L'indomani del disastro, il 28 giugno, la Procura della Repubblica di Bologna, nella persona del Procuratore Capo Sisti, a seguito della notizia diffusa dal giornale radio di quello stesso giorno alle 7.30, secondo cui l'Itavia non escludeva, tra le cause dell'incidente, l'ipotesi del sabotaggio, richiedeva alla Digos locale di acquisire a norma dell'art.342, c.p.p.'30, il piano di volo del DC9 e sue eventuali modifiche, la registrazione delle comunicazioni terra-aereo, il verbale di visita ispettivo-tecnica in Bologna; la lista dei passeggeri ed ogni altro documento concernente il carico. Richiedeva altresì l'assunzione a verbale del direttore dell'aeroporto e del controllore di volo in servizio al momento del decollo, e comunque di dare immediato corso alle prime indagini di Polizia Giudiziaria. Tutto, precisava, senza pregiudizio delle iniziative che avrebbe adottato l'AG competente, a seguito dell'accertamento del luogo del disastro e di conseguenza della competenza territoriale (v. nota della Procura della Repubblica di Bologna a Digos Bologna, 28.06.80).
Nei giorni immediatamente successivi al disastro procedono così sia l'AG di Palermo che quella di Bologna, con richieste di notizie, acquisizioni di documenti, sequestri ed esibizioni.
Il 2 luglio 80 la Digos di Bologna trasmetteva alla Procura della Repubblica l'esito delle indagini esperite, consistenti nell'acquisizione di: 1. piano di carico; 2. tagliandi di volo; 3. lettere di vettura; 4. lista dei passeggeri e merci; 5. lettere di trasporto e merci; 6. stralcio del Q.D.B. (quaderno di bordo, sul quale vengono annotate le eventuali avarie rilevate in sede di controllo tecnico), fotocopia del piano di volo, relativa al DC9 IH870, trattandosi di piani ampiamente predeterminati e a durata stagionale; 7. estrapolazione della registrazione riguardante l'aeromobile interessato, essendo questa inserita in una bobina relativa a tutto il traffico aereo.
Poichè nel corso dell'acquisizione era emerso che gli aeromobili appena fuori dalla competenza dell'aeroporto bolognese venivano presi in consegna dal centro controllo di "Milano 2" operante a Monte Venda Padova, la Digos di Bologna in data 30.06.80, con telegramma Cat.A.4.80/Gab., richiedeva alla Questura di Padova di assumere eventuali dati relativi all'incidente.
Venivano inoltre assunti a sommarie informazioni, sempre dalla Digos bolognese, in data 28.06.80 il direttore dell'aeroporto, dr. Costa Gaetano e il controllore di volo al momento del decollo Minuzzo Dante. Il primo riferiva che: "...il Comandante Palagi, ed il suo equipaggio, all'arrivo del volo 881 Palermo/Bologna, non aveva dichiarato nessuna anomalia. Il Comandante Gatti, ritenendo sufficiente il carburante per il volo Bologna/Palermo (un'ora e trenta di volo senza scalo intermedio), contro un'autonomia di tre ore di volo, non ordinava il rifornimento, accettava la regolarità del piano di carico e decollava alle 20.08". Il secondo: "...alle ore 17.46GMT equivalenti alle ore 19.46 iniziavano le comunicazioni tra l'aeromobile in questione e la torre di controllo nella persona dichiarante, per le normali procedure che precedono un volo. Infatti tutte le comunicazioni riguardanti la messa in moto, il rullaggio, l'autorizzazione ed il decollo avveniva come segue: tutto regolare come avviene nella routine quotidiana, e cioè nello standard più assoluto come avviene nelle comunicazioni terra-bordo-terra".
In relazione alle cause dei ritardi tecnici subiti, veniva trasmessa alla Procura bolognese la relazione del brigadiere di PS Migliano Eugenio, dalla quale si rilevava che elementi in ordine ai ritardi potevano essere acquisiti presso la sede centrale dell'Itavia sita a Ciampino. Questo sottufficiale redasse anche un elenco dei ritardi superiori a 30 minuti registrati dal DC9 I-Tigi nel mese di giugno (v. relazione brg. di PS Migliano Eugenio, 30.06.80).
In relazione all'acquisizione della documentazione riguardante la manutenzione del DC9, veniva interessato l'ufficio di PS presso Fiumicino con fonogramma del 28.06.80 della Procura della Repubblica di Bologna, trascritto dalla locale Questura, con il quale si richiedeva l'acquisizione dei "cartoni di manutenzione", in quanto tutte le riparazioni tecniche avvenivano presso l'aeroporto di Ciampino. (sequestro della Polizia di Frontiera di Ciampino, presso l'ufficio del Direttore Tecnico della Società Itavia, 28.06.80).
Questo stesso giorno la Digos di Bologna richiedeva con telegramma alla Questura di Roma, per effetto al provvedimento della Procura di Bologna, di acquisire presso la Direzione Generale dell'ITAV il piano di volo del 27.06.80 tratta Bologna-Palermo ed eventuali verbali di visite ispettive tecniche, eseguite in Bologna ed altrove al velivolo in questione.
Nel trasmettere la documentazione di cui sopra alla Procura della Repubblica di Bologna, la Digos segnalava le seguenti circostanze: 1. il DC9 nell'effettuare lo scalo presso l'aeroporto "G.Marconi" - Bologna - non aveva effettuato rifornimento; 2. da un sommario esame del piano di carico, doveva escludersi un eccessivo carico rispetto a quello previsto; 3. durante i controlli di routine espletati dal personale della PS, non erano state rilevate differenze tra il numero dei passeggeri ed il bagaglio a mano nè altre anomalie. (v. relazione di servizio, dell'app. di PS Renzi Francesco e Guardia PS Picolli Massimo, in servizio presso il posto di Polizia dell'aeroporto di Bologna la sera della sciagura, datata 27.06.80); 4. in relazione alla notizia secondo cui a bordo del velivolo vi fosse il noto estremista di destra Marco Affatigato, veniva precisato che tale notizia era priva di fondamento in quanto quest'ultimo si trovava all'estero. (dalla nota della Questura di Lucca si desumeva che la madre dell'Affatigato, aveva riferito che il proprio figlio si era messo in contatto con lei per rassicurarla sul proprio stato di salute, smentendo così quelle notizie stampa che lo davano a bordo del DC9).
Sempre la Digos di Bologna il 5 luglio trasmetteva alla Procura della Repubblica di Roma lo stralcio delle comunicazioni TBT tra l'ATCC di Monte Venda (PD) ed il pilota; dette comunicazioni erano state consegnate dal 1° ROC - Comando Operativo in data 4 luglio 80 al dr. Bucciarelli della Questura di Padova in esecuzione al decreto emesso dalla Procura della Repubblica di Bologna in data 30.06.80.
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