A conclusione si può affermare contro le voci avverse che con i metodi adottati si sia dipanata una tra le più intricate matasse investigative. Attenzione alla inversione delle colpe. Non è l'inquirente ad intricare la matassa; altri la imbroglia e tanto più il fatto è grave e le responsabilità pesanti tanto più la si aggroviglia e la si ingigantisce. Qui un capo lo si è trovato, e di certo esso con il tempo si rafforzerà, non si perderà. Qui opera lo stesso meccanismo di ribaltamento delle responsabilità che agisce al riguardo della durata dell'istruttoria; di essa non è responsabile, come pure da alcuni si vuole, l'inquirente, bensì tutti coloro che hanno messo un'infinità di bastoni tra le ruote dell'inchiesta. Ed essi, come s'è scritto, hanno tutti - più precisamente quelli che s'è scoperti - un nome, a chiare lettere indicato in questa motivazione, dagli imputati agli omertosi, ai soppressori di documenti, ai detentori delle cognizioni specialistiche che mai hanno partecipato agli altri soggetti processuali, a coloro che hanno deviato l'inchiesta verso tutti i vicoli ciechi possibili e l'hanno comunque allontanata dalla via maestra.
E così non solo l'intricamento di essa, ma anche le sue dimensioni. Ma il mastodonte non ha generato una creatura senza colonna - a questa similitudine alquanto barocca si ricorre in conseguenza dell'ultimo documento pervenuto agli atti, quello in titolo - anche se s'è fatto a gara, al riguardo di questa inchiesta, per indebolirne o deformarne la struttura. E quando comunque l'ha assunta, per spezzargliela. Ma s'è salvata e comunque la si è governata e un qualche risultato c'è stato. A parte i contesti s'è ricostruito anche lo scenario in cui l'evento avvenne e ristretto al massimo le cause di esso, che comunque hanno origine nello stesso scenario. Così come s'è ricostruito l'immediato antefatto, l'evento pur brevissimo nella successione di particolari di frazioni di secondo, le conseguenze.
Nè si può dire che altri sistemi od ordinamenti abbiano funzionato meglio del nostro in casi analoghi. Già s'è detto a proposito di abbattimenti di velivoli civili come non raramente si sia imboccata la pista libica, senza battere a sufficienza altre piste, come la siriana che pure era sembrata degna di essere percorsa. Non solo; come ci si sia limitati agli esecutori e agli organizzatori materiali e non si sia risaliti nella scala delle responsabilità sino a denunciare quelle al di fuori degli ordinamenti interni. O addirittura come nel caso del TWA 800, ove non risulta che si sia approfondita l'ipotesi dell'abbattimento a mezzo missile, per la quale pure esistevano indizi. Indizi dell'impiego di quegli Stinger forniti proprio dagli americani ai guerriglieri islamici nella guerra dell'Afghanistan, di cui s'è detto sopra come evento che dette il segno a quell'80; missili ancora nelle mani di Mujahadin, e dal Medio Oriente trasferiti di nuovo sul territorio degli Stati Uniti.
Quanto s'è fatto e s'è raggiunto è non per poca parte, si può affermare, l'effetto dell'indipendenza della giurisdizione - ed in particolare di quella figura, che si estingue con questi ultimi processi, del giudice istruttore - dall'esecutivo, dalle amministrazioni, dalle politiche giudiziarie.
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