La prima rivendicazione giunge alla redazione romana del Corriere della Sera nel primo pomeriggio del giorno successivo alla sciagura. Lo sconosciuto interlocutore dettava alla centralinista un messaggio a nome dei NAR - cellula eversiva di estrema destra - in cui si affermava che a bordo del DC9 si trovava Marco Affatigato che avrebbe dovuto recarsi a Palermo per compiere una non meglio indicata missione. L'interlocutore aggiungeva che sarebbe stato possibile individuarlo dall'orologio Baume Mercier che indossava. L'indomani, 29 giugno, la madre di Affatigato smentiva la presenza del figlio sull'aereo.
Sui motivi di questa telefonata su Affatigato - all'epoca peraltro latitante e come si vedrà riparato in Francia ed in contatto con più Servizi d'informazione - è stata svolta attività istruttoria, dalla quale tra l'altro è emersa una deludente se non inquietante inattività degli organi di intelligence, che si ritiene però utile rinviare nel dettaglio nel capitolo dedicato ai non pochi inquinamenti che si sono registrati in questo processo.
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