Capitolo VII

Le ipotesi e le richieste della difesa Itavia.

Da ultimo si deve dire che non possono essere sottovalutate le considerazioni della difesa di Davanzali e Lisi sui personaggi di Abdel Baset al Megrahi, attualmente accusato dagli Stati Uniti di aver partecipato all'attentato di Lockerbie nel 1988, e di Salm Said Salem, più volte indicato come appartenente ai Servizi Libici, che potrebbe risultare secondo quel difensore, il nome di copertura in Italia, sin dal 1972 di uno dei maggiori esponenti dell'OLP, per anni a capo della fazione FLP ed esecutore dell'operazione a danni dell'Achille Lauro.

Partendo da questi due personaggi ed altri collegati (Omar Yaia e Pacini Battaglia), quella parte avanza l'ipotesi di una stretta connessione tra alcune vicende delittuose commesse in Italia tra la fine degli anni 70 ed i primi anni 80 e gli incidenti aviatori del DC9 di Ustica e del MiG libico di Castelsilano.

Su tale base chiede:

- disporre ulteriori indagini sul delitto di strage nei confronti degli altri autori del reato nonché nella formulazione di ulteriori contestazioni di reato in ordine ad alcuni episodi già emersi in atti. In particolare il redigente propone di sentire formalmente i politici che, all'epoca autorizzarono e consentire operazioni "coperte" con la Libia.

Più in particolare la presenza di elementi indizianti, tali da imporre la prosecuzione di ulteriori indagini sul delitto di strage, apparirebbe inequivocabilmente dalla lettura delle risultanze processuali proprio nella parte in cui appare provata l'ipotesi della strage di Ustica, nel contesto di una battaglia aereo con il relativo coinvolgimento del DC9 Itavia. Battaglia aerea che, secondo quel difensore, sarebbe avvenuta nel quadro di un'operazione di copertura in favore della Libia con la compiacenza dei Servizi italiani e americani e caratterizzata dalla presenza di almeno un aereo "protetto" - con personalità araba a bordo - sulla scia del DC9 Itavia.

L'autore della memoria compie altresì un'analisi del contesto politico dell'epoca alquanto precisa e descrittiva con particolare riferimento al complesso dei rapporti politici ma soprattutto affaristici tra il Governo libico e quello italiano. Si giunge così a sostenere l'ipotesi dell'esistenza di un consolidato sistema di sotterranei ricatti di Stato tra la Libia e l'Italia che emergerebbe da fascicoli e carte a far data dal 1975. In particolare, testualmente: "emergono, al momento della strage di Ustica, rapporti consolidati e radicati tra i nostri Servizi e i massimi vertici libici in una situazione di contiguità con l'OLP e la causa palestinese, attraverso connessioni di vario genere, da quello petroliferi (a cuore dei massimi vertici italiani) a quelli legati alla stessa sopravvivenza del leader politico".

A sostegno dell'accennata analisi alcuni episodi e circostanze ritenuti significati:

- il noto caso "M.Fo.Biali" (dal nome Mario Foligni - Libia), da cui il fascicolo compilato dal reparto "D" del SID, concernente l'esponente politico democristiano siciliano che nel 75 aveva creato strani collegamenti con i movimenti indipendentisti siciliani dell'epoca e con numerosi personaggi appartenenti alla massoneria non disdegnano di mantenere rapporti con lo stesso Gheddafi.

- La situazione militare di aperto contrasto verificatasi alla frontiera Libia-Egitto proprio a ridosso della data del 27 giugno 80; entrambi gli stati si sfidarono con minacce senza però mai arrivare a vere e proprie aggressioni militari.

- I depistaggi dei Servizi segreti che si sarebbero concretizzati attraverso una sostenuta attività di disinformazione - in tal senso l'autore svolge un'ampia rassegna delle vicende delittuose più torbide che hanno caratterizzato quel periodo: dallo scandalo "Billygate", al "Supersismi", alla scoperta della lista di Licio Gelli degli appartenenti alla P2, all'attentato al Papa, ed altri

- La presenza di singolari coincidenze di versioni, come in particolare il trasferimento di Abu Abbas da Zurigo a Tripoli tra l'altro sull'aerovia "Ambra 13" utilizzata proprio dal DC9 Itavia la sera del 27 giugno, coincidenza che riguarderebbe anche un aereo militare italiano che il 28 settembre dell'81intercettò un velivolo della compagnia di bandiera libica in volo da Zurigo a Tripoli e lo scortò fino all'uscita dello spazio aereo italiano.

- Una rassegna di testimonianze che paiono avvalorare l'ipotesi della battaglia aerea.

- Un elenco di morti sospette, quanto meno sotto l'aspetto di strane ed anomale coincidenze, che hanno connotato il processo.

- Le tracce di un'operazione aeronavale sui cieli del Mediterraneo - la mancata completa acquisizione dei tracciati radar sarebbe indicativa dell'esistenza di 'un'operazione "coperta" a livello militare. In particolare si esprimono talune riserve in ordine alle conclusioni raggiunte del PM sulla presenza della portaerei Saratoga nel porto di Napoli alla data del 27 giugno 80. In tale contesto, si esprimono alcune considerazioni sulla presenza della portaerei francese Clemenceau e delle navi italiane che parrebbero evidenziare talune perplessità derivanti dalle risposte fino ad oggi acquisite al processo.

- La cauta del MiG libico ed il suo coinvolgimento nell'incidente di Ustica, per effetto della presenza di elementi che retrodaterebbero la data ufficiale di caduta del 18 luglio 80 a quella più probabile del 27 giugno.

Ampi riferimenti e commenti all'annotazione "Progetto Tascio-Notarnicola". L'autore del documento avanza l'ipotesi che sussistano sufficienti indizi probatori per "ritenere che il progetto Tascio-Notarnicola del 23 luglio possa essere stato semplicemente il progetto di Santovito di annullare l'ipotesi politica (di Formica) e la prova processuale (l'autopsia del pilota) dell'abbattimento. Altro riferimento è costituito dal sequestro dell'agenda del generale Giuseppe Santovito ed acquisita al processo di Ustica.

- In tal senso, si avanza il fondato sospetto della complicità italo-libica volta a costruire artatamente il falso volo del 18 luglio 80 e ad occultare la prova del collegamento tra il MiG e la caduta del DC9 Itavia.

- Infine, a proposito di Abu-Abbas, coinvolto nella vicenda del sequestro dell'Achille Lauro, il difensore diparte civile ipotizza che il terrorista, dopo essere stato arrestato in Italia, veniva trasportato con un velivolo diretto a Tripoli che si era immesso sulla scia del DC9 Itavia, con un'operazione coperta dei Servizi italiani ed americani, da cui si sarebbero scaturite le tragiche conseguenze della strage di Ustica.

Elementi di fatto tutti, che dovranno esser presi in considerazione con istruzione di nuovo rito da parte del PM.

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