavano navi o velivoli della 6a Flotta USA, come dichiarato dallo stesso comandante navale USA in Europa; sul poligono sperimentale di Salto di Quirra non era in svolgimento alcuna attività di lancio.

Molte delle cose sopra dette troveranno smentite nel corso dell'istruttoria ma su ciò infra.

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