Capitolo II

I decessi per i quali permangono indizi di
collegamento con il disastro del DC9 e la caduta del MiG.

1. La morte del maresciallo Dettori.

Restano due altri suicidi per impiccagione, quelli dei marescialli AM Dettori e Parisi.

Il maresciallo dell'AM Mario Alberto Dettori, come già s'è detto, fu trovato impiccato ad un albero il 31 marzo 87 sul greto del fiume Ombrone nei pressi di Grosseto. Il sottufficiale nell'80 era controllore di Difesa Aerea presso il 21° CRAM di Poggio Ballone. La sua vicenda è stata descritta nella parte dedicata a questo CRAM. Restano indizi che egli fosse in servizio la sera del disastro in sala operativa, che sia stato teste di quanto avvenuto e "visto" da quel radar, che si sia o sia stato determinato in lui una mania di persecuzione per i fatti in questione, specie nel periodo di missione in Francia. Se ha visto quello che mostravano gli schermi di quel CRAM, che aveva visione privilegiata su tanta parte della rotta del DC9 e di quanto intorno ad esso s'è consumato, se ne ha compreso la portata, al punto tale da confessare a chi gli era più vicino che quella sera s'era sfiorata la guerra, ben si può comprendere quanto grave fosse il peso che su di lui incombeva. E quindi che, in uno stato di depressione, si sia impiccato. O anche - dal momento che egli stava diffondendo le sue cognizioni, reali o immaginarie, e non fosse più possibile frenarlo - che sia stato impiccato.

Ma s'è detto delle indicazioni ed indizi. Sui singoli fatti come sulla loro concatenazione non si raggiunge però il grado della prova.

2. La morte del maresciallo Parisi.

Il maresciallo Franco Parisi fu trovato impiccato il 21 dicembre 95 ad un albero di un suo piccolo fondo alla periferia di Lecce. Nell'80 era controllore di Difesa Aerea presso la sala operativa del 32° CRAM di Otranto. In relazione all'incidente del DC9 Itavia la sera del 27 giugno 80 non risulta essere stato in servizio; era invece di turno la mattina del 18 luglio 80, quando sarebbe avvenuto l'incidente del MiG 23 libico. La sua vicenda è stata descritta nella parte dedicata al CRAM di Otranto. Per quest'ultimo incidente erano emerse al tempo del suo primo esame testimoniale, nel settembre 95, palesi contraddizioni nelle sue dichiarazioni, così come s'erano verificati incresciosi episodi con ogni probabilità di minacce nei suoi confronti. Citato a comparire una seconda volta, il 10 gennaio 96, Parisi muore qualche giorno dopo aver ricevuto la convocazione.

Come ben si vede analogie forti con il caso Dettori. Entrambi marescialli controllori di sala operativa in centro radar. Entrambi in servizio, il Dettori con alta probabilità il Parisi con certezza, dinnanzi ai PPI, con funzioni delicatissime, rispettivamente la sera e la notte del 27 giugno e il mattino del 18 luglio. Venuti a conoscenza di fatti diversi dalle ricostruzioni ufficiali, rivelano la loro conoscenza in ambiti strettissimi, ma non al punto tale da non essere percepita da ambienti che li stringono od osteggiano anche in maniera pesante. E così ne restano soffocati.

E quindi, anche se non si raggiunge la prove di atti omicidiari, resta che gli atti di costoro, se suicidî, furono determinati da stati psichici di profonde prostrazioni connesse con gli eventi.

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