L'"Itavia Società di Navigazione Aerea", poi divenuta "Aerolinee Itavia" SpA il 13 novembre del 1962, costituisce un punto di interesse costante nell'intero corso dell'attività istruttoria e per le attività di polizia giudiziaria che hanno avuto per oggetto il disastro aereo di Ustica.
Il DC9 I-Tigi "Marche" che il 27 giugno 80 si trovava in rotta da Bologna a Palermo (volo IH870, sull'aerovia "Ambra 13"), era stato acquistato il 25 gennaio 72 dalla Mc Donnell Douglas Corporation - USA. Al 31.12.79, la flotta sociale era costituita da nr.3 Fokker F. 28-1000 di proprietà, da nr.5 Douglas DC9 - 10 di proprietà e da nr.3 Douglas DC9 - 30 a noleggio della Compagnia statunitense Hawaiian Airlines.
Nella presente trattazione verranno individuati e indicati per sintesi gli elementi salienti dell'attività societaria dall'origine fino alla data cruciale del 27 giugno 80 e successivamente lungo le tappe percorse dall'amministrazione straordinaria fino alla recente ed attuale configurazione. La Società, a seguito di istanza di fallimento da parte di vari fornitori veniva dichiarata in stato di insolvenza dal Tribunale di Roma - Sezione Fallimentare con sentenza 265/81 del 14.04.81 ed assoggettata alla procedura straordinaria ai sensi dell'art. 1 della Legge 3.04.79 n.95 (cd. Legge Prodi). Successivamente, con D.M. 31.07.81, la SpA Aerolinee Itavia veniva posta in amministrazione straordinaria secondo le procedure della suddetta legge Prodi e contestualmente veniva nominato Commissario l'ing. Bruno Velani, cui succedeva nel 1987 l'avv. Antonio Cospito. Sono inoltre presentate congiuntamente le situazioni giudiziaria e patrimoniale dell'Itavia. In particolare viene definito l'assetto della proprietà azionaria; in tale contesto si è verificata la persistenza di un azionariato piuttosto suddiviso e tutt'oggi per la parte più cospicua rappresentato fiduciariamente sia in Italia sia all'estero.
Vengono poi delineate la contribuzione pubblica che era stata concessa alla Società e la fiducia bancaria accordata; quest'ultima ampiamente disattesa, considerata la notevole esposizione della Società; mentre per la contribuzione subito dopo il disastro aereo del giugno 1980 si assiste ad una totale interruzione di qualsiasi sostegno, peraltro vanamente invocato dall'Itavia proprio in seguito all'incidente. Infine viene sviluppato un profilo di notevole interesse per le evidenti implicazioni economiche costituito dall'accertamento e dalla valutazione del complesso dei rapporti assicurativi e delle varie ipotesi ed attese risarcitorie, che potrebbero aver condizionato le stesse "letture" espresse dalle parti sulle cause del disastro.
La società è stata costituita il 13 ottobre 58 con atto del notaio Vincenzo Butera di Roma (Rep. 309883, registrato al nr. 4743, vol. 63/3 in data 17.10.58 presso l'Ufficio del Registro di Roma), con la denominazione "Itavia Società di Navigazione Aerea - Società per Azioni". Con atto del notaio Nazzareno Dobici del 13.11.62, rep.324246, la predetta denominazione sociale è stata mutata in "Aerolinee Itavia".
All'atto della costituzione il capitale sociale ammontava a lire 1.000.000, suddiviso in nr. 1000 azioni del valore di lire 1000 ciascuna. Il valore del capitale sociale ha quindi subito diverse variazioni, fino al 9 febbraio 78 quando ammontava a £.3.500.000.000.
I soci costitutori ed i primi passi dell'azionariato (dal 1958 fino al 1965, azionista di maggioranza la famiglia Caracciolo-Carafa).
Per tracciare l'evoluzione della compagine societaria sono stati indicati i seguenti periodi di riferimento:
- dal 13.10.58 (data di costituzione) all'1.04.65;
- dal 2.04.65 al 9.02.78.
Per ricostruire le vicende dell'azionariato Itavia, considerata l'esiguità di informazioni fornita dal libro soci, sono stati svolti ulteriori accertamenti basati su attività di polizia giudiziaria al fine di aggiornare ed attualizzare il quadro della compagine societaria dalla data dell'evento ai giorni nostri. Come si è visto la società Itavia nasce con un capitale sociale di lire 1.000.000 pari a nr.1.000 azioni, che era stato sottoscritto da Petragnani Luigi nato l'1.01.1906 a Verona, da Mancini Carlo, nato il 13.10.1929 a Roma e da Donati Maria nata il 24.09.1913 a Roma. In data 22.03.60 i predetti Mancini e Donati sottoscrivono in parti uguali le nuove azioni emesse dalla società che aumenta il capitale sociale a lire 40.000.000. Subentra, in data 9.10.61, un nuovo azionista: il principe Giovanni Battista Caracciolo, appartenente al noto casato napoletano, che rileva le azioni della Donati Maria, divenendo l'azionista di maggioranza dell'Itavia.
Il principe Giovanni Battista Caracciolo, quale azionista di maggioranza, rimarrà fino all'1.04.65 nella società Itavia che a quella data registra un capitale sociale di lire 304 milioni.
Alla data del 28.12.65 il capitale sociale dell'Itavia - ormai pari ad un valore di lire 304 milioni - viene azzerato a parziale copertura di precedenti perdite con la ricostituzione dello stesso in lire 456 milioni secondo la seguente configurazione:
avv. Aldo Davanzali, nato il 26.01.23 a Sirolo (AN) ed ivi residente in Via San Francesco:
- 305.990 azioni pari a lire........................................................305.990.000;
ing. Marcello Tudini, nato il 25.06.1918 a Roma ed ivi residente in Via Ronciglione nr.8:
- 141.000 azioni pari a lire.........................................................141.000.000;
dott. Giuseppe O. Pacchioni, nato il 22.08.1927 a San Giovanni del Dosso (MN) e residente in Roma, via Ronciglione nr.8:
- 9.000 azioni pari a lire.................................................................9.000.000;
sig. Einar Riis, nato l'11.10.1922 ad Oslo, cittadino norvegese, residente in Roma, Via San Filippo Martire nr.1/B:
- 10 azioni pari a lire............................................................................10.000.
Dal novembre 1973 si assiste ad un frazionamento dell'azionariato che, sempre più in veste fiduciaria, sarà seguito nel prosieguo della trattazione, fino alla data del disastro aereo ed anche successivamente.
Situazione dal 16.11.73 all'8.02.78:
avv. Aldo Davanzali, già generalizzato:
- 381.539 azioni pari a lire........................................................381.539.000;
Compagnia Fiduciaria Nazionale SpA con sede in Milano, Galleria Cristoforis 3:
- 455.884 azioni pari a lire.........................................................455.884.000;
Gestione Finanziaria & Azionaria S.S. con sede in Torino, via Andrea Doria 15:
- 165.000 azioni pari a lire.........................................................165.000.000;
Investimenti & Partecipazioni Differenziate S.S. con sede in Torino, via Andrea Doria 15:
- 165.000 azioni pari a lire........................................................165.000.000;
Nora Finanziaria di Partecipazione SpA con sede in Roma, via Crescenzio 9:
- 91.248 azioni pari a lire............................................................91.248.000;
Aquila Finanziaria di Partecipazione SpA con sede in Roma, via Crescenzio 9:
- 99.950 azioni pari a lire............................................................99.950.000;
Nada Finanziaria di Partecipazione SpA con sede in Roma, via G. Bettolo 6:
- 91.142 azioni pari a lire............................................................91.142.000;
Byblos Finanziaria di Partecipazione SpA con sede in Roma, via Crescenzio 9:
- 91.200 azioni pari a lire.............................................................91.200.000;
Servizio Italia Società Fiduciaria per Azioni con sede in Roma, salita San Nicola da Tolentino 1/b
- 949.866 azioni pari a lire........................................................949.866.000;
Pacchioni Giuseppe
- 9.129 azioni pari a lire.................................................................9.129.000;
Riis Einar
- 42 azioni pari a lire..........................................................................42.000;
Si perviene quindi al 9 febbraio 78 (ultima data di scritturazione rilevata dal libro soci) in cui si registra la seguente configurazione azionaria propria della Società fino al giugno 80:
avv. Aldo Davanzali, già generalizzato:
- 572.576 azioni pari a lire........................................................572.576.000;
Compagnia Fiduciaria Nazionale SpA con sede in Milano, Galleria Cristoforis 3:
- 455.884 azioni pari a lire.........................................................455.884.000;
Gestione Finanziaria & Azionaria S.S. con sede in Torino, via Andrea Doria 15:
- 165.000 azioni pari a lire.........................................................165.000.000;
Investimenti & Partecipazioni Differenziate S.S. con sede in Torino, via Andrea Doria 15:
- 165.000 azioni pari a lire.........................................................165.000.000;
Nora Finanziaria di Partecipazione SpA con sede in Roma, via Crescenzio 9:
- 91.248 azioni pari a lire.............................................................91.248.000;
Nada Finanziaria di Partecipazione SpA con sede in Roma, via Crescenzio 9:
- 91.142 azioni pari a lire.............................................................91.142.000;
Aquila Finanziaria di Partecipazione SpA con sede in Roma, via Crescenzio 9:
- 99.950 azioni pari a lire.............................................................99.950.000;
Byblos Finanziaria di Partecipazione SpA con sede in Roma, via Crescenzio 9:
- 91.200 azioni pari a lire.............................................................91.200.000;
Servizio Italia Società Fiduciaria per Azioni con sede in Roma, salita San Nicola da Tolentino 1/b
- 1.755.812 azioni pari a lire...................................................1.755.812.000;
Pacchioni Giuseppe
- 9.129 azioni pari a lire.................................................................9.129.000;
Riis Einar
- 59 azioni pari a lire...........................................................................59.000;
Riis & Company S.r.l. con sede in Roma, via San Filippo Martire nr.1/b
- 3.000 azioni pari a lire................................................................3.000.000;
per un totale di 3.500.000 azioni pari lire...............................3.500.000.000.
Nella ricerca delle effettive titolarità dell'azionariato Itavia emerge la figura di Aldo Davanzali, un imprenditore di origini marchigiane con alle spalle un attivo "gruppo imprenditoriale" con sedi societarie in Ancona, Roma e Crotone che negli anni 70 operava in prevalenza nei settori immobiliare, delle costruzioni edili connesse alla progettazione e realizzazione di porti (esecuzione di lavori terrestri e marittimi), nella gestione di stabilimenti termali.
Un gruppo imprenditoriale in grado di proporsi energicamente anche all'estero, in particolare in Libia (come testimoniano alcuni dei documenti acquisiti dal Nucleo Centrale pt a seguito dell'attività di verifica fiscale eseguita nel biennio 1981/82 nei confronti delle società del gruppo Davanzali) e capace di creare società "non residenti" (operanti dal 1976 al 1981) che avevano costituito ingenti disponibilità valutarie appoggiate su conti svizzeri accesi presso la "Cantrade Bank" di Zurigo. Quelle disponibilità valutarie erano in parte derivate proprio dall'acquisizione di commesse per lavori realizzati in Libia.
Più precisamente, si hanno notizie, collocabili nel triennio 1976-1978 della costruzione di un porto per piccoli scafi nell'ambito di un progetto di espansione della raffineria di Azzawayia, a Tripoli, per l'importo contrattuale di US $ 14.033.000; dell'assunzione in sub-appalto di parte dei lavori per la costruzione del porto di Tripoli, per l'importo contrattuale di US $ 6.978.498.
Alla realizzazione dei lavori all'estero avevano partecipato anche società del gruppo Davanzali aventi sede in Ancona, quali la "Spa Sadar" e la "Spa Incop" operanti infatti nel campo immobiliare e delle costruzioni navali. Tra l'altro, quest'ultima impresa - per il tramite di una società estera, la "P & S Shipping" - avrebbe noleggiato una draga alla filiale di Tripoli della "Spa Incop" che era stata poi impiegata per eseguire lavori di dragaggio del porto militare di Bengasi per conto del "Dipartimento Militare Libico".
In effetti dal 25.05.78 la società Incop di Ancona aveva legalmente costituito una filiale in Libia, ma fin dal 1976 la predetta società vi aveva costituito una stabile organizzazione: la "IN.C.O.P. Libyan Branch" con sede in Tripoli. In ordine alle suddette cointeressenze ed attività in territorio libico, è opportuno disporre stralcio delle dichiarazioni rese da Aldo Davanzali nel corso dell'interrogatorio del 24 luglio 97: "Le società del gruppo operanti in Libia erano la Sadar-Incop e la Incop. Le società si occupavano di installazioni portuali a Tripoli ed altre località della Libia per l'esecuzione di opere marittime civili. Escludo invece che si occupassero di installazioni marittime militari (...)".
Ma gli interessi imprenditoriali di Davanzali non si limitarono ai settori sopra accennati; a metà degli anni 60 nel valutare positivamente la proposta del principe Caracciolo Carafa di subentrare nelle quote azionarie dell'Itavia, l'imprenditore marchigiano compie il suo ingresso nella compagine azionaria della Società.
Al riguardo appare significativo quanto riferisce lo stesso Davanzali nel corso dell'interrogatorio del 24.07.97 dinanzi a questo GI: "I motivi che mi indussero ad acquisire una parte della società Itavia e ad intraprendere un'attività diversa da quelle tradizionalmente seguite dalle società del mio gruppo, sono insiti nella mia convinzione che si trattasse di un ottimo investimento e di un'attività imprenditoriale assolutamente positiva".
L'ingresso di Davanzali costituisce quindi un momento molto importante per la Società che negli anni a seguire vede crescere sensibilmente il proprio capitale sociale ed annovera tra i suoi azionisti figure di primo piano tratte dall'industria e dall'imprenditoria nazionale. Infatti, Davanzali avverte l'esigenza di creare consenso attorno alla linea aerea, consentendo l'ingresso di forti azionisti in grado di sensibilizzare il mondo politico e imprenditoriale verso la più importante compagnia di navigazione aerea a capitale privato e la più grande a livello nazionale dopo l'Alitalia.
Dal prospetto che indica la configurazione azionaria della società Itavia alla data del 9 febbraio 78, Davanzali risultava nominativamente intestatario di nr. 572.576 azioni pari a lire 572.576.000. Ulteriori accertamenti hanno consentito di acclarare che la "Servizio Italia Società Fiduciaria per Azioni", con sede in Roma, detiene fiduciariamente nr.1.755.812 azioni pari a £.1.755.812.000. Su mandato di Aldo Davanzali risalente al 31.12.73 - nr. 1.255.812 azioni Itavia pari a £.1.255.812.000. E', tra l'altro, lo stesso Davanzali a darne conferma in sede di interrogatorio del 24 luglio 97.
Le altre 500.000 azioni riservate alla fiduciaria del Gruppo BNL risultano intestate a "non residente" e nel tempo hanno seguito un diverso iter. Infatti, dall'esame della documentazione acquisita presso la suddetta fiduciaria è emerso che in data 30 settembre 74 la Spark Establishment, con sede in Vaduz conferiva mandato per l'amministrazione di nr. 500.000 azioni della società Itavia. In data 23 giugno 80, subentrava l'avv. Ives Defago, cittadino svizzero, che conferisce mandato alla fiduciaria per l'amministrazione di quelle stesse azioni. Secondo quanto si è informalmente appreso dal rag. Filippo Neri (dipendente della società Itavia che ha rivestito l'incarico di Direttore Commerciale dal 1960 al 1981), detta quota azionaria dovrebbe in realtà appartenere ad un certo Mercuri, presumibilmente proprietario della casa editrice Lancio ed amico di Davanzali.
Davanzali confermerebbe detta circostanza nel corso del già citato interrogatorio: "A tal proposito ricordo un certo Mercuri o Mercurio che faceva parte del Consiglio di Amministrazione dell'Itavia e che presumo possa essere stato il fiduciante di queste 500.000 azioni".
Intorno alla metà degli anni 70 la società Itavia è in grado di proporsi nel proprio settore con apprezzabili risultati operativi e di immagine determinati da un forte "trend" espansivo. Dispone di propri servizi di trasporto di linea su tutto il territorio nazionale; all'estero (Europa Occidentale, Nord-Africa e Medio Oriente) è invece attivo il servizio dei voli charters. Il conseguimento di detti risultati non è solo il frutto di maturate esperienze dell'azienda nel settore. Infatti significativo è l'apporto dato dagli azionisti: alcuni di essi sono il riflesso di matrici imprenditoriali ben consolidate sui mercati industriali dell'epoca ed esprimono marchi prestigiosi come la Fiat e la Castor.
A proposito degli altri azionisti Itavia una prima sommaria ma interessante indicazione (rapporto fra persone fisiche e società fiduciarie) è fornita dallo stesso Davanzali nell'ambito dell'interrogatorio reso il 24 luglio 97: "Riguardo al prospetto sintetico riepilogativo, alla data del 9 febbraio 78, della situazione dell'azionariato Itavia, che mi viene esibito dalla S.V., posso prospettare la seguente situazione di persone fisiche direttamente interessate alle azioni intestate alle società ivi indicate: la Compagnia Fiduciaria Nazionale, con sede in Milano, deteneva fiduciariamente le azioni per conto del marchese Fantauzzi ... . Per quanto concerne la Investimenti e Partecipazioni Differenziate S.S. e la Gestioni Finanziarie e Azionarie S.S., società di Torino, ricordo che le stesse detenevano fiduciariamente azioni della società Itavia per conto del cav. Casarini. Le società Nora, Nada, Aquila e Byblos sono, se non ricordo male, riconducibili alla famiglia Tudini. Pacchioni era un azionista dell'Itavia, già preesistente all'epoca del mio subentro nella compagine azionaria della società e di lui ricordo che si occupava della Direzione Commerciale della società Itavia. Riis Einar invece, che io non ho mai avuto modo di conoscere personalmente, vantava un credito nei confronti della società Itavia. Evidentemente la sua partecipazione nell'azionariato Itavia potrebbe derivare dal credito che egli vantava".
La Compagnia Fiduciaria Nazionale Spa, con sede in Milano, Galleria De Cristoforis nr.3, detiene attualmente nr. 455.884 azioni pari a £.455.884.000 per conto della Sefim. Ulteriori accertamenti hanno consentito di acclarare che quest'ultima è stata di proprietà del marchese Franco Fantauzzi fino al 1987, anno in cui la Sefim venne ceduta al Gruppo Lefebvre.
In dettaglio, dall'esame della documentazione acquisita sono emerse le seguenti situazioni:
- la titolarità delle nr. 455.884 azioni Itavia è in capo alla predetta società fiduciaria che fin dal 1974 aveva ricevuto mandato dal dr. Garibaldi Lo Pane, Amministratore Unico della Sefim;
- nell'ottobre del 1980, su disposizione della Sefim, tutte le azioni Itavia intestate fiduciariamente alla Compagnia Fiduciaria Nazionale vengono offerte in garanzia alla Cassa di Risparmio di Foligno, a favore della Minerale Spa con sede in Roma e della S.I.M.A. - Meccanica Oleodinamica Spa con sede in Jesi, entrambe ugualmente riconducibili al marchese Franco Fantauzzi (il pegno, resosi necessario a seguito di uno scoperto di conto corrente acceso presso la cennata Cassa di Risparmio, cesserà nell'agosto del 1989 con la restituzione delle azioni Itavia alla Compagnia Fiduciaria Nazionale).
Maggiori notizie sul marchese Fantauzzi e sul Gruppo Sefim sono state acquisite dal dott. Garibaldi Lopane che, come già precisato, è stato amministratore della Società Sefim per un lungo periodo (1970-1987). Una società che nel tempo assume la configurazione di una "Holding" di cui facevano parte a vario titolo le seguenti società: la S.I.M.A. - Meccanica Oleodinamica di Jesi (AN), la Spa GI.MAC. (ex Giovannetti Macchine) di San Mauro Torinese, la SICO Spa con sede in Arzachena, l'Azienda Agraria Principato di Parrano (TR) e la Aerolinee Itavia con la partecipazione azionaria in esame.
E' da rilevare che sia la GI.MA. Spa che la S.I.M.A. Spa (aventi rispettivamente per attività la costruzione di trattori pesanti e la produzione di materiali oleodinamici) detenevano rapporti e scambi commerciali con la FIAT. E ciò non costituisce un caso isolato considerato che il marchese Fantauzzi, attualmente residente in Brasile, Stato di San Paolo, Piracicaba, era l'unico nipote del dott. Valletta, già amministratore delegato della Fiat.
L'ingresso del marchese Fantauzzi nell'azionariato Itavia dovrebbe collocarsi tra gli anni 1969/1971 tramite la presenza di due società ad esso riconducibili: la S.I.M.A. e la Sefim. Solo in una fase successiva (metà degli anni 70) quelle azioni Itavia passeranno alla "Compagnia Fiduciaria Nazionale Spa" che le custodirà fiduciariamente fino ai giorni nostri.
In esito alle motivazioni che avrebbero indotto il marchese Fantauzzi a subentrare nella compagine sociale dell'Itavia vale la pena di accennare alle dichiarazioni rese in merito dal dott.Garibaldi Lopane: "Posso immaginare che l'acquisto delle azioni Itavia da parte di Fantauzzi sia stato determinato dalla prospettiva di sviluppo che l'Itavia poteva avere nel campo dell'aviazione civile. Probabilmente era stato prospettato a Fantauzzi il buon esito di questa iniziativa nell'ambiente imprenditoriale e creditizio delle Marche".
La fortuna della Holding Sefim cesserà nel 1987, allorquando a seguito del dissesto finanziario della S.I.M.A. SpA, il marchese Fantauzzi fu costretto a cedere le sue proprietà e le quote azionarie della stessa Sefim, quest'ultima acquistata dal Gruppo Lefbvre.
Le società Nada Finanziaria di partecipazione SpA, Nora Finanziaria di partecipazione SpA, Aquila Finanziaria di partecipazione SpA e Biblos Finanziaria di partecipazione SpA, costituite da Marcello Tudini e successivamente gestite dai nipoti, risultano complessivamente intestatarie di nr.373.540 azioni Itavia pari a £.373.540.000.
Secondo quanto riferito dal commercialista che segue dette società sotto il profilo amministrativo-contabile, le quote azionarie Itavia sono a tutt'oggi intestate alle finanziarie. Detta circostanza appare confermata in capo alla "Aquila Finanziaria di Partecipazione" che - secondo quanto riferito in sede testimoniale dalla Tudini Vera Maddalena, socia unitamente alla madre Clara Santarelli ed alle altre due sorelle, Manuela e Susanna, della predetta finanziaria - è intestataria di nr.99.950 azioni della società Itavia.
La partecipazione della famiglia Tudini nell'azionariato Itavia, con interessi nel settore edile e delle costruzioni, ha origine nella seconda metà degli anni 60 con la presenza dei fratelli Piercarlo e Marcello, che affiancano e sostengono la gestione di
Aldo Davanzali. Al settembre del 1966, una cospicua parte dell'azionariato è infatti rappresentato dai due fratelli Tudini con una quota complessiva pari al 30,92% del capitale sociale.
Le "Società Gestione Finanziaria & Azionaria S.S." e "Investimenti Partecipazioni differenziate S.S." hanno sede in Torino e, secondo quanto rilevato dalle più recenti registrazioni, ognuna di esse risulta intestataria fiduciariamente di nr.165.000 azioni della società Itavia. Gli accertamenti svolti in Torino hanno consentito di individuare la persona fisica che si cela dietro le menzionate società: è il cav. Francesco Casarini, industriale della medesima famiglia il cui nome, in anni passati, era legato al già prestigioso marchio della società di elettrodomestici "Castor".
Dopo aver vissuto per diversi anni all'estero, il cav.Francesco Casarini, ormai novantenne, risiede nella sua abitazione torinese ove l'industriale, alla presenza del proprio commercialista, ha ricordato alcuni dei momenti più significativi connessi alla sua partecipazione azionaria nella società Itavia: "Avevo conosciuto, in occasione di alcune serate trascorse a Roma con amici negli anni 1970/71, l'avv. Aldo Davanzali il quale mi aveva personalmente proposto di acquistare azioni della Spa Aerolinee Itavia. Ed in breve nel 1971, ho deciso di procedere all'acquisto delle azioni incaricando per ogni dettaglio ed operazione connessa il dott. Accornero, titolare dell'omonimo studio con sede in Torino (...). Pertanto vennero costituite la "Investimenti e Partecipazioni Differenziate S.S." e la "Gestioni Finanziarie e Azionarie S.S." i cui capitali sociali erano interamente sottoscritti e conferiti dalla società " Elektro-Haushal Tungsgeraete Beteiligungs A.G." con sede in Zug (Svizzera), quest'ultima di mia proprietà. Per quanto riguarda l'attuale situazione di possesso delle quote azionarie e dei relativi titoli nonché le società eventualmente intervenute dopo il 1971, non sono in grado di fornirvi ulteriori elementi, considerato il notevole tempo trascorso e la mia età".
Quanto dichiarato dal Casarini offre lo spunto per trarre la seguente considerazione: si ha la conferma che Davanzali avvertisse l'esigenza di dare maggior credibilità alla società Itavia creando un azionariato con forti connotazioni economiche che fosse stato in grado di adoperare propri strumenti di pressione per attirare l'attenzione e quindi l'interesse del mondo politico. Significative al riguardo le seguenti ulteriori dichiarazioni rilasciate dal cav. Casarini nella medesima occasione e di cui si propongono, in stralcio, alcuni passi: "Per quanto riguarda le motivazioni che mi spingevano alla partecipazione nella Spa Aerolinee Itavia posso dire che all'epoca un'attività del genere in un campo come quello dell'aviazione civile era considerata positivamente e pertanto mi sembrava opportuno conferire il sostegno propostomi dall'avv. Aldo Davanzali. Proprio in quel periodo venni a conoscenza di una partecipazione anche del marchese Fantauzzi e pertanto di un possibile collegamento con l'ambiente della Fiat".
In merito alla effettiva attuale proprietà il cav. Casarini pur rendendosi disponibile a fornire anche per il tramite del proprio commercialista, notizie più precise in relazione all'attuale titolarità azionaria, ha rinviato ad informazioni in possesso del figlio da tempo residente in Svizzera. Infatti tra il carteggio acquisito dal cav. Casarini, si segnala una lettera della Friendo con sede a Zug (Svizzera), datata 15.03.78 con la quale veniva comunicato all'amministrazione Itavia di aver proceduto in data 23.05.77 all'acquisto del pacchetto azionario già detenuto fiduciariamente dalle società torinesi per complessive 270.000 azioni, pregandola di procedere alla relativa iscrizione nel libro soci. La "Investimenti & Partecipazioni Differenziate S.S." e la "Gestione Finanziaria Nazionale SpA" saranno sciolte anticipatamente il 20 dicembre 82, come da relativi atti notarili redatti in Torino.
Pacchioni Onorato risulta azionista della società Itavia per azioni nr.9.129 pari a £.9.129.000. Il predetto è deceduto nel 1982 e la vedova Barberis Maria Luisa ha dichiarato di aver ricevuto in eredità anche le suddette quote, attualmente detenute in una cassetta di sicurezza.
Riis Einar risulta intestatario di nr. 59 azioni mentre la Riis & Company Srl di nr.3.000 azioni. Quest'ultima società risulta essere stata posta in liquidazione e successivamente cancellata nel 1987-88. Il liquidatore, dott. Di Mauro Corrado, ha dichiarato di non essere mai stato in possesso delle scritture contabili di tale società e di non aver mai curato alcuna operazione che riguardasse le azioni Itavia. Il Riis risulta attualmente residente in Norvegia.
Riguardo ai cennati azionisti, si è appreso dal rag. Filippo Neri che sia Pacchioni che Riis erano azionisti dell'Itavia ancor prima dell'ingresso del dott. Davanzali: gli stessi hanno mantenuto la loro partecipazione nella compagine azionaria Itavia perché Pacchioni era stato il più stretto ed esperto collaboratore di Mancini (ex azionista Itavia) mentre Riis Einar, attraverso la Riis & Company Srl, si occupava di Brokeraggio nel settore dei trasporti.
Al riguardo appare utile quanto dichiarato da Davanzali nel corso del citato interrogatorio: "Pacchioni era un azionista dell'Itavia, già preesistente all'epoca del mio subentro nella compagine azionaria della società e di lui ricordo che si occupava della direzione commerciale della società Itavia. Riis Einar invece, che io non ho mai avuto modo di conoscere personalmente, vantava un credito nei confronti della società Itavia. Evidentemente la sua partecipazione nell'azionariato Itavia potrebbe derivare dal credito che egli vantava".
L'esame della documentazione amministrativa della Società (registro dei verbali delle assemblee dei soci correlato a dati desunti dal libro-giornale rilevati nel corso di verifica fiscale) individua i contributi e le sovvenzioni che la "Aerolinee Itavia Spa" ha ricevuto da parte del Ministro dei Trasporti e/o enti locali per gli importi di seguito indicati per ciascun ente erogatore:
ente erogatore
modalità di erogazione
Anno
Rif.
importo
Ministero dei Trasporti
D.M. 105125 del 16.02.1977
accredito presso ag. 2 Banco di Sicilia, sede di Roma
1975
486.000.000
Ministero dei Trasporti
D.M. 28.02.1979
accredito presso Banco Ambrosiano, agenzia di Roma
1977
1.226.659.760
Ministero dei Trasporti
D.M. 533/13/80
accredito presso Banco Ambrosiano, agenzia di Roma
1978
349.500.000
Ministero dei Trasporti
D.M. 12.06.1979
accredito presso Banca Popolare di Treviso, agenzia di Roma
1978
1.546.837.360
C.C.I.A.A. Bologna
n.n. 8797 del 19.08.1977
pagamento fatture anno 1976 emesse dall'Azienda Speciale Aeroporti di Bologna - A.S.A.B.
1977
10.000.000
C.C.I.A.A. Bologna
n.n. 4936 del 20.04.1977
1977
10.000.000
Ministero dei Trasporti
D.M. 15.11.1980
accredito stanza di compensazione c/o Banco di Napoli, filiale di Roma, C/C nr. 27/21045
1979
2.980.000.000
totale 6.608.997.120
Agli importi sopra indicati vanno inoltre aggiunti i 2,8 miliardi di contributo straordinario chiesto al Ministero dei Trasporti in data anteriore al 1974, ma che lo stesso Dicastero non ha mai concesso, costringendo i contabili della società ad inserire l'importo nei conti d'ordine sino all'ultimo bilancio redatto prima della cessazione dell'attività. L'entità delle sovvenzioni era calcolata in base alla formula matematica indicata dall'art.7 del D.P.R. nr. 65/73 la quale prendeva in considerazione i seguenti parametri: chilometri volati; costo chilometrico medio di linea; carico pagante Km. medio di linea relativo a passeggeri, posta e merci. Dal momento che alcuni dei dati sopra indicati potevano essere quantificati solo ad esercizio concluso, ne conseguiva che la materiale riscossione della sovvenzione non poteva che avvenire nell'esercizio successivo a quello di riferimento e che i relativi importi dovessero essere contabilizzati tra i crediti della società verso lo Stato.
In dettaglio dai verbali delle assemblee dei soci si evidenziano qui di seguito alcuni stralci concernenti contributi e sovvenzioni alla società da parte dello Stato:
Libro I (periodo marzo 1960 - maggio 1966)
"Si è pertanto chiesto un aiuto governativo che, dopo laboriose e faticose trattative, è stato concesso nella misura di £. 60.000.000 per la gestione 1962".
"Da notare che, con previsioni non molto ottimistiche, si riuscirà a sanare anche le perdite del 1962 e sicuramente chiudere il bilancio in attivo, sia per effetto della sovvenzione governativa richiesta sia per l'esenzione dalle tasse di atterraggio e canoni demaniali, per i quali si è molto vicini al raggiungimento della decisione favorevole". (relazione del Consiglio di Amministrazione allegata al verbale di Assemblea Ordinaria del 30.04.63-pag.46 e 47);
"...Il Consiglio Superiore dell'Aeronautica, espletata adeguata istruttoria, ha espresso parere favorevole per il riconoscimento dell'Itavia quale Compagnia aerea per l'esercizio di linee regolari, presupposto indispensabile per chiedere ed ottenere l'ammissione al bilancio sovvenzionato". (verbale di assemblea ordinaria del 27.02.64 - pag. 53);
"il socio sig. Guglielmo Mancini inoltre raccomanda al Consiglio di Amministrazione, ed in particolare al Consigliere delegato, di urgenziare la definizione dell'accordo con il Ministero dei Trasporti e dell'Aviazione Civile per i contributi a favore dell'Itavia, contributi che, fino ad oggi, ancorché reiteratamente promessi e parzialmente in fase di elaborazione, non sono stati materialmente conseguiti". (verbale di assemblea ordinaria del 15.06.64 - pag. 59);
"I vostri amministratori vi portano a conoscenza che, per la concessione di un contributo ministeriale, e' stata presentata al Ministero dei Trasporti una richiesta, perfettamente documentata, di sovvenzione per l'anno 1963 di £. 145.000.000 (centoquarantacinquemilioni)". (Relazione del Consiglio di Amministrazione allegata al verbale di Assemblea Ordinaria del 15.06.64-pag.61);
"Né può sottacersi come nei primi anni, quando cioè più gravosi furono gli oneri di impianto e di avviamento, non vi sia stata da parte del Governo alcuna assistenza ne' alcun esonero fiscale che solo in prosieguo di tempo si ritiene possano essere concessi e quindi consentirebbero un graduale smobilizzo del passivo". (relazione del consiglio di amministrazione allegata al verbale di assemblea straordinaria del 02.04.65 - pag. 61);
Libro III (periodo novembre 1973 - gennaio 1978)
"L'assemblea ordinaria... denuncia l'irresponsabile carenza di azione da parte degli organi tutori istituzionali sia per quanto riguarda l'erogazione del contributo straordinario per il 1972 e sia per un intervento di carattere eccezionale che copra gli insopportabili oneri creati dalla crisi energetica mondiale; ...delibera all'unanimità di dare il più ampio mandato al Presidente ed Amministratore Delegato (Davanzali) affinché espleti presso le competenti autorità ogni azione - anche di natura giudiziaria - per ottenere un intervento che almeno mitighi la crisi del carburante, sia attraverso la integrale applicazione del D.P.R. 4 gennaio 1973 che regola la erogazione di sovvenzioni annue di concessione di servizi di trasporto aereo di linea, sia attraverso provvedimenti eccezionali". (verbale di assemblea ordinaria del 19.04.74-pag.13);
"Che tale situazione sia oggettivamente indipendente dalla capacità gestionale risulta inequivocabilmente dal testo delle lettere inviateci dall'on.le Luigi Preti, Ministro dei Trasporti e dell'Aviazione Civile in data 21 febbraio e 12 marzo 74, che qui si intendono integralmente riportate e dal disegno di legge all'uopo predisposto dallo stesso dicastero in risposta alla corrispondenza indirizzata all'Autorità tutoria.
A nostro avviso le predette comunicazioni ministeriali costituiscono un affidamento certo, forse assimilabile ad un credito liquido ed esigibile verso lo Stato, di cui si potrebbe tener conto anche ai fini della compilazione dei bilanci, così come in effetti avviene, con il consenso dei Sindaci di nomina statale, per Società concessionarie di linee ferroviarie e ciò anche in assenza di provvedimenti legislativi operanti e di affidamenti del tipo summenzionato".
"In questo quadro, mentre dobbiamo constatare con profondo rammarico che sia il DDL come gli impieghi assunti dal Ministero dei Trasporti non si sono concretizzati, malgrado i reiterati solleciti, in provvedimenti legislativi che sollevino le Compagnie aeree dal profondo stato di disagio in cui versano, il Vostro Consiglio di Amministrazione esprime tuttavia la propria ferma convinzione nella emanazione oramai indilazionabile dei provvedimenti auspicati". (Relazione del Consiglio di Amministrazione allegata al verbale di Assemblea Straordinaria del 19.04.74-pag.16, 17);
"In questo contesto abbiamo direttamente interessato il Ministero dei Trasporti e dell'Aviazione rappresentandogli la gravità della situazione. Il Ministro ha recepito quanto rappresentato dalla Vostra Società e con pronta sensibilità ha propriamente valutato le gravi ripercussioni che può creare la situazione presente qualora non vengano adottati dei provvedimenti correttivi, indicando che "l'attuale eccezionale situazione possa e debba essere superata con il massimo impegno al livello privato e pubblico" ed ha assicurato che sarà sua cura "promuovere e sollecitare i provvedimenti che comunque consentano di compensare gli oneri conseguenti all'incremento dei costi dei carburanti avio". Il C. di A. non può che prendere atto di tale autorevole dichiarazione da parte dell'ente tutorio che è istituzionalmente responsabile del settore e si adopererà - come nel passato - per la attuazione dei provvedimenti auspicati".
"Signori azionisti, passiamo ad illustrarvi il bilancio ed il conto economico dell'esercizio chiuso al 30.04.74 con una perdita di £. 246.273.402:
...
i crediti verso il "Ministero dei Trasporti" e gli "enti locali" si sono incrementati in relazione allo stanziamento dei contributi a favore della società". (Relazione del Consiglio di Amministrazione allegata al verbale di Assemblea Ordinaria del 2 agosto 1974 - pag. 28, 29);
Situazione Patrimoniale al 30 aprile 74:
attivo localizzabile:
...
Ministero dei Trasporti £. 1.606.292.365;
Ministero PP.TT. £. 277.075.869;
enti locali £. 873.419.071;
Conti d'ordine:
...
Min. Trasporti per contributo straordinario £. 2.800.000.000 (Bilancio al 30 aprile 74 allegato al verbale di Assemblea Ordinaria del 2 agosto 74 - pagg. 30, 31);
"Signori azionisti, passiamo ad illustrarvi le variazioni più significative delle poste del Bilancio e del Conto Economico dell'esercizio chiuso al 30 aprile 75:
...
le altre poste dell'Attivo realizzabile non sembrano meritare particolare menzione in vista della loro pressoché stabilita', salvo il conto "Ministero dei Trasporti". Tale voce registra i contributi assegnati dal Ministero dei Trasporti alla Vostra Società, ma, come e' noto, il definitivo accertamento di tali contributi può essere soggetto a modifiche e ritardi rispetto ai tempi di predisposizione di ciascun Bilancio Sociale. Tenendo presente tale circostanza il vostro C. di A. ha sempre adottato criteri di carattere prudenziale seguendo nella sostanza il detto dell'art.2425 C.C. che recita: "i crediti devono essere valutati secondo il presumibile valore di realizzazione". E' ovvio pertanto che nel caso in parola esiste un margine di apprezzamento soggettivo che può influenzare la determinazione in via anticipata dei previsti contributi dello Stato, in periodi come quelli correnti dove spesso massime autorità ministeriali possono aver fornito dei concreti affidamenti informali di congrui interventi dello Stato. Per cautela, il vostro C. di A. per l'esercizio 1974/75 si è limitato ad iscrivere in Bilancio un contributo pressoché pari a quello dell'esercizio 1973". (Relazione del Consiglio di Amministrazione allegata al verbale di Assemblea Ordinaria del 08 settembre 1975 - pag.55, 56);
Situazione Patrimoniale al 30 aprile 76:
Conti d'ordine:
...
Min. Trasporti per contributo straordinario £. 2.800.000.000
...
(Bilancio al 30 aprile 76 allegato al verbale di Assemblea Ordinaria del 22.09.76 - pag. 88);
totali delle attività e delle passività escludono i conti d'ordine, per complessive
£. 2.801.800.000, costituiti in quanto a £. 2.800.000.000 dall'importo del contributo straordinario richiesto allo Stato nell'esercizio 1974 ed in quanto a £. 1.800.000 dalle cauzioni prestate dagli Amministratori. (Relazione del Collegio Sindacale allegata al verbale di Assemblea Ordinaria del 22 settembre 76 - pag.95).
libro IV (periodo gennaio 1978 - marzo 1981):
"La Compagnia risente, comunque, della più volte lamentata mancanza di un credito agevolato a favore dell'Aviazione Civile, mentre esso è previsto per molti altri settori meno caratterizzati da quel contenuto sociale cui è improntata la nostra attività. A questa esigenza l'Alta Direzione ha cercato ripetutamente di sensibilizzare i competenti organi di Governo documentando le ampie implicazioni positive che la nostra attività produce a favore dell'economia nazionale e della bilancia dei pagamenti. Una proposta di legge in questo senso è stata presentata in Parlamento".
"Per quanto attiene il problema tariffario per i voli di linea, anche recentemente la Compagnia è intervenuta energicamente presso il Ministero dei Trasporti documentando come gli aumenti sino ad ora autorizzati non siano stati sufficienti a pareggiare la vertiginosa crescita dei prezzi. ... . Lo stesso Ministero è stato altresì sollecitato ad intervenire urgentemente affinché, per l'erogazione dei contributi statali relativi all'esercizio 1980, vengano stanziati 10 miliardi di lire in luogo dei 4 miliardi già iscritti a bilancio. Contemporaneamente è stata ribadita l'urgenza che vengano recuperati anche i 3,8 miliardi stornati dal bilancio 1978 a seguito di rilievi mossi dalla Corte dei Conti iscrivendo tale importo quale ulteriore disponibilità per l'esercizio 1980".
"...maggiore esposizione verso l'Erario per Irpef dipendenti, dovuta all'aumento delle ritenute operate, e nei confronti degli istituti previdenziali, verso i quali si sta agendo per ottenere il totale riconoscimento dei benefici previsti per la Cassa per il Mezzogiorno, il che comporterebbe una sostanziale riduzione di tale posta". (Relazione del Consiglio di Amministrazione allegata al verbale di Assemblea Ordinaria del 29 aprile 80 - pagg. 74, 91);
"... è d'uopo individuare i principali fattori della situazione di squilibrio nella quale l'Itavia è stata costretta ad operare, e cioè: ....la assoluta insufficienza delle sovvenzioni concesse all'Itavia, come peraltro a tutti gli altri vettori aerei, per l'esercizio di servizi di accertato interesse sociale;
"...è stato dato corso alle seguenti azioni: ....
(2) citazione del Ministro dei Trasporti avanti al Tribunale Civile di Roma per ottenere la condanna al pagamento delle sovvenzioni maturate e non corrisposte dal 1973 al 1979 incluso, per l'esercizio delle linee di accertato pubblico interesse esercitate, oltre al risarcimento dei danni e ad ogni altro provvedimento conseguente;
(3) ricorso straordinario al Capo dello Stato per ottenere l'annullamento del Decreto del Ministro dei Trasporti 15.11.80 con il quale è stata concessa la sovvenzione per le linee esercitate durante il 1979 di £. 2.980.000.000 anziché di £. 19.811.000.000 come richiesto e dovuto in applicazione dell'art. 7 del D.P.R. nr. 65/1973". (verbale di Assemblea Ordinaria del 4 marzo 81 - pag. 100, 105).
Per quanto attiene le altre fonti di finanziamento si rinvia ad una sintetica esposizione grafica (v. tabella nr. 1 recante i grafici relativi al ricorso alle banche, debiti e crediti dal 1974 al 1979) ma occorre preliminarmente evidenziare che l'accordo di collaborazione stretto con l'Alitalia il 18 luglio 78 aveva sicuramente determinato in capo all'Itavia una serie di benefici non traducibili in valori contabili (promozione vendita delle rotte, inserimento voli nell'orario ufficiale e nel sistema elettronico Alitalia) il cui valore commerciale è stato di gran lunga superiore a quanto possa emergere dall'analisi dei bilanci.
Nonostante ciò l'indebitamento della società negli stessi anni subisce una brusca impennata, che risulta ancor più evidente se confrontato con il rilevato andamento tendenzialmente costante dei crediti correnti. Ciò fornisce allo stesso tempo testimonianza di una forte dipendenza della società dagli istituti di credito, nonché di una continua fiducia di questi ultimi verso una società fortemente indebitata ed in costante perdita di esercizio. Inoltre il confronto tra i valori relativi ai crediti correnti e quelli riferiti ai debiti dell'Itavia nei confronti delle banche e degli istituti di credito a medio e lungo termine rende particolarmente evidente la notevole esposizione finanziaria della società.
Nel periodo 1994-1996 alcune interviste rilasciate da alti ufficiali dell'Aeronautica Militare assieme ad articoli di cronaca nazionale richiamano l'attenzione sulle supposte convergenze d'interessi economici intorno alle ipotesi del missile e della bomba, da cui vengono fatte derivare altrettante ipotetiche attese risarcitorie di notevole rilievo economico.
Infatti in un articolo stampa pubblicato sul quotidiano Il Tempo titolato "Ustica, il partito della bomba", l'intervistato - il generale Catullo Nardi dell'Aeronautica Militare Italiana - così dichiara: "(...) Sotto la tragica vicenda di Ustica si nascondono interessi finanziari colossali". E alla domanda, "quali interessi economici gravitano intorno ad Ustica?", l'alto ufficiale riferisce: "Se fosse valida la tesi del missile il risarcimento sarebbe di un milione di dollari per ogni vittima, mentre in caso di bomba 100 milioni come avvenuto in altri casi di terrorismo. Ma il fatto più importante è che l'Itavia è una compagnia fallita, ma le azioni sono rimaste anche se non si sa in mano a chi siano finite. Abbiamo incaricato un investigatore di seguire questo filo di Arianna ma si è fermato ad un prestanome, una vecchietta di Crotone di 84 anni. Ebbene in caso di missile al detentore di queste azioni andrebbero 3.000 miliardi di lire (...)".
Una dichiarazione di un certo peso, tanto da indurre l'Autorità Giudiziaria a convocare il generale Cesare Fazzino - anch'esso dell'Aeronautica Militare - il quale, in sede di esame testimoniale del 26 aprile 94, conferma che l'Associazione Nazionale dell'Arma Aeronautica ha attivato un'indagine tesa all'individuazione dei proprietari delle azioni Itavia precisando inoltre che la stessa si fermò alla Banca Nazionale del Lavoro - sede Centrale di Roma - presso cui sarebbe stata accertata l'esistenza di un ufficio denominato "Ufficio Itavia" che probabilmente custodisce i titoli azionari dell'Itavia. L'ufficiale viene risentito il 17 ottobre dello stesso anno, ma non è in grado di fornire ulteriori notizie al riguardo.
In data 13 ottobre 95, in un articolo a firma del giornalista Andrea Purgatori pubblicato sul Corriere della Sera e titolato "Ustica, l'uomo di Bisaglia depistò le indagini" viene avanzata un'ipotesi sconcertante. In realtà, dietro la telefonata del 28 giugno 80, delle ore 14.10, fatta dai Nuclei Armati Rivoluzionari al centralino della redazione del Corriere della Sera concernente la notizia che attribuiva la strage di Ustica ad una bomba, vi sarebbe stato un giornalista, amico del Ministro Bisaglia. Circostanza, questa, che sarebbe stata accertata dal S.I.S.MI. E il motivo di tutto ciò?
Scrive il giornalista: "Secondo Cogliandro - (funzionario del S.I.S.MI; nde) - è semplice: Bisaglia ha interessi nella compagnia Itavia, esattamente come il suo collega Ministro delle Poste, Mario Bubbico (...)."
La cronaca in quel periodo ha pertanto sollevato incisivamente il problema della attuale configurazione dell'assetto azionario e delle effettive titolarità delle azioni.
Tale problematica, come si è visto nella precedente trattazione, è stata affrontata e chiarita nel corso dell'attività istruttoria e di polizia giudiziaria come verrà nel prosieguo ulteriormente indicato.
Come si è avuto modo di osservare, la stampa si è più volte riferita all'azionariato Itavia e ad ipotetici interessi. Gli accertamenti svolti nei confronti delle società fiduciarie - di cui s'è trattato e cioè la "Servizio Italia Società Fiduciaria e di Servizi per Azioni" con sede in Roma, la "Investimenti e Partecipazioni Differenziate s.s." e la "Gestioni Finanziarie e Azionarie" entrambe con sede in Torino e la "Compagnia Fiduciaria Nazionale" con sede in Milano - hanno permesso un quadro informativo sicuramente più definito di quanto riferito dalla cronaca.
Contrariamente a quanto affermato dalla stampa, presso la Servizio Italia (società del Gruppo BNL) non esiste alcun "ufficio Itavia" bensì risultano due posizioni fiduciarie così contraddistinte: "AA028 - Aerolinee Itavia Spa - D045/1: DEFAGO Ives" e "AA028 - Aerolinee Itavia Spa - D031/2: cav. Aldo DAVANZALI".
Pertanto presso la fiduciaria della Banca Nazionale del Lavoro, con particolare riferimento ai mandati fiduciari, ai titoli azionari ed ai certificati provvisori sono stati individuati i seguenti fiducianti:
-avv. Carlo Davanzali che con il mandato del 31 dicembre 73, trasferisce la titolarità delle azioni alla società fiduciaria che attualmente custodisce nr. 1.255.812 azioni (rappresentate da documenti azionari e da certificati provvisori) pari a lire 1.255.812.000 del capitale sociale Itavia;
-sig. Ives Defago che con il mandato del 23 giugno 80, trasferisce la titolarità delle azioni alla società fiduciaria che attualmente custodisce nr. 500.000 azioni pari a lire 500.000.000 del Capitale sociale Itavia.
Riguardo a questa ultima posizione vi è da specificare che il precedente fiduciante era costituito dalla "Spark Establishment" società con sede in Vaduz (Liechtenstein) di cui al mandato fiduciario del 28 giugno 74.
Secondo quanto si è informalmente appreso, come già s'è scritto dal rag. Filippo Neri (dipendente della società Itavia che ha rivestito l'incarico di Direttore Commerciale dal 1960 al 1981), detta quota azionaria dovrebbe in realtà appartenere ad un certo Mercuri, presumibilmente proprietario della casa editrice Lancio ed amico di Davanzali.
Davanzali confermerebbe, come già detto, detta circostanza nel corso del già citato interrogatorio: "A tal proposito ricordo un certo Mercuri o Mercurio che faceva parte del Consiglio di Amministrazione dell'Itavia e che presumo possa essere stato il fiduciante di queste 500.000 azioni".
Sempre sotto tale profilo, si rende necessario un breve cenno alle seguenti società fiduciarie: la "Gestione Finanziaria & Azionaria S.S." e la "Investimenti e Partecipazioni Differenziate S.S." entrambe con sede a Torino e costituite, come si è avuto modo di riscontrare, dal cav. Francesco Casarini attraverso una società svizzera di proprietà dello stesso Casarini (la "Elektro-Haushal Tungsgeraete Beteiligungs A.G." con sede in Zug - Svizzera).
In esito agli accertamenti documentali svolti sono emerse alcune situazioni, di cui in precedenza non si aveva conoscenza, che riguardano la contrazione dell'ammontare delle azioni possedute fiduciariamente dalle due società torinesi a nr.135.000 azioni per ognuna di esse (invece come si è visto l'ultima scritturazione del libro soci al 9.02.78 riporta nr.165.000 azioni per ogni società). Per completezza, si ripercorrono le fasi più salienti delle evidenze documentali emerse.
La costituzione delle due società risale al 22 ottobre 71 e cessano di esistere il 20.12.82. Nel frattempo, intervengono le seguenti operazioni finanziarie:
- in data 23.02.72, entrambe le società cedono nr. 30.000 azioni (per complessive 60.000 per lire 60 milioni) alle seguenti persone e per gli importi specificati: sig.ra Paola Seccaspina, nata a Codroipo (UD) il 22.05.1923 (e residente in Vicenza, alla Via Monte Asolone nr.25) per nominali lire 40 milioni; avv. Franco Strabbioli nato ad Ancona il 10.06.1923 (e residente in Roma, Via Edoardo Jenner nr.119) per nominali lire 10 milioni; prof. Fausto Nunziata, nato a Torino il 7.01.1923 (e residente in Roma, Via Salaria nr.334) per nominali lire 10 milioni.
I termini dell'operazione sopra individuata, sono precisati dallo stesso cav. Casarini: "Se non erra la mia memoria , per quanto concerne la vendita di parte delle quote azionarie intestate alle due finanziarie, intervenuta nel 1972 nei confronti di nr.3 persone fisiche, di cui esiste documentazione agli atti esibiti, posso ricordare che i tre privati erano: il prof. avv. Fausto Nunziata che mi era stato presentato - durante le mie permanenze a Roma per contatti e relazioni inerenti la mia attività imprenditoriale - quale funzionario del Ministero del Tesoro dal Senatore Onofrio Cengherle che era sottosegretario alla Difesa; la sig.ra Paola Seccaspina, se non erro moglie del Senatore Cengherle; l'avv. Franco Strabbioli da me conosciuto in occasione delle predette frequentazioni romane".
In esito ad informazioni assunte da atti dell'epoca e da un'ulteriore attività informativa espletata risulta che:
- Strabbioli Franco, identificato nell'omonimo sopra menzionato, nel 1972 era dipendente del Ministero del Tesoro con la qualifica di Dirigente per i servizi amministrativi e successivamente era stato distaccato nel 1977 e 1978 rispettivamente al Gabinetto del Ministro della Sanità ed alla Segreteria del Ministro dei Trasporti e nel 1980 presso il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni addetto alla segreteria del sottosegretario On.le Leccisi.
- Mentre il Senatore Onorio Cengarle (e non Cengherle), si identifica nell'omonimo nato l'8.05.1923 a Codroipo (UD). Eletto senatore nelle file della Democrazia Cristiana il 19.05.68. Ha cessato di far parte del Senato il 1° luglio del 1987. Proprio nel 1972 rivestiva la carica di sottosegretario al Ministero dei Trasporti e dell'Aviazione Civile (con il Governo Colombo dal 06.08.70 al 17.02.72 e con il Governo Andreotti dal 17.02.72 al 26.06.72; presso il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale durante il quinto Governo Rumor, dal 14 marzo al 23 novembre 74 ed infine presso il Ministero della Difesa durante il quarto e quinto Governo Moro, dal 23 novembre 74 al 29 luglio 76).
Inoltre il Senatore Cengarle aveva avuto incarichi parlamentari quale componente delle Commissioni 10^, 11^ e la Commissione parlamentare d'inchiesta per lo studio delle commesse, armi e mezzi ad uso militare e sugli approvvigionamenti.
Per quanto riguarda il prof. Fausto Nunziata che, secondo quanto dichiarato dal cav. Casarini, gli era stato presentato quale funzionario del Ministero del Tesoro, non sono emersi ulteriori elementi informativi.
In estrema sintesi, le notizie raccolte consentono un definito quadro informativo sulle motivazioni della cessione delle 60.000 azioni Itavia, che facevano parte del pacchetto gestito dalle due fiduciarie torinesi.
All'epoca del trasferimento delle azioni ciascuno dei cessionari sopra individuati aveva una sua collocazione specifica e a quanto sembra affatto casuale. Infatti nel 1972 il dott. Franco Strabioli e l'avv. Fausto Nunziata gestivano funzioni dirigenziali nell'ambito del Ministero del Tesoro cui era preposto quale sottosegretario l'on.le Antonio Bisaglia, che rivestiva tale incarico negli anni dal 1970 al 1973 con i Governi Andreotti, Rumor e secondo Andreotti; e per quanto riguarda il senatore Cengarle, la cui quota risulta intrattenuta dalla moglie Paola Seccaspina, proprio in quegli anni era sottosegretario ai Trasporti e Aviazione Civile.
In questo contesto non stupisce che fino ad oggi (infatti il libro soci è fermo al 9 febbraio 78) entrambe le società torinesi di Casarini risultino fiduciariamente intestatarie ciascuna dell'intera quota, cioè 165.000 azioni. Infatti non è sicuramente per un mero errore ma piuttosto per cautela e riservatezza che l'amministrazione Itavia, pur conoscendo dal 1972 le nuove titolarità relative a Strabioli, Nunziata e Seccaspina non abbia mai aggiornato le posizioni azionarie sul libro soci.
Per quanto concerne infine la quota intrattenuta dalla "Compagnia Fiduciaria Nazionale" come si è visto per conto del marchese Fantauzzi, è necessario fare una precisazione. Come si è avuto modo di accennare in precedenza, la società Sefim nel 1987 è stata ceduta dal marchese Fantauzzi al Gruppo Lefebvre, ma soltanto le azioni Itavia non sono state in effetti cedute a Lefebvre poiché nell'operazione di compravendita societaria Sefim/Lefebvre - secondo quanto riferito dall'amministratore pro-tempore dott. Lopane - le azioni Itavia non erano state volutamente inserite in alcuna pratica contabile ovvero inventariate.
La Spa Aerolinee Itavia svolgeva l'attività di trasporto aereo di linea, in concessione.
Preesistenti e rilevanti perdite di gestione, ammontanti, come da bilancio, ad oltre 46 miliardi di lire, determinavano, nel dicembre 1980, una irreversibile situazione di illiquidità in conseguenza della quale la società non era in grado di far fronte, con i normali mezzi di pagamento, agli impegni assunti verso dipendenti, fornitori e creditori in genere. Per tali motivi si vedeva perciò costretta a sospendere ogni attività e conseguentemente a disporre la messa in cassa integrazione guadagni di tutti i dipendenti.
A ciò si aggiungevano altri eventi quali la decadenza della concessione a svolgere servizi di trasporto aereo di linea di cui al D.M. nr.223 del 21.01.81 nonché il mancato rinnovo della licenza di esercitare qualsiasi attività di trasporto aereo.
Da ultimo, a seguito di istanze di fallimento da parte di vari fornitori, il Tribunale di Roma - Sezione Fallimentare, con sentenza 265/81 del 14.04.81, dichiarava lo stato di insolvenza nonché l'assoggettamento della società alla procedura straordinaria ai sensi dell'art.1 della Legge 3.04.79 n.95 (cd. Legge Prodi).
Successivamente, con D.M. 31.07.81, la Spa Aerolinee Itavia veniva posta in amministrazione straordinaria secondo le procedure della suddetta legge Prodi e contestualmente veniva nominato Commissario l'ing. Bruno Velani.
Dall'ottobre del 1987 ad oggi la gestione della società è stata svolta dall'avv. Antonio Cospito, subentrato all'ing. Velani in quanto deceduto. All'epoca della nomina del successore, già da tempo aveva avuto inizio la fase di liquidazione della società nel corso della quale il precedente commissario aveva provveduto alla vendita di tutti gli aeromobili i quali costituivano il cespite più importante della società.
In questi anni l'avv. Cospito ha svolto compiti molto delicati connessi al suo incarico. In particolare le continue pretese creditorie sono state nel tempo in parte soddisfatte tra cui l'alleggerimento della situazione debitoria verso i dipendenti Itavia.
Dopo essere stata posta in Amministrazione straordinaria, la società non ha compiuto alcuna attività di interesse ricollegabile all'oggetto sociale tenuto conto delle serie problematiche connesse ad un riavvio dell'esercizio del trasporto aereo.
L'avv. Cospito, sentito a sommarie informazioni testimoniali, ha specificato che, allo stato, costituisce ostacolo alla chiusura della procedura la mancata restituzione da parte dell'Amministrazione finanziaria dei crediti fiscali vantati dalla società Itavia.
La società "Assitalia - Le assicurazioni d'Italia Spa", con sede in Roma, Corso d'Italia nr. 33, è la compagnia assicurativa che garantiva l'Itavia, proprietaria dell'aeromobile precipitato al largo di Ustica, della perdita del velivolo, degli infortuni del personale navigante e dei passeggeri, con polizza nr.27870 con effetto dal 4 giugno 78 e scadenza 30 giugno 80.
L'Itavia era, in estrema sintesi, assicurata contro i seguenti rischi: danni all'aeromobile; infortuni dei passeggeri e responsabilità civile del vettore; responsabilità civile per danni a terzi sulla superficie; responsabilità civile generale verso terzi per danni connessi alla propria qualità di vettore aereo.
La società Assitalia ha istruito nr.82 fascicoli di sinistro, relativi alle posizioni di danno aperte a seguito del disastro aereo, così suddivisi:
- nr.1 riguardante l'aeromobile (effettuati pagamenti per lire 3.800 milioni);
- nr.4 riguardanti il personale di volo (effettuati pagamenti per lire 280 milioni);
- nr.77 riguardanti i passeggeri trasportati (effettuati pagamenti per lire 2.212 milioni).
In esito alle posizioni risarcitorie aperte, la società - alla data del maggio 94 - ne aveva definite nr.71 per un importo complessivo di lire 6.206.908.000, mentre nr.8 posizioni erano state liquidate solo parzialmente per un importo complessivo di lire 85.818.000. Per le residue nr.3 posizioni non risultavano effettuati pagamenti. V'è da rilevare che nel novembre del 1981 il Consaereo - Consorzio Italiano di Assicurazioni Aeronautiche autorizzava l'Assitalia alla liquidazione dei sinistri relativi ai passeggeri trasportati oltre il limite di lire 5.200.000 a persona e fino all'importo di 58.000 dollari USA.
Alla luce di quanto sopra, non è da escludere che gli aventi diritto abbiano conseguito pagamenti anche da altre Compagnie di Assicurazione o dalla stessa Assitalia, in relazione ad altre polizze che, in ipotesi, avrebbero potuto garantire l'evento morte dei soggetti periti nella sciagura aerea.
Riguardo alla situazione sopra evidenziata vale la pena di accennare ad una delle problematiche connesse al risarcimento, subito dopo il disastro. In particolare, nella riunione del Consorzio Italiano di Assicurazioni Aeronautiche tenutasi il 19 aprile del 1982, questo Comitato, pur in presenza di obbiettive difficoltà (dovute alla possibilità per l'Assicuratore di procedere alla liquidazione stragiudiziale degli altri sinistri ed ai diversi autorevoli pareri che sconsigliavano di effettuare la liquidazione delle somme da risarcire), decideva di dar comunque luogo alla definizione delle posizioni risarcitorie aperte in considerazione dei seguenti fattori:
- della sentenza emessa dal Tribunale di Roma il 14.11.75, passata in giudicato;
- degli effetti negativi da un punto di vista commerciale che provocherebbe l'interruzione di trattative che erano sul punto di essere definite.
Ad ogni modo già in precedenza, con lettera del 7 agosto del 1980 l'Assitalia - ramo aeronautico scriveva all'Ispettorato di Palermo formulando la seguente osservazione: "tale impostazione non può prescindere, però, dalle seguenti considerazioni:
- la colpa in effetti non è stata accertata;
- che quand'anche venisse accertata una qualsiasi responsabilità nelle cause dell'evento, tale responsabilità potrebbe non ricadere sull'Itavia o perlomeno non soltanto sull'Itavia;
- la liquidazione comunque viene da noi effettuata oggi e non fra 6 o 7 anni quando cioè sarà presumibilmente completato l'accertamento delle cause (...)".
La vicenda ha anche aperto altre problematiche: non ultima e meno importante quella connessa alla causa civile che la società Itavia, nella persona del proprio Presidente ed Amministratore Delegato, avv. Aldo Davanzali, ha proposto al Tribunale civile di Roma con atto di citazione del 31 marzo 1981 nei confronti del Ministero della Difesa, del Ministero dei Trasporti e del Ministero dell'Interno, nelle persone dei loro Ministri pro-tempore.
In sintesi l'atto di citazione, nel richiamare le conclusioni cui era pervenuta la Commissione di Inchiesta istituita dal Ministero del Trasporti tali da smentire qualsiasi responsabilità a carico della società Itavia (prima fra tutte venne smentita l'ipotesi, dapprima prevalente, del cedimento strutturale ed evidenziando di contro che a bordo si era verificato un evento istantaneo e catastrofico - "decompressione esplosiva"), privilegia l'ipotesi dell'abbattimento dell'aereo "ad opera di un missile o comunque di un ordigno bellico di incerta origine", in ciò interpretando a proprio sostegno l'analisi delle tracce rilevate dai radar. In conclusione, "all'Itavia - recita l'atto di citazione - non può ascriversi alcuna responsabilità, che va, di contro, ricercata altrove, nell'azione commissiva ed omissiva dello Stato Italiano, al quale spetta, attraverso gli organi amministrativi a ciò istituzionalmente preposti, il controllo, la vigilanza e, quindi, la sicurezza delle aerovie aperte al traffico commerciale, unitamente alla più generale azione di prevenzione degli atti terroristici (...)".
Sulla base di detti presupposti, si citano in giudizio i Ministeri sopra richiamati per accertare le responsabilità evidenziate al fine di ottenere "il risarcimento di tutti i danni subiti dalla Aerolinee Itavia nella misura di lire 30 miliardi e di quella diversa minore o maggiore, che risulterà dovuta in corso di causa", oltre alla svalutazione monetaria intervenuta dal momento della maturazione del diritto a quello della effettiva liquidazione della somma dovuta.
Di qui la ragione per cui la tesi del "missile" sarebbe sostenuta da coloro che potrebbero trarre benefici di carattere finanziario che, allo stato, non sono quantificabili. Tra questi, in primis, lo stesso avv. Aldo Davanzali - azionista di maggioranza dell'Itavia - che subito dopo la sciagura sostenne con forza la tesi del missile in ogni sede tanto da essere stato indiziato dall'AG, nel dicembre del 1980. L'episodio da cui scaturì la decisione della magistratura risiede nelle affermazioni contenute nella lettera del 16 di quello stesso mese indirizzata al Ministro dei Trasporti, on.le Rino Formica: Davanzali era fermamente convinto che la distruzione dell'aereo fosse opera di un missile di un aereo. Di seguito affermazione che andava a contravvenire al reato di cui all'art.656 del C.P. (diffusione di notizie esagerate e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico).
E se da un verso Davanzali continua, nel tempo, a tutelare gli interessi della società Itavia che, si ricordi, si è costituita parte civile nel processo penale in corso con atti di costituzione recanti le seguenti date: 29.06.84; 14.09.89; 17.01.92, da parte del restante azionariato sembrano appalesarsi alcuni timidi segnali di interesse.
Le ragioni di questo interessamento sembrano abbastanza comprensibili avuto riguardo alle aspettative che potrebbero maturare in capo ad ogni azionista in vista di una sentenza favorevole all'Itavia nella causa civile che, ad ogni modo, nel giudizio dovrà tenere conto degli esiti del processo penale.
Tale evenienza non appare neanche tanto remota se si considera che la società Itavia manterrà lo stato di amministrazione straordinaria fino a quando sarà pendente la causa civile contro le Amministrazioni dello Stato il "cui giudizio - secondo quando dichiarato in atti dal Commissario Straordinario, avv. Antonio Cospito - potrà proseguire soltanto dopo una perizia definitiva redatta nel quadro dell'inchiesta penale".
Di qui alcuni segnali di interesse da parte degli azionisti che avanzano richieste all'Ufficio dell'Amministratore Straordinario Itavia.
In particolare le azioni di proprietà della Byblos SpA (valore nominale £.91.200.000);
- il cui rappresentate legale è tuttora il Tudini Marcello sopra generalizzato,
- risultano essere state interamente cedute alla società:
- una prima volta, in data 13 giugno 92, a tal Ugo Marcello Tudini - con atto formalizzato alla presenza del notaio Giancarlo Pollera e trasmesso in data 17 febbraio 93 all'ufficio Itavia di via Tito Quinzio Penno;
- successivamente, in data 30 giugno 92, a tale Nunzia La Cavalla - come comunicato dalla stessa società all'avv. Cospito con lettera del 7 luglio 92.
Dagli archivi delle anagrafi tributaria e comunale è stato rilevato che:
- Ugo Marcello Tudini è figlio di Maria Alviani Tudini e probabile discendente in linea diretta di Marcello Tudini;
- Nunzia La Cavalla, deceduta il 30 settembre 94, era moglie di Marcello Tudini.
In definitiva, per quanto dalle carte esaminate salti agli occhi la contemporanea vendita delle azioni a due soggetti diversi, di fatto si evince che le stesse sono comunque restate nella disponibilità della famiglia Tudini.
Analoga attività è stata svolta dalla Servizio Italia SpA che, con fax in data 16 luglio 1993, richiedeva all'avv. Cospito l'annullamento di un certificato azionario provvisorio emesso in data 30 settembre 74 per conto di "non residente" (valore nominale di £.500.000.000) e la contestuale emissione di un corrispondente certificato definitivo.
Per quanto concerne infine la Compagnia Fiduciaria Nazionale che su mandato fiduciario della Sefim detiene nr.455.884 azioni della Società Itavia, sarà il dr. Lopane Garibaldi che, in una lettera datata 4 luglio 95 indirizzata al prof. Antonio Lefebvre, solleva apertamente la problematica riflettente l'effettiva titolarità delle predette azioni. Nello scritto il dr.Lopane rappresenta che, in occasione della cessione della Sefim, per dimenticanza, omise di comunicare alla Compagnia Fiduciaria Nazionale di vulturare le nr.455.884 azioni dell'Itavia al marchese Franco Fantauzzi, effettivo proprietario delle stesse, pregando il prof. Lefebvre di informare, in tal senso, la società fiduciaria autorizzandola al trasferimento delle azioni di che trattasi.
In conclusione a prescindere dall'attualità degli interessi riferibili agli azionisti della Società che, come s'è visto, è stata mantenuta per diciotto anni nello speciale regime di amministrazione straordinaria, sostanzialmente in attesa della conclusione dell'inchiesta penale, la fisionomia della compagnia aerea è stata definitivamente accertata. So è così individuato un profilo evolutivo fino al giugno dell'80, caratterizzato da una forte ed univoca volontà imprenditoriale, riconducibile all'avv. Davanzali, che dalla metà degli anni 60 ha fatto emergere la Società nel trasporto aereo civile italiano. La fiducia accordata all'imprenditore marchigiano da parte di un ristretto e ben connotato gruppo di capitani d'impresa e dalle banche - cui era noto l'impegno del gruppo Davanzali e di quegli imprenditori a lui collegati - ha reso possibili risultati in termini di contribuzione pubblica (largamente accordata in tutto il corso degli anni 70) e di operatività dei voli. Fino a pervenire ad un prezioso accordo di collaborazione con l'Alitalia nel luglio del 78, che presupponeva una valutazione di affidabilità dell'Itavia.
V'è poi da dire che, dissolti i primi inquietanti interrogativi sull'effettiva titolarità delle azioni - in piccole quote occulte attribuite a personaggi riconducibili all'ambiente politico e ministeriale degli anni 70 - s'è notata la tendenza, fisiologica per quell'epoca, ad un crescente frazionamento dell'azionariato, con società anche estere sempre più connotate in veste fiduciaria.
Una volta infine, escluso il cedimento strutturale, da cui sarebbero derivate per la Società obbligazioni di risarcimento, è difficile allo stato - nè alcuno lo ha mai dimostrato - quali siano le differenze di aspettative di credito, sempre per la Società, a seconda delle soluzioni che il caso potrebbe avere, in particolar modo sulle cause del disastro.
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