2.1. Il recupero e l'identificazione delle salme.

In esito alle operazioni di ricerca furono rinvenute e recuperate trentanove salme e vari resti umani. S'è sostenuto da più parti, specie sulla stampa - che in un caso ha sostenuto che i corpi ripescati fossero quarantadue - che il numero delle salme fosse superiore. In vero, in questi conteggi si è incorsi in diversi equivoci. Ma un esame della documentazione specifica e cioè dei rapporti provenienti dalle unità militari, già esposta, del fascicolo fotografico della Polizia Scientifica di Palermo e delle relazioni peritali del personale medico-legale dell'università della stessa città, non consente alcun errore.

L'errore iniziale, quello sulla cui base può essersi originata la notizia di cui sopra, si rinviene nel rapporto di operazioni della nave Doria, ove espressamente si parla di totale di quarantadue salme recuperate e accentrate su quella nave. In vero questo errore può essere stato determinato dal fatto che su quella unità venivano registrati i ritrovamenti di tutte le altre navi militari o mercantili, che a volte trasferivano salme su motobarche della Doria, onde poteva aversi un doppio conteggio, o dal fatto che frammenti di salme - come tronconi o visceri o capelli o brandelli attaccati a parti dell'aereo - venissero considerati salme.

Sta di fatto che a terra vengono trasferite a mezzo elicotteri trentotto salme più tre resti umani indicati da Polizia Scientifica con le lettere A, B e C, e precisamente A resto umano non identificabile, B cuoio capelluto, C resto riconosciuto in Reina Giulia C, come si vede nei rilievi fotografici, è il troncone, riconosciuto nella predetta persona dal teste Di Natale, da particolari descritti in verbale di riconoscimento e in esame testimoniale.(v. verbale descrizione e identificazione cadavere e verbale di Di Natale Maurizio in data 2 luglio 80). In conclusione 38 salme intere, più 1 frammento di salma riconosciuto, oltre a resti assolutamente non identificabili. Le salme erano appartenute in vita alle persone seguenti:

1. Baiamonte Francescopaolo

2. Calderone Maria Vincenza

3. Cammarata Giuseppe

4. Campanini Arnaldo

5. Cappellini Antonella

6. Croce Maria Grazia

7. D'Alfonso Sebastiana

8. D'Alfonso Francesca

9. De Dominicis Rosa

10. De Lisi Elvira

11. Di Natale Francesco

12. Diodato Giuseppe

13. Fullone Carmela

14. Greco Antonino

15. Gruber Martha

16. Guarano Andrea

17. Guerino Giacomo

18. Guzzo Rita

19. La China Giuseppe

20. La Rocca Gaetano

21. Licata Marianna

22. Liotta Maria Rosaria

23. Lupo Giovanna

24. Marchese Claudio

25. Molteni Annino

26. Marfisi Tiziana

27. Parisi Alessandra

28. Pelliccioni Anna

29. Pinocchio Antonella

30. Pinocchio Giovanni

31. Reina Giulia (parte cadavere indicato con C)

32. Speziale Maria

33. Tripiciano Giulia

34. Valentini Daniela

35. Valenza Giuseppe

36. Volpe Maria

37. Zanetti Alessandro

38. Zanetti Emanuele

39. Zanetti Nicola

Non v'era alcuna possibilità di perdersi salme nei trasbordi dalle motobarche alle navi, e dalle navi agli elicotteri come durante i voli di questi mezzi, nè v'era alcun interesse a sottrarne.

Queste trentanove salme raccolte presso l'Istituto di Medicina Legale vengono affidate al collegio peritale nominato dalla Procura di Palermo, che pone il quesito di accertare, sulla scorta di quanto emerso dagli esami delle stesse salme, nonchè dei risultati di accertamenti otoscopici, radiografici, tossicologici, quali fossero stati i meccanismi che avevano prodotto le lesioni riscontrate sui cadaveri, quali fossero stati gli accadimenti che avevano prodotto i detti meccanismi, quali fossero state le cause dei tali accadimenti.

Quel collegio sottopose tutti i cadaveri (ed ovviamente anche il troncone) ad ispezione esterna. Procedette ad autopsia invece su soltanto sette; per cinque la scelta fu motivata, si segue sempre la lettura della perizia, dalla necessità di acquisire elementi di identificazione al tempo non ancora acquisiti; il sesto cadavere fu scelto in quanto di un membro dell'equipaggio e cioè della hostess; il settimo perchè bambino, sì da accertare eventuali differenze delle lesioni interne, rispetto ai cadaveri degli adulti.

Le autopsie furono integrate dagli esami istologici. Su tutti i cadaveri sottoposti ad autopsia si procedette altresì a prelevamento di sangue e di parti polmonari per accertare eventuali presenze di gas tossici. Su parte dei cadaveri - sia sottoposti che non sottoposti ad autopsia - si procedette ad otoscopie, per l'esattezza nove, e ad indagini radiologiche, dodici.

Il collegio in esito ritenne che "le sette persone sottoposte ad autopsia erano soggiaciute ad un identico meccanismo lesivo iniziale che aveva provocato la espansione enfisematosa acuta dei polmoni. Queste alterazioni dovevano stimarsi compatibili con l'ipotesi di una decompressione brusca nell'ambiente pressurizzato del velivolo in volo ad alta quota e forte velocità.

Era teoricamente possibile - continuava il collegio - che l'enfisema polmonare realizzatosi a seguito dello squarcio a grande altezza di un aeromobile in velocità dipendesse inizialmente dalla decompressione, con espansione dell'aria delle cavità alveolari, ma altresì, in rapida successione, del "colpo d'ariete" prodotto dalla penetrazione violenta dell'aria esterna rarefatta nelle vie aeree e nei polmoni dei soggetti che per inerzia conservano la velocità iniziale dell'aereo. Sulla base pura e semplice delle alterazioni polmonari constatate non era possibile quantificare in termini di secondi o frazioni di secondo in quanto tempo fosse avvenuta la decompressione, che però ad avviso del collegio era stata molto rapida.

La perfetta corrispondenza delle alterazioni polmonari sui sette cadaveri, scelti casualmente, autorizzava a ritenere che anche gli altri soggetti fossero soggiaciuti a un identico meccanismo lesivo con analoghe lesioni polmonari.

La decompressione brusca dell'ambiente pressurizzato era idonea a provocare - con le lesioni polmonari - quanto meno un grave obnubilamento del sensorio, se non addirittura la perdita di coscienza dei passeggeri.

Tutti i cadaveri presentavano lesioni intravitali, che dovevano considerarsi prodotte dopo l'instaurazione dell'enfisema acuto da decompressione; anche le contusioni polmonari constatate nei cadaveri sottoposti ad autopsia erano state successive al momento di produzione dell'enfisema acuto.

Subito dopo la brusca decompressione verificatasi a grande altezza, una parte dei passeggeri potrebbe essere stata risucchiata fuori dall'aereo, precipitando nel vuoto sino all'impatto sulla superficie del mare.

Altra parte dei passeggeri può essere stata sbattuta più volte contro le pareti dell'aereo in precipitazione sino all'arresto sulla superficie del mare; altri ancora potrebbero essere finiti sott'acqua per risalire successivamente in superficie con l'aria venuta fuori dalla carlinga dell'aereo inabissato.

In conclusione, dopo le lesioni polmonari iniziali, da decompressione brusca verificatasi a grande altezza, i passeggeri del DC9 soggiacquero a gravi e molteplici lesioni contusive da precipitazione da grande altezza ("grandi traumatismi contusivi"), dirette responsabili del decesso; di alquanti soggetti sono stati rinvenuti pochi resti martoriati. E' possibile che singole lesioni discontinuative siano state prodotte da lamiere dell'aereo. Stante la precipitazione da grande altezza, non si sa quale valore attribuire ai reperti di lacerazione delle membrane timpaniche e di emotimpano; se si sia trattato cioè di lesioni iniziali da decompressione oppure da successive gravi contusioni della testa con lesioni cranio-facciali.

All'impatto contro la superficie del mare, nessun passeggero dell'aereo sopravvisse, come si evince dall'assenza di segni di annegamento in tutti i cadaveri...".

"Nei cadaveri o frammenti di salme ripescate non si constatano tracce di bruciature nè di deposizione superficiale di piccoli frammenti metallici, ascrivibili a mobilizzazione - a seguito di esplosione - di piccole parti di strutture metalliche.

Il grosso frammento metallico rinvenuto su un cadavere rivelò la sua provenienza da strutture dell'aereo; così come dall'aereo non potevano che provenire le due viti ed il dado rinvenuti in un altro cadavere.

Stante la modestia del reperto, non si ritiene che i corpi estranei di densità metallica e di limitate dimensioni rinvenuti su cinque cadaveri, siano residui di un ordigno esplosivo o di strutture metalliche mobilizzate da esplosione di un ordigno, appunto per il loro scarsissimo numero e loro limitate dimensioni...".

"L'assenza di ossido di carbonio e di acido cianidrico nel sangue, nei polmoni dei cadaveri fa escludere che nell'abitacolo dell'aereo si sia sviluppato un incendio con produzione di gas tossici." (relazione riassuntiva sugli esami praticati sulle salme dei passeggeri del DC9 Itavia - Albano-Stassi, 30.12.80).

Il trasferimento delle salme dalle aree di recupero sulla terraferma dette luogo a diverse questioni. In un primo tempo s'era infatti deciso di concentrare a Napoli tutti i cadaveri, certamente perchè da quel porto erano partite le unità navali che avevano operato le ricerche. In tal senso s'era tenuta una riunione nella Prefettura del capoluogo campano il 28, riunione alla quale avevano partecipato, oltre il Prefetto, il Questore, il Procuratore capo, il Comandante dei Carabinieri, il Direttore marittimo, rappresentanze della Marina Militare, dei Vigili del Fuoco, della Croce Rossa e del Comune.

In esito a tale riunione s'era stabilito che le salme sarebbero state composte in un salone della stazione marittima; quindi quelle identificate sottoposte ad autopsia, e quelle non identificate trasferite nelle celle frigorifere del primo Policlinico, del secondo e del Cardarelli. I parenti delle vittime sarebbero stati ospitati in alberghi della città nei pressi della stazione marittima, e il loro soggiorno sarebbe stato curato dai funzionari dell'Itavia.

I familiari instarono, invece, perchè quei corpi venissero portati a Palermo, ove in vita risiedeva la maggior parte delle vittime. Aderendo a tale richiesta nel corso della stessa giornata la decisione fu modificata e fu prescelto il capoluogo siciliano per la concentrazione dei cadaveri (notiziari ANSA 28.06.80).

In effetti le salme cominciarono ad affluire all'Istituto di Medicina Legale dell'università nel primo pomeriggio intorno alle 17.00 di quello stesso 28. Prima che fossero trasferite in tale Istituto, esse furono sottoposte a visita preliminare da parte del dr.Verde e dal dr.Albano, di medicina legale (v. verbali di descrizione e identificazione di cadavere vol.VI-fasc.1).

L'ingresso delle salme nell'Istituto non fu registrato a causa della gran confusione che sin dal primo pomeriggio s'era venuta a creare. Come personale amministrativo v'era al tempo una sola segretaria, che peraltro sembra fosse in ferie. Manca perciò un qualsiasi elenco e conteggio delle salme raccolte (v. esame Albano Nunzia Anna Maria, GI 03.09.90)

Le visite esterne furono effettuate da quattro medici legali, cioè dai professori Maggiordomo, Caruso, Albano e dal dr. Verde, tutti deceduti al 90, eccetto la donna. Gli esami tossicologici furono compiuti dal prof. Procaccianti. Gli esami otoscopici furono compiuti dai professori Maggiordomo, Speciale ed Albano (v. esame Albano, citato).

A detta di quest'ultima, e le sue dichiarazioni appaiono pienamente credibili, il lavoro dei medici legali fu effettuato "in condizioni veramente disastrose", sia perchè nei locali delle sale autoptiche erano in corso dei lavori di ristrutturazione, sia perchè l'istituto disponeva di solo quattro celle frigorifere e la maggior parte dei cadaveri si sarebbe putrefatta, sia principalmente perchè vi erano centinaia di parenti che premevano per la restituzione delle salme, parenti che nella maggior parte si opponeva al compimento delle autopsie (v. esame Albano, citato).

Dichiarazioni in parte confermate anche da altri testi, secondo cui, a detta del direttore dell'Istituto professor Stassi, non si era riusciti a compiere tutte le autopsie necessarie a causa delle pressanti richieste dei parenti delle vittime, le cui salme erano state depositate nella maggior parte nei corridoi a causa di lavori in corso (v. esame De Luca Pietro e Fucci Piero, GI 05.07.91).

Il direttore dell'Istituto, previa autorizzazione - di certo orale, nde - del magistrato inquirente decise perciò di procedere a campione sulla base di questi criteri: la necessità di identificazione di quei cadaveri che non erano attribuibili con certezza ai nominativi dell'elenco passeggeri, scelta di salme che presentavano scarse lesioni esterne, scelta di un bambino, perchè alcuni bambini erano quasi integri; scelta della hostess quale unica componente dell'equipaggio, perchè secondo la prassi seguita da quell'Istituto nelle precedenti sciagure avvenute su aerei che stavano per raggiungere Palermo - quella in oggetto era la terza in un brevissimo periodo di tempo, nde - si era proceduto ad autopsia solo sui membri dell'equipaggio e non sui passeggeri (v. esame Albano, citato).

Tutti gli indumenti e gli oggetti che furono rinvenuti dagli operatori nel corso delle autopsie o delle visite esterne vennero descritti nei relativi processi verbali. Il teste non ricorda se i cadaveri furono registrati almeno in uscita (v. esame Albano, citato).

Da questa serie di circostanze negative, riflessi negativi sulla completezza e la precisione delle indagini autoptiche, incompletezze che hanno consentito a loro volta una serie di ricostruzioni di fantasia, che hanno costretto ad indagini, riesumazioni e lungaggini.

Oltre le storie sul numero dei cadaveri, che appariranno anche in dichiarazioni testimoniali, la stampa ha menzionato vicende di cadaveri con lacci emostatici, di cadaveri aggrovigliati, di sopravvissuti per ore dopo l'impatto dell'aeromobile sulla superficie del mare; ma su questa materia infra.

A partire dal gennaio del 92 sono stati svolti accertamenti nei confronti dei deceduti nel disastro aviatorio in ordine, in particolare, ai precedenti penali, all'attività lavorativa svolta ed ai motivi del viaggio.

1) Andres Luigi - medico dentista, in viaggio per partecipare al matrimonio della sorella di un amico;

2) Benedetti Cinzia (in Andres) -laureanda in lingue presso l'università di Padova - in viaggio con il proprio coniuge;

3) Baiamonte Francesco - commerciante di carni - in viaggio per motivi di lavoro connessi alla propria attività;

4) Bonati Paola - socio amministratore della Soc. Emir - in viaggio per raggiungere il padre, direttore di una clinica medica, impegnato in un congresso a Palermo;

5) Bonfietti Alberto - insegnante di scuola media - in viaggio per festeggiare il compleanno della figlia Silvia in vacanza in Sicilia insieme con la madre;

6) Bosco Alberto - si occupava di macchinari per l'estrazione del marmo - rientrava in famiglia dopo un viaggio di lavoro;

7) Calderone Maria Vincenza - casalinga - in viaggio dopo essersi sottoposta a visita medica di controllo presso l'ospedale di Bologna, conseguentemente ad un intervento chirurgico subito all'arto inferiore destro, presso lo stesso ospedale;

8) Cammarata Giuseppe - carabiniere in permesso - in viaggio per assistere ad un matrimonio;

9) Campanini Arnaldo - operaio presso la ditta FMC di Parma costruttrice di macchinari per l'industria alimentare - diretto a Palermo per manutenzione di macchinari presso la ditta Coalma di Palermo;

10) Cappellini Antonella - avvocato presso il foro di Bologna - diretta a Palermo, in compagnia di Guelfo Gherardi a cui era legata sentimentalmente, per partecipare ad una riunione del comitato ristretto degli agenti di cambio, programmata per il 28 giugno 80 presso quella villa Igea;

11) Casdia Antonio - impiegato presso il Ministero delle Finanze - rientrava in famiglia per un periodo di ferie;

12) Cerami Giovanni - ingegnere presso lo stabilimento petrolchimico ANIC di Gela;

13) Croce Maria Grazia coniugata con D'Alfonso Salvatore - casalinga - in viaggio con la famiglia;

14) D'Alfonso Francesca - minore - figlia di D'Alfonso Salvatore e Croce Maria Grazia;

15) D'Alfonso Salvatore - magistrato presso la Pretura di Venezia - in viaggio per ferie;

16) D'Alfonso Sebastiano - minore - figlio di D'Alfonso Salvatore e Croce Maria Grazia;

17) Davì Michele - rappresentante di diverse ditte dolciarie e fitofarmaci - rientrava a Palermo dopo una riunione di lavoro organizzata dalla ditta Baslini operante a Bologna nel settore dei fitofarmaci;

18) De Cicco Giuseppe Calogero - macellaio - in viaggio per motivi di lavoro;

19) De Dominicis Rosa - hostess e componente dell'equipaggio del DC9;

20) De Lisi Elvira - laureata in ingegneria nucleare, non espletava la libera professione - rientrava da Urbino ove aveva assistito alla laurea del proprio fratello;

21) Di Natale Francesco - minore - figlio di Valentini Daniela - in viaggio con la propria madre;

22) Diodato Antonella - minore - figlia di Lupo Francesca - in viaggio per visita a parenti;

23) Diodato Giuseppe - minore - figlio di Lupo Francesca - in viaggio per visita a parenti;

24) Diodato Vincenzo - minore - figlio di Lupo Francesca - in viaggio per visita a parenti;

25) Filippi Giacomo - titolare responsabile legale della ditta Filippi e Leonelli, nonché gestore del laboratorio di produzione surgelati Nevada - in viaggio per motivi di lavoro;

26) Fontana Enzo - 1° ufficiale, componente l'equipaggio del DC9;

27) Fontana Vito - commerciante - insieme con i propri congiunti Parrinello Francesca e Parrinello Carlo, rientrava da Padova, ove si era sottoposto a controlli sanitari specialistici;

28) Fullone Carmela - minore - figlia di Fullone Rosario e Volpe Maria;

29) Fullone Rosario - impiegato presso l'ufficio amministrativo dell'ospedale militare di Palermo - rientrava a Palermo dopo aver accompagnato la consorte sottoposta a visita di controllo che effettuava periodicamente presso il Centro specializzato degli "Ospedali riuniti di Pisa" in quanto affetta da malattie renali;

30) Gallo Vito - macellaio - rientrava dopo un viaggio per motivi di lavoro;

31) Gatti Domenico - Comandante del DC9 Itavia;

32) Gherardi Guelfo - agente di cambio - viaggiava in compagnia della Cappellini Antonietta;

33) Greco Antonino - agente di Pubblica Sicurezza, diretto a Palermo presso i propri familiari, in congedo straordinario ottenuto a seguito di una contusione tibio-tarsica destra;

34) Gruber Martha - impiegata presso l'Hotel delle Palme di Palermo - rientrava da Bologna dopo aver fatto visita ai figli, entrambi colà residenti;

35) Guarano Andrea - si occupava di macchinari per l'estrazione del marmo - rientrava dopo un viaggio di lavoro;

36) Guardì Vincenzo - piastrellista - in viaggio per visita a parenti;

37) Guerino Giacomo - carabiniere in permesso;

38) Guerra Grazia - bracciante agricola e baby-sitter della famiglia De Lisi;

39) Guzzo Rita - dipendente del Ministero delle Finanze in servizio presso gli uffici delle II.DD di Suzzara (MN) - rientrava in famiglia per un periodo di ferie;

40) La China Giuseppe - fotografo ambulante - in viaggio per visita a parenti;

41) La Rocca Gaetano - assicuratore presso la compagnia assicuratrice Universo - rientrava da Bologna ove si era recato per lavoro;

42) Licata Paolo - maresciallo in pensione della Guardia di Finanza - si era recato a Mantova per prelevare le nipoti Marfisi Daniela e Marfisi Tiziana;

43) Liotta Maria Rosaria - impiegata come borsista presso l'università di Palermo, facoltà di matematica - rientrava a Palermo dopo essere stata a Padova per motivi di lavoro;

44) Lupo Francesca - minore - in viaggio per visita a parenti;

45) Lupo Giovanna - casalinga - in viaggio per visita a parenti;

46) Manitta Giuseppe - imprenditore edile - rientrava a Palermo dopo essersi recato a Padova per definire la pratica della vendita di due immobili ereditati dalla moglie;

47) Marchese Claudio - studente universitario - rientrava a Palermo dopo una vacanza a Bologna;

48) Marfisi Daniela - minore - nipote dei coniugi Licata;

49) Marfisi Tiziana - minore - nipote dei coniugi Licata;

50) Mazzel Enrta Dora Erica - albergatrice - in viaggio per motivi turistici;

51) Mazzel Rita - casalinga - in viaggio per motivi turistici;

52) Mignani Maria Assunta - commessa presso una farmacia - diretta ad Ustica per motivi turistici;

53) Molteni Annino - ragioniere, direttore amministrativo della Società Italkali produttrice di sali minerali - in viaggio per motivi di lavoro;

54) Morici Paolo - assistente di volo - equipaggio DC9;

55) Norrito Guglielmo - impiegato - rientrava dopo aver fatto visita al fratello ricoverato in ospedale;

56) Ongari Lorenzo - geometra presso l'azienda metalmeccanica Belleli di Mantova - in viaggio per lavoro;

57) Papi Paola - impiegata presso la ditta dolciaria Bauli di Verona - in viaggio per visitare la figlia;

58) Parisi Alessandra - minore, figlia di De Lisi Elvira;

59) Parrinello Carlo - bracciante agricolo - rientrava da Padova ove si era sottoposto a controlli sanitari specialistici;

60) Parrinello Francesca - casalinga - rientrava da Padova ove si era sottoposta a visita medica;

61) Pelliccioni Anna Paola - casalinga - in viaggio per visita ad amici;

62) Pinocchio Antonella - studentessa universitaria - rientrava a Palermo dopo aver visitato a Bologna la propria madre ricoverata in un ospedale di quella città;

63) Pinocchio Giovanni - studente - rientrava a Palermo dopo aver visitato a Bologna la propria madre ricoverata in un ospedale di quella città;

64) Prestileo Gaetano - ingegnere presso la Italkali di Palermo - rientrava da Mantova dove si era recato per motivi di lavoro;

65) Reina Giulia coniugata con La China Giuseppe - pensionata - in viaggio per visita a parenti;

66) Riina Andrea - manovale edile - in viaggio per visita a parenti;

67) Ronchini Costanzo - perito metalmeccanico della Snam progetti di Fano (PS) - diretto a Gela per motivi di lavoro;

68) Siracusa Marianna - pensionata, coniugata con Licata Paolo - si era recata a Mantova per prelevare le nipoti;

69) Speciale Maria Elena - casalinga - rientrava a Palermo da Parma dove si era recata per una visita medica oculistica;

70) Superchi Giuliana - minore non accompagnata;

71) Torres Pierantonio - commerciante di tessuti e abbigliamento - viaggiava insieme ai coniugi Andres;

72) Tripiciano Giulia Maria Concetta - assistente ordinario di analisi matematica, nonché incaricato di matematiche complementari presso l'università di Modena - rientrava a Palermo da Modena dove si era recata per definire delle pratiche burocratiche;

73) Ugolini Pier Paolo - tecnico presso la società Snamprogetti - in viaggio per motivi di lavoro;

74) Valentini Daniela - diretta a Palermo per far visita al proprio coniuge;

75) Valenza Giuseppe - agente di commercio presso la ditta Marzotto - rientrava a Palermo dopo essere stato a Vicenza per motivi di lavoro;

76) Venturi Massimo - impiegato presso il Credito Romagnolo - in viaggio diretto ad Ustica per motivi turistici;

77) Volanti Marco - tecnico della Snamprogetti di Pesaro - in viaggio per motivi di lavoro;

78) Volpe Maria - pensionata - rientrava a Palermo dopo essersi sottoposta a visita medica specialistica a Bologna;

79) Zanetti Alessandro - minore, figlio di Zanetti Emanuele;

80) Zanetti Emanuele - capo ufficio estero presso la sede centrale di Padova della Banca Cattolica del Veneto - in viaggio per Palermo per visita parenti;

81) Zanetti Nicola - minore, figlio di Zanetti Emanuele.

Si compivano anche ricerche al fine di accertare se alcuno dei passeggeri avesse avuto precedenti o pendenze penali.

Si appurava così che Alberto Bonfietti, segretario provinciale e regionale dell'organizzazione extraparlamentare "Lotta Continua", era stato denunciato per aver promosso manifestazioni sediziose e senza preavviso, per occupazione della facoltà di sociologia dell'università di Trento nonché per violenza a pubblico ufficiale; Giuseppe De Cicco era stato denunciato per macellazione e trasporto clandestino di carni e violazione di domicilio; Giacomo Filippi lo era stato per trasporto di partita per uso zootecnico sprovvista del prescritto certificato sanitario; Vito Fontana per lesioni personali colpose; Andrea Guarano per incendio doloso e per prelievo irregolare di energia elettrica; Giuseppe Manitta aveva precedenti per furto aggravato, commercio di stupefacenti, esercizio abusivo di commercio e emissione di assegni a vuoto; Carlo Parrinello era stato denunciato per violazione di legge sulla caccia; Anna Paola Pelliccioni era stata denunciata per omessa custodia di animali. Si appurava altresì che il coniuge di De Lisi Elvira, Parisi Roberto, imprenditore edile, consigliere delegato del gruppo ICEM (Costruzioni Elettriche Meccaniche), sarà ucciso dalla mafia a Palermo nel 1985.

In effetti nessuno dei passeggeri aveva precedenti tali da motivare azioni di vendetta o di minaccia. Si tratta di denunce e condanne, ad eccezione del Manitta, per reati minimi. Anche i precedenti del Manitta però sono di criminalità comune. Nessuna delle persone appare collegata ad organizzazioni mafiose - ma su tale questione più specificatamente oltre. Ed anche il fatto che vedrà, a distanza di cinque anni, il marito della De Lisi, vittima di un agguato mafioso non appare assolutamente collegato con il disastro. Secondo alcuni pentiti, come si dirà nel relativo capitolo, l'evento potrebbe avere avuto una matrice mafiosa, ma le dichiarazioni di costoro non hanno sortito alcun effetto, giacchè è emerso che si riferivano palesemente a precedente incidente aereo, accaduto anch'esso a danni di un velivolo civile diretto a Palermo, ove erano in effetti imbarcati personaggi in odor di mafia.

Sono stati altresì disposti accertamenti al fine di individuare nell'evento azioni di criminalità su coloro che, pur avendo prenotato il volo IH870 del 27.06.80, non si erano più imbarcate e cioè Castiglioni, Coffarel o Coffare, Coletti Nicola, Failla Mario, Faletti, Guerra, Messana D'Angelo Enrico, Monti Giuseppe, Nanni Teo, Santillo, Santillo Giacomo, Sciacca Salvatore, Sola Carmelo, Todaro, Tricomi Vincenzo.

Di costoro sono stati identificati ed escussi in relazione al mancato viaggio:

- Coletti Nicola, professore universitario, che ha dichiarato di non aver fruito del volo IH870 del 27 giugno 80, avendo anticipato il rientro a Palermo il 26 giugno 80;

- Failla Mario, impiegato presso l'Associazione Regionale dei Consorzi Provinciali Allevatori della Sicilia, che ha riferito di essere partito il 28 giugno 80 in treno dalla stazione di Milano, avendo perso il volo del 27 giugno 80 a causa del ritardo accumulato dal treno che aveva preso per recarsi a Bologna da Rimini;

- Messana D'Angelo Enrico, impiegato presso l'Associazione Regionale dei Consorzi Provinciali Allevatori della Sicilia, che ha dichiarato di non essere partito in quanto per motivi di ritardo perse il volo prenotato sull'IH870. Era partito il giorno 28 giugno 80 con altro volo della compagnia Itavia Bologna/Palermo;

- Santillo Giacomo, impiegato presso una concessionaria di pubblicità, che ha confermato di aver rinunciato al volo, perché due ore prima che partisse il volo da Bologna per Palermo, la ditta per cui lavorava gli aveva comunicato che era riuscita a trovargli posto sul volo Milano/Palermo;

- Tricomi Vincenzo, magistrato presso il Tribunale di Firenze, sulla cui vicenda, più complessa, si tratterà più ampiamente in apposito capitolo.

Sono state infine svolte indagini finalizzate all'identificazione dei passeggeri del volo immediatamente precedente sia per i motivi di cui sopra sia per individuare un eventuale gesto criminale di un passeggero durante il volo o all'atto di abbandonare l'aeromobile. Tali indagini sono però risultate infruttuose, poiché all'epoca dei fatti l'Itavia, non disponendo di un proprio sistema informatico, si avvaleva della banca dati della British Airways, i cui dati venivano tenuti nel computer per ventiquattro ore e poi trasferiti su microfiches e conservati soltanto per un anno prima di essere distrutti definitivamente.

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