Capitolo XVI

Ipotesi di messinscena.

1. L'abbattimento di un EC130 statunitense
in territorio sovietico nel 1958.

Di rilievo per la comprensione dell'affare del MiG è certo una vicenda riferita da uno dei consulenti di parte civile, il prof. Miggiano. Costui rammenta che il 2 settembre 58 un velivolo di spionaggio elettronico statunitense, un EC130 con equipaggio di 17 militari, era penetrato dalla Turchia nell'Armenia sovietica per alcune decine di miglia. Tre MiG sovietici allertati da un centro radar militare erano immediatamente decollati da una base nei pressi di Erevan per intercettare il velivolo statunitense. Questo aereo tentava una manovra di evasione per raggiungere di nuovo il confine e il territorio turco, ma i caccia sovietici, più veloci, raggiunsero l'obiettivo. Il leader della formazione ordinò di sparare, ma i due gregari si rifiutarono di aprire il fuoco contro il velivolo penetrato nello spazio sovietico. Le mitragliate del primo MiG furono comunque sufficienti ad abbattere l'EC130. Questo velivolo stava effettuando una missione per conto della National Security Agency, l'agenzia militare specializzata nello spionaggio e tecnologia avanzata. La missione consisteva con ogni probabilità nell'allertamento di quei radar del sistema di difesa sovietico che vengono posti in funzione solo nei momenti di crisi. I segnali radar sarebbero serviti per identificare posizione e potenza dei radar di emergenza.

Dieci giorni dopo l'abbattimento, cioè il 12 settembre, il Governo sovietico dava la notizia che un aereo americano era caduto nei pressi di Erevan e che sei passeggeri erano morti. L'abbattimento viene presentato come disastro. Ma non solo dai sovietici, bensì anche dagli americani. Infatti ad una decina di giorni di distanza, anche l'AM statunitense rende noti i dettagli di una sua inchiesta sull'incidente, che vengono pubblicati sul New York Times del 14 settembre. Anche in questo caso emergevano testimonianze di alcuni montanari di Kars, una città turca al confine con l'Armenia sovietica. Questi montanari avevano osservato un aereo intercettato in territorio turco da caccia sovietici, che lo avevano poi scortato verso Est. Questi testimoni avevano poi sentito una esplosione e visto una colonna di fumo alzarsi da dietro una catena di colline all'interno del territorio sovietico.

Le analogie tra la vicenda dell'EC130 in territorio sovietico e quella del MiG23 in territorio italiano sono impressionanti. Nè i montanari turchi nè i contadini calabresi hanno visto cadere un velivolo. Sia gli uni che gli altri hanno sentito, dietro una catena di colline e dietro una montagnola un'esplosione (o un boato). Sia gli uni che gli altri hanno visto in corrispondenza del luogo dell'esplosione una colonna di fumo.

La differenza è solo una, e non è da poco. Eisenhower, il Presidente degli USA allora in carica, decide, per pretendere dall'Unione Sovietica spiegazioni e notizie, di rendere pubbliche le registrazioni dell'abbattimento. Registrazioni effettuate da un centro di ascolto statunitense a Trebisonda in Turchia. Registrazioni ovviamente effettuate il 2 settembre e cioè ben dieci giorni prima della simulata caduta dell'EC130. La differenza è quindi questa che qui in Italia, nessuno Stato Maggiore, nessuna Amministrazione o Governo s'è mai deciso a dire la data esatta di caduta del MiG.

E di certo ben si può affermare che simulazioni di caduta di aerei sono facilmente eseguibili e ci si riusciva con buon esito anche oltre vent'anni prima dei fatti della Sila.

2. L'appunto S.I.S.DE del dicembre 88.

Nel senso di una messinscena per il ritrovamento "ufficiale" del MiG23 sta un appunto S.I.S.DE del dicembre 88, - di cui già s'è detto - nel quale si riferisce di tale Denes Roberto in possesso di notizie relative all'incidente del DC9. Questa fonte, citata anche dall'ufficio ma resasi irreperibile, aveva dichiarato che esistevano precise testimonianze su: a. la precipitosa "correzione" del certificato medico stilato al momento del ritrovamento del cadavere del pilota libico; b. il volo di un elicottero militare (di tipo a doppia pala, stesso modello in dotazione alle forze armate italiane, americane e NATO) che avrebbe sganciato un bidone contenente (presumibilmente) esplosivo, il giorno prima del ritrovamento "ufficiale" del MiG libico; c. la facilità di accesso in territorio italiano attraverso canali aeronautici non controllati.

Queste testimonianze potevano essere raccolte direttamente, ed avrebbero avuto valore giacchè: a. provavano un coinvolgimento di Servizi di sicurezza, italiani ed alleati, tanto nell'abbattimento del DC9 italiano quanto nell'abbattimento del MiG libico (il coinvolgimento sarebbe limitato alla copertura del fatto; l'inchiesta parlamentare non sarebbe riuscita a dimostrare praticamente nulla); b. sarebbe stato possibile sfruttare le informazioni per destabilizzare il Governo italiano; inficiare la credibilità dei singoli membri della Commissione parlamentare d'inchiesta; richiedere, infine, "prove alla mano" esorbitanti indennizzi. (v. nota S.I.S.DE. 88 D04.4942 (B.1/4-8), 06.12.88).

Ma nessuna attività ne è conseguita, nè v'è stata informazione all'AG.

Come si nota voci di messinscena, indipendentemente dal valore della nota S.I.S.DE., sono sempre circolate, a testimonianza dei sospetti e degli indizi di falso sulla versione ufficiale dei fatti di Castelsilano.

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