13. Le richieste al S.I.S.MI e le
dichiarazioni dei generali Notarnicola e Mei.

Su quanto ha fatto il Servizio Militare, su come si è mosso e quali attività ha posto in essere in relazione all'evento, di più si dirà nel capitolo dedicato a questo Servizio, nella parte concernente la seconda fase dell'istruttoria. Qui si darà conto, pertanto, delle prime richieste S.I.S.MI e delle prime testimonianze.

L'interesse su quanto il S.I.S.MI avesse fatto in direzione dell'evento nasceva a seguito della pubblicazione sul periodico "Oggi" nell'edizione del 24 giugno 87 di un'intervista all'esule libico, Abdel Amish Bakkush, in cui costui affermava che il DC9 dell'Itavia era stato abbattuto su ordine del leader libico Gheddafi come atto di ritorsione nei confronti dell'Italia e che sia i servizi italiani che quelli statunitensi erano stati ragguagliati circa una settimana dopo il fatto. Sulla base di questa intervista con missiva del 23 giugno 87 venivano pertanto richieste al S.I.S.MI notizie sull'evento che potessero risultare utili all'indagine.

Il Servizio con missiva del giorno successivo trasmetteva a questo Ufficio un appunto in cui indicava che "Bakkush, leader dell'opposizione libica in Egitto, era già noto per interviste ed azioni funzionali ad interessi americani ed interviste critiche nei confronti del S.I.S.MI", osservando, inoltre, che la stampa nazionale era orientata a dare per scontato che il S.I.S.MI avesse la prova della responsabilità libica creando così le premesse affinchè le indagini si concludessero con l'accertamento della responsabilità libica e lo scagionamento definitivo dei francesi. A tal proposito veniva stigmatizzato sia l'affidamento del recupero del relitto alla società francese Ifremer, legata con i Servizi segreti francesi, sia la perizia tecnica sulla "scatola nera" affidata agli americani, notoriamente anti-libici; paesi, questi, sui quali in passato erano emerse - continua la missiva - indicazioni dell'esistenza di "coordinamento" tra i loro Servizi segreti nella lotta contro il terrorismo internazionale ed in funzione anti-libica.

Duro il commento del S.I.S.MI. Sulle ipotesi di responsabilità libica o francese sull'evento se ne farà cenno più innanzi. Sin d'ora é però opportuno evidenziare che il rapporto tra l'Ufficio e il Servizio é risultato difficile, almeno nella prima parte dell'istruttoria. Ne è prova che alla prima richiesta di elementi utili alle indagini il Servizio non rispondeva all'oggetto, fornendo soltanto valutazioni e commenti all'intervista a Bakkush e muovendo rilievi alle attività peritali affidate dall'istruttore. Si dovrà rivolgere pertanto un'ulteriore richiesta al Servizio con missiva del 27.06.87. Ma anche a questa missiva, il Servizio, all'epoca diretto dall'ammiraglio Martini, con foglio del 30.06.87 forniva una "non-risposta" limitandosi a confermare di non essere in possesso di notizie o documenti concernenti l'intervista a Bakkush e che le considerazioni espresse nell'appunto trasmesso il 24 giugno precedente "non avevano nessun riferimento con l'indagine in corso". Lo stesso giorno l'inquirente indirizzava al S.I.S.MI un'ulteriore missiva in cui chiedeva se il Servizio fosse a conoscenza o in possesso di notizie relative alla vicenda del DC9 dell'Itavia. Solo a seguito di questa ulteriore richiesta il Servizio comunicava, con missiva del 21 luglio 87, "che dall'attività informativa svolta dal S.I.S.MI in merito alla vicenda, non si rilevano elementi di specifico interesse per l'indagine giudiziaria", trasmettendo un appunto riepilogativo sull'attività svolta dal Servizio in direzione dell'evento.

Il 20 ottobre 89 questo GI emetteva, nei confronti del S.I.S.MI, decreto di esibizione di tutta la documentazione letterale, fotografica, fonografica e quanto altro in suo possesso e comunque acquisito, relativamente all'abbattimento del DC9 Itavia avvenuto il 27.06.80 nel cielo di Ustica e relativamente alla caduta del MiG libico avvenuta il 18.07.80 in Sila. Il S.I.S.MI con missiva del 24.10.89 inviava quanto aveva già consegnato alla Commissione Pratis nonché una serie di documenti successivamente inviati al Ministro della Difesa ed al CESIS, riservandosi l'inoltro di eventuale ulteriore documentazione di quanto dovesse essere reperito a seguito delle ulteriori ricerche disposte.

Sulla documentazione trasmessa in questa occasione, come sulle ulteriori e numerose acquisizioni disposte presso questo organismo da questo Giudice Istruttore, si riferirà oltre nel capitolo dedicato al S.I.S.MI.

Il PM con missiva del 13 novembre 89 richiedeva a questo Giudice di esaminare, tra gli altri, il generale Notarnicola, Capo della 1a Divisione del S.I.S.MI, ed il generale Mei, Vice Direttore del S.I.S.MI, cariche rivestite al tempo in cui si verificò l'evento. Il primo, in relazione ad un appunto datato 6 agosto 80 contenente considerazioni sull'accertata presenza di un aviogetto nelle immediate vicinanze del DC9, così come aveva riferito nel corso della testimonianza resa all'Ufficio, il generale Tascio (v. esame Tascio Zeno, GI 24.10.89); il secondo, sui rapporti SIOS/A ed il S.I.S.MI.

Notarnicola riferiva che l'interesse per la caduta del DC9 Itavia nasceva da notizie stampa che riferivano di un attentato politico nei confronti di un esponente della destra eversiva, Affatigato; notizia immediatamente smentita. Altra ipotesi era quella "di un'azione diretta contro un Magistrato che si recava in Sicilia per indagini", ipotesi, questa, che gli era stata fatta presente da "un appartenente all'organizzazione periferica di Firenze". Osservava di aver chiesto al Direttore del Servizio, in due occasioni, l'opportunità di svolgere indagini, ma che quest'ultimo gli aveva risposto che le notizie erano state diffuse dall'Itavia per interesse a coprire le reali cause del disastro aereo. Escludeva di avere espresso, all'epoca dei fatti, qualche dubbio sull'eventuale coinvolgimento delle Forze Armate. Infine, al riguardo dell'appunto del 6 agosto 80 a sua firma - sul quale si ritornerà nella parte relativa alle attività del S.I.S.MI sull'evento - riferiva che il problema relativo all'apparizione di una seconda traccia intersecante quella del DC9 emergente dai documenti dell'Aeronautica, era stato risolto immediatamente in quanto un ufficiale della sezione competente gli aveva rappresentato che le due tracce in realtà rispecchiavano traiettorie di aerei a quote diverse e quindi non significative, e che comunque su disposizione del generale Mei aveva interessato il SIOS Aeronautica, il cui chiarimento aveva fatto venir meno l'interesse ad ulteriori approfondimenti (v. esame Notarnicola Pasquale, GI 16.02.90).

Sulla posizione del generale Notarnicola, che assumerà a partire dal 3 novembre 95 la veste di indiziato, si ritornerà ampiamente sia nella parte relativa all'attività del Servizio che in quella relativa alla posizione di esso come indiziato.

Il generale Mei dichiarava che al tempo dei fatti rivestiva l'incarico di Vice Direttore del Servizio con delega permanente per gli affari tecnico-logistici e che in assenza del Direttore del Servizio svolgeva le funzioni di vicario. In relazione all'appunto del 6 agosto 80, dopo aver illustrato l'iter di acquisizione delle notizie da parte del Servizio e la relativa informazione alla Direzione del Servizio stesso, precisava di aver ritenuto di dar corso alla richiesta di valutazioni al SIOS Aeronautica in quanto vi era già stata una valutazione informale tra i due organismi dei plots radar di Licola e Marsala e che comunque il valore informativo dell'appunto del 6 agosto e di altro di cui si farà ampiamente cenno più innanzi "è nullo" in quanto trattavasi di documenti non usciti dal Servizio aventi solo valore di elaborazione di notizia senza assurgere al valore di informativa(v. esame Mei Abelardo, GI 16.02.90).

Su quest'ultima affermazione di questo teste e su come tutta l'attività del Servizio militare si dirà ampiamente - come già detto sopra - più innanzi.

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