Capitolo X

Le attività del capitano Santoliquido.

1. La testimonianza dei coniugi Zanchetta.

Altra storia di rilievo nella vicenda del MiG è quella riferita dai coniugi Zanchetta. Emergono costoro in maniera del tutto casuale. Ufficiali di PG della Guardia di Finanza addetti all'istruzione del presente procedimento, nel corso di altro servizio presso l'Alitalia, incontrano tal Zanchetta Francesco, comandante pilota e responsabile del servizio addestramento della compagnia di bandiera. Costui riferisce d'iniziativa molteplici circostanze sulla caduta del velivolo militare libico, che complessivamente, comunque, retrodatano questo incidente di più giorni al punto tale da farlo quasi coincidere con il disastro del DC9.

Il rapporto della Guardia di Finanza è rigorosamente preciso sui punti di maggiore importanza per la ricostruzione del fatto. Queste in sintesi le dichiarazioni dello Zanchetta riportate in questo documento.

"a. Egli insieme alla moglie, aveva trascorso un periodo di vacanza sulla costa calabra in una località vicina a Lamezia Terme nel periodo compreso tra la fine di giugno e la prima decade di luglio dell'anno 80, unitamente ad un amico pilota ufficiale dei Carabinieri, all'epoca in servizio presso il locale Reparto elicotteristi dell'Arma con il grado di tenente o di capitano, tale Claudio Santoliquido che all'epoca delle dichiarazioni avrebbe prestato servizio in Bari o località prossima.

b. Il rapporto di ottima amicizia, che intercorreva nel periodo indicato tra esso Zanchetta e Santoliquido e permaneva anche al tempo delle dichiarazioni pur nella sporadicità dei contatti, risaliva alle frequentazioni di lavoro da parte del comandante Zanchetta all'aeroporto di Lamezia Terme ed ai contatti in quegli ambienti aeroportuali di volo.

c. Durante la vacanza citata, in una serata di poco successiva all'arrivo, mentre erano a cena sul mare e nel corso di una confidenziale e disinvolta conversazione sulle rispettive esperienze di lavoro, il Santoliquido gli aveva raccontato quanto segue:

-"di aver partecipato, alcuni giorni prima, ad un'operazione di spostamento di un aereo militare caduto in un vallone della Sila",

-"di essere riuscito con il proprio elicottero ad imbracare e spostare il relitto dell'aereo, dopo vari tentativi andati a vuoto da parte di altri mezzi aerei".

d. Lo Zanchetta non aveva più parlato di questo racconto con l'amico Santoliquido nè da Santoliquido aveva mai avuto alcun ulteriore riferimento.

e. Sempre esso Zanchetta negli anni passati aveva parlato di questo episodio ad alcuni conoscenti dell'Aeronautica Militare, di livello gerarchico non elevato, ma da parte di queste persone non aveva avuto cenno di interesse.

Inoltre lo Zanchetta riferiva i seguenti elementi di cui ha memoria meno definita e certa di quanto esposto sopra.

- il relitto dell'aereo militare era stato caricato e trasferito su automezzo NATO;

- il Santoliquido si era meravigliato del rinvenimento di un aereo militare con i serbatoi (supplementari) pieni di carburante.

A seguito delle dichiarazioni era seguita, nella medesima serata, una sintetica conversazione telefonica, su chiamata della PG in cui lo Zanchetta aveva aggiunto che egli e la moglie, il 28 o il 29 giugno 80, erano partiti in volo da Ciampino per Lamezia Terme, ove erano stati accolti da Santoliquido e da lì avevano proseguito in macchina con lo stesso Santoliquido; che avevano fatto rientro a Roma tra il 10 ed il 12 luglio 80; che egli aveva di persona riscontrato nei propri ruoli di stipendio del 1980 un periodo di turni liberi dal servizio, per ferie o riposo, dal 26 giugno al 15 luglio 80; che quindi il periodo effettivo di permanenza in Calabria era stato di 10-12 giorni."

Chiamato dinnanzi a questo Giudice il comandante sostanzialmente conferma le sue dichiarazioni, ma "sfuma", attenua cioè il ricordo, su alcuni passaggi che avrebbero potuto condurre ad esatta identificazione della fonte delle notizie sul MiG e alla datazione dell'evento.

Conferma in primo luogo che le vacanze egli con la sua famiglia le prendeva tra la fine di giugno e prima metà di luglio: che nell'80 andò, sempre con la sua famiglia, in Calabria; che documentazione alla mano - i ruoli dello stipendio - quell'estate fu libero dal servizio dal 27 giugno al 14 luglio; che la partenza avvenne uno o due giorni dopo l'inizio delle ferie ed il rientro due o tre giorni prima del termine, che scadeva il 15; che il 16 riprese a volare.

Conferma che essi fecero il viaggio Roma-Lamezia con un volo Itavia e che a bordo si parlò della caduta del DC9 di quella compagnia, caduta che era avvenuta uno o due giorni prima; che furono accompagnati dall'aeroporto al posto ove trascorsero la vacanza da uno dei suoi "conoscenti" in Calabria. Aveva premesso che in quella regione aveva "conoscenze nel campo aeronautico, nella Guardia di Finanza, nell'Arma dei Carabinieri, nella Polizia di Stato. A tal punto una prima modificazione rispetto alla versione data alla PG. Subito dopo altre due:

"nel periodo di vacanza iniziato in quel modo qualcuno potrebbe avermi parlato di un MiG caduto in Calabria in un vallone...". L'uso del condizionale attenua immediatamente la certezza. E proseguendo: "...ma non escludo che questo racconto potrebbe essermi stato fatto in un periodo successivo". Un racconto di tal genere in Calabria e in un periodo diverso da quella vacanza si porrebbe di certo a lunga distanza anche dalla caduta "ufficiale" di quel velivolo, e non ve ne sarebbe stata ragione, perché quell'evento già sarebbe stato reso noto da ogni mezzo di comunicazione. Di più: una narrazione del genere anche se avvenuta fuori di Calabria, - ma così non è stato, anche nelle nuove versioni - si sarebbe sempre collocata dopo il ritorno a Roma e con ogni probabilità dopo la ripresa del lavoro, quando cioè, come detto sopra, il fatto era di dominio pubblico.

Ma queste argomentazioni non appaiono più necessarie a partire dalle risposte successive. Alla prima, subito dopo un non "ricordo con precisione" sulla persona che ha fatto questi discorsi cioè su colui che ha parlato del MiG, "non ricordo con precisione" che costituisce un'ulteriore riduzione rispetto alla prima versione, quella data alla PG, si precisa che il discorso era avvenuto a brevissima distanza di tempo dalla caduta del DC9, e in Calabria. "Ricordo che dal momento che l'argomento del giorno era il DC9 Itavia caduto..." e poi di seguito "...qualcuno mi abbia detto che lì in Calabria, in un vallone, era caduto un MiG".

Quindi altre circostanze di massima importanza, che non possono non condurre alla identificazione della fonte delle notizie apprese dagli Zanchetta. Val la pena riportare integralmente le frasi verbalizzate. "La stessa persona che mi diceva questo, aggiungeva di aver partecipato personalmente alle operazioni di recupero, e per avvalorare il discorso specificava anche che per ragioni di sicurezza - e qui Zanchetta riferiva in prima persona le parole pronunciate dalla sua fonte - "dopo aver visionato il relitto, onde procedere ad operazioni più sicure di recupero, ho chiesto ed ottenuto lo sgancio dei serbatoi supplementari, che contenevano ancora carburante".

Quando avvenivano questi discorsi - ulteriori motivi per datarli con sicurezza - "Ricordo che ancora non vi erano vere e proprie ipotesi sui motivi dell'incidente del DC9 Itavia" e che perciò la conversazione aveva ad oggetto le probabili cause di quell'incidente. L'interlocutore dello Zanchetta affermò a tal proposito - ed anche qui il ricordo è così nitido che il predetto sentì il bisogno di riferire, con vivezza anche se non in buon italiano - integralmente le parole di quel suo interlocutore. "I motivi per cui cadono gli aeroplani sono talmente tanti e sono così tanti gli aerei che cadono, che qui per esempio è caduto un MiG."

E quel che colpisce il teste, più che la notizia in sè, sono le modalità del recupero. A tal punto si deve rammentare che il recupero ufficiale è avvenuto diverso tempo dopo la fine delle vacanze della famiglia Zanchetta, mentre il recupero di parti di interesse di certo è avvenuto nell'immediatezza della caduta, così come quello dei serbatoi supplementari, se in effetti è avvenuto, deve di certo collocarsi prima degli interventi ufficiali, giacchè ufficialmente nessuno li ha visti. Comunque la narrazione dell'interlocutore a tal punto colpisce il comandante Alitalia, che costui può affermare in tutta tranquillità che "il ricordo del racconto è preciso".

Zanchetta dà poi una collocazione spaziale alla conversazione. Essa "presumibilmente è avvenuta... in una località di mare prossima a Tropea...dove si trovava un albergo-campeggio costituito da bungalows e sistemazioni per roulottes e tende...".

La deposizione continua con questo andamento strano. Da una parte il tentativo di allontanare l'individuazione della sua fonte, dall'altra la concentrazione di fatto su ambiti sempre più ristretti. A precisa domanda su quali potessero essere state le persone in grado di riferirgli sull'evento, egli risponde che al massimo potrebbero essere state cinque o sei tecnici o piloti, appartenenti all'Aeronautica, ai Carabinieri, alla Finanza e alla Polizia. Ma restringendo immediatamente con un'ovvia limitazione su queste due ultime forze di Polizia ...in misura più limitata - sulle possibilità - alla GdF e alla PdS. E poi subito allargando: "Non escludo che oltre alle persone che conoscevo meglio anche altre, sempre dell'ambiente aeronautico, avrebbero potuto farmi una confidenza del genere per rendersi più importanti".

Prima di procedere oltre in questa, a dir poco, strana deposizione, alcuni passaggi meritano commenti e critica. Lo Zanchetta aveva reso alla PG precise e dettagliate dichiarazioni. Dinnanzi all'AG si preoccupa di tali eventuali indicazioni e compie ogni sforzo per annullarne la portata e comunque attenuarle. Ma la sua opera non sortisce effetto ed egli stesso, rendendosene conto o meno, tenta via via di aggiustare il tiro delle sue dichiarazioni, finendo per restringere al massimo nel tempo e nelle spazio quelle confidenze e, nel novero, l'ambito della fonte di esse. Esse si verificarono in Calabria, nel luogo delle vacanze dello Zanchetta e in quel periodo di tempo che va dagli ultimi giorni di quel giugno sino alla metà del successivo luglio. Valga per tutte la frase: "Son tanti gli aerei che cadono e qui per esempio è caduto un MiG!". L'ambito delle persone: è una persona che ha proceduto al recupero. Può essere stata dell'AM, dei CC: e in misura più limitata della GdF o della PdS. Ma nè AM, ne GdF e PdS procedettero a recuperi d'alcun genere. Quelli con elicottero furono compiuti solo dall'Arma e vi procedette un equipaggio comandato dall'allora tenente Santoliquido. Ma su questo più oltre. Ora si può ben dire che oltre l'Arma non si può assolutamente andare.

In effetti sull'individuazione è lo stesso Zanchetta a ritornare nella risposta alla successiva domanda di questo lungo e tormentato esame testimoniale. Seguiamo le sue parole: "Io ricordavo sino a ieri che la fonte di questa confidenza potesse essere il capitano Santoliquido, anzi devo precisare che nei giorni scorsi il Centro Addestramento Alitalia ha subìto un'ispezione da parte della GdF. Essendo io presente, il maresciallo Loi che procedeva al controllo degli atti, ha notato nella stanza della segreteria una fotografia che riproduceva le frecce tricolori. Ho notato che era interessato a tale fotografia e alla mia esclamazione "purtroppo qualcuno di loro non c'è più", egli ha detto "purtroppo lo so, soprattutto coloro che erano coinvolti nel fatto di Ustica". In un momento successivo, mentre ci trovavamo dentro il mio ufficio, ho iniziato a fare delle ipotesi sul detto evento. Ho detto che avevo una mia ipotesi personale secondo la quale l'aeromobile trasportava bombole da sub, che potevano essere trasportate cariche invece che scariche e che l'esplosione di queste bombole avrebbe potuto determinare la caduta del DC9 Itavia. Parlando dell'evento Ustica io ad un certo punto ho detto, visto che il sottufficiale mi aveva riferito che si era interessato all'inchiesta, che sarebbe stato interessante sviluppare le modalità di recupero del MiG caduto in Calabria. Il maresciallo mi ha chiesto chi mi avesse parlato del MiG, io ho riferito che dovrebbe essere successo durante una vacanza e quindi con la persona con la quale avevo trascorso la vacanza stessa, cioè l'allora tenente o capitano dei CC., Claudio Santoliquido."

È in sostanza il rapporto della GdF. Seguono poi altre precisazioni, alcune delle quali provenienti da un colloquio con la moglie e una in particolare concernente la vacanza passata a Vibo con il capitano Santoliquido, che secondo la donna sarebbe avvenuta nell'81 e non nell'80, ma su questo come sulle precisazioni i verbali di seguito assunti. (v. esame Zanchetta Francesco, GI 27.01.96).

Orsini Alberta, la moglie di Zanchetta, nonostante i colloqui con il marito, appare precisa nei ricordi. Rammenta in primo luogo che nell'anno del disastro di Ustica aveva trascorso le vacanze estive con la famiglia in una sorta di albergo con ristorante e bungalows nei pressi di Tropea. Rammenta che in quel torno di anni andavano sempre in vacanza tra la fine di giugno e la prima decade di luglio, giacchè il marito riprendeva il lavoro subito dopo e restava impegnato per l'intera estate. Rammenta che raggiunsero la Calabria con un volo Itavia - era la prima volta che volava con quella compagnia - con partenza da Ciampino ed arrivo a Lamezia, a solo qualche giorno di distanza dall'incidente di Ustica. Rammenta che raggiunsero l'albergo, dall'aeroporto, con un'autovettura mandata dall'amico che aveva organizzato quel loro soggiorno. Rammenta che questo amico - colui cioè che aveva organizzato la vacanza - era un ufficiale dei Carabinieri, all'epoca tenente o capitano di complemento, ora (al tempo del verbale) colonnello. Ed è per questo che nel rispondere in precedenza aveva detto che la vettura che li aveva trasportati era con probabilità dei Carabinieri, pur non sapendo specificare se l'autista fosse in divisa o in borghese. Rammenta poi una serie di altri particolari sul Santoliquido e sulla decisione di quelle vacanze, in cui prescindendo dalle apparenti incertezze e contorte dichiarazioni - determinate probabilmente dai discorsi con il marito nello sforzo dei ricordi - sostanzialmente conferma i punti essenziali della ricostruzione di quelle vacanze calabresi di quell'anno, indipendentemente dall'ordine in cui avvenne l'altra vacanza calabrese quella trascorsa con i Santoliquido. Rammenta poi in particolare che il Santoliquido, qualche volta con la famiglia, ma più spesso da solo - giacchè per ragioni di servizio raggiunge Pratica di Mare e Roma - è loro ospite nell'abitazione di Casal Palocco, e ciò sin dai primi anni 72, allorché frequentava la Scuola Elicotteri.

2. L'interrogatorio del capitano Santoliquido.

Il Santoliquido interrogato come indiziato - era già stato sentito sulle operazioni di recupero come teste nel novembre 93 e in quella sede aveva collocato le sue attività al riguardo a partire dal 18 luglio 80 - conferma questa data e quanto dichiarato come teste. Non sa però riferire da chi fu allertato; nè sa dire se fece missioni tra il 27 giugno e il 18 luglio così come non ricorda il periodo delle vacanze estive di quell'anno. Rammenta solo che in genere prendeva le ferie nel mese di luglio, mentre non si sovviene di alcun colloquio con il comandante della Legione Livi; così come delle finalità di una missione del 17 luglio Vibo-Crotone per aerocooperazione terrestre. Ricorda solo la missione del 20, perché si riferisce a recupero di materiale aereo e questa indicazione gli ricorda la vicenda del MiG libico, che riesce a narrare con dovizia di particolari. Ricorda - e questo è in contrasto con quanto sin qui emerso - che il relitto era integro ed appariva appoggiato. Ricorda di aver conosciuto in queste circostanze il generale Tascio. Ricorda anche il capitano Inzolia della Compagnia di Crotone, ma non lo ricorda in volo di ricognizione. Anche perché, spiega, l'impegno primario degli elicotteri in Calabria era finalizzato ai sequestri di persona e raramente oltre i confini della Calabria superiore. Sulle sue vacanze degli anni 79,80 e 81 non è di alcun aiuto così come sulle date della vacanza in cui incontrò la famiglia Zanchetta. Ricorda solo che in un'estate - questo capitò una sola volta - hanno entrambi frequentato lo stesso sito di mare, gli Zanchetta in bungalow ed esso Santoliquido in tenda. Ricorda che gli Zanchetta raggiunsero la Calabria in aereo, con volo Roma-Lamezia atterrando in questo aeroporto, ove egli andò a prenderli con la sua macchina, per portarli al villaggio turistico. A contestazione che in quell'anno, cioè nell'80, egli è stato in licenza tra il 26 giugno e il 13 di luglio, egli dichiara che se così risulta dal foglio matricolare, così deve essere stato. Contestategli poi le dichiarazioni della Orsini, egli ammette di ricordare che gli Zanchetta arrivarono con l'aeroplano e di averli accompagnati, non ricorda però se è andato a prenderli o se li ha fatti accompagnare. Così come non ricorda la telefonata con la quale egli ironizzava sul fatto che avessero preso un volo Itavia subito dopo l'incidente di Ustica. Ritornando poi alle modalità della permanenza della sua famiglia e di quella di Zanchetta in quel villaggio - essi in tenda, gli Zanchetta in bungalow - egli specifica che quella sua sistemazione, gli consentiva la frequentazione del villaggio anche durante il periodo di servizio, nel senso che la moglie e la figlia - piccolissima all'epoca - restavano lì al mare ed egli le raggiungeva la sera, ritornando il mattino successivo a Vibo per servizio.

Gli vengono poi contestate le dichiarazioni dello Zanchetta, in particolare in quelle parti ove costui afferma che la persona che gli aveva parlato del MiG caduto in un vallone della Calabria, era la stessa che aveva partecipato personalmente alle operazioni di recupero; che, per avvalorare i suoi discorsi, aveva aggiunto di aver chiesto, per rendere più sicure le operazioni di recupero, ed ottenuto, lo sgancio dei serbatoi supplementari che ancora contenevano carburante; che aveva asserito, intervenendo sui motivi dell'incidente del DC9, testualmente "i motivi per cui cadono gli aeroplani sono talmente tanti e sono così tanti gli aerei che cadono che qui per esempio è caduto un MiG". E su queste dichiarazioni egli dice che può aver parlato del MiG con cinquantamila persone, ma ad operazione effettuata, dopo cioè le date che risultano dai "libroni" di volo; e aggiunge di poterne aver parlato anche con Zanchetta, di questa operazione di recupero, ma solamente dopo e non prima di averla eseguita.

Quindi gli vengono contestati nuovamente i passaggi essenziali e cioè il discorso nel tragitto tra l'aeroporto e il villaggio, ovvero il 29 giugno; i discorsi a pochi giorni di distanza dall'inizio delle vacanze degli Zanchetta ovvero pochi giorni dopo il 29 giugno; i discorsi fatti comunque al villaggio, che per essere finita la permanenza degli Zanchetta il 13 luglio, entro quel periodo dovevano esser posti. Il Santoliquido risponde asserendo che nel ricordo dei testi con ogni probabilità è avvenuta una trasposizione temporale.

Contestategli specifiche dichiarazioni della Orsini, secondo cui ella aveva sentito "in giorni non immediatamente seguenti il disastro di Ustica, immediatezza sempre relativa, forse era nei mesi successivi..." da Santoliquido notizie come: "Santoliquido mi sembrava proprio lui in un atteggiamento quasi donchisciottesco, affermava che essi erano stati mandati a fare dei sopralluoghi, lo avevano visto prima, lo avevano individuato prima...Ne abbiamo parlato in occasione di cene o di incontri a casa mia, allorché egli veniva a Roma per ragioni di servizio...nei mesi dello stesso anno di Ustica... . Al di là delle ufficialità giravano queste dicerie, cioè che c'era una data ufficiale di caduta e una data di rinvenimento del MiG... . Questa tesi l'ho sentita poi in anni successivi anche in bocca a persone dell'ambiente aeronautico, si trattava di dipendenti Alitalia provenienti dall'Aeronautica Militare; queste persone dicevano che forse era vero che il MiG era caduto prima e che vi erano state operazioni di sopralluogo compiute solo dai Carabinieri. Contestategli queste dichiarazioni e ribadito che "prima" e "primi" non doveva essere inteso come egli proponeva nel senso che erano stati i primi e i migliori, ma soltanto in senso temporale, rispondeva di non aver potuto raccontare una cosa del genere, perché essa non era mai avvenuta e di non vedere per quale motivo avrebbe dovuto scoprire il MiG prima e non dirlo a nessuno, "fare da solo o con qualcuno una cosa del genere, che è così segreta e poi raccontarlo ad un amico a cena".

Queste le risposte alle contestazioni, che anche se ripetute, in particolare quelle provenienti dalla Zanchetta, non sortiscono risposte più convincenti. Il Santoliquido in effetti non riesce ad offrire alcuna argomentazione contro le dichiarazioni degli Zanchetta, precise, puntuali - nonostante qualche ripensamento o attenuazione nell'indicazione della fonte delle notizie e cioè dello stesso Santoliquido, che però proprio per tutta la serie delle altre indicazioni non può essere che lui - oltre la semplice negativa che si attesta sulle date ufficiali e ne fa discendere l'ovvia considerazione di non aver potuto fare cose prima che accadessero.

Smentisce poi Inzolia, lì ove questi sosteneva che nelle operazioni aeroterrestri rientrassero anche le ricerche di ricettatori di autovetture. Pur nella verbalizzazione in più parti non chiara, emerge che un elicottero s'alza in volo e, se sta già in volo può esservi indirizzato, per ricerche di veicoli di rilevante valore solo nell'immediatezza di rapine o di furti.

Descrive quindi le operazioni dell'imbracamento dei materiali prelevati dal vallone. Fece più viaggi; per depositare gli uomini sul punto ove trovavasi il relitto, per sollevare i pezzi e la braca, per riprendere gli uomini. La selezione del materiale fu compiuta da militari dell'Aeronautica, l'imbracamento da Carabinieri. Il peso del materiale imbracato era circa 300 chili. Esso fu caricato su un camion militare parcheggiato sul pianoro soprastante. Non ricorda, infine, assolutamente i "taniconi", di cui riferisce Zanchetta (v. interrogatorio Santoliquido Claudio, GI 05.07.96).

A conclusione non può non affermarsi che i discorsi dei coniugi Zanchetta appaiono attendibili. Tra di loro e il Santoliquido non v'è alcuna ragione di contrasto; anzi sembra che i loro rapporti siano tuttora di amicizia e di stima reciproca. La narrazione degli Zanchetta coincide con quella del Santoliquido, salvo che nella collocazione temporale, giacchè ovviamente quest'ultimo colloca i fatti dopo il 18 luglio. Mentre a dir il vero la collocazione dei discorsi, essendo avvenuti nel periodo di vacanze dei primi due, deve necessariamente porsi tra fine giugno e 12-13 luglio. L'indicazione di Zanchetta è precisa e cioè il discorso era avvenuto pochissimo tempo dopo la caduta del DC9 ed in Calabria. Non solo il contenuto del discorso era tale da dimostrare che all'epoca ancora nulla si sapeva della caduta del MiG23, come prova la battuta sulla caduta degli aerei, nella quale l'interlocutore di Zanchetta esclama "qui per esempio è caduto un MiG". Che sta a significare due cose: che di quel MiG ancora non era emerso alcunché, e che il discorso si stava svolgendo nei luoghi ov'era caduto quell'aereo, e cioè in Calabria. Zanchetta anzi precisa ulteriormente, specificando che quei discorsi avvenivano in quel campeggio ove alloggiavano la famiglia degli Zanchetta e la moglie e la figlia del Santoliquido, facendo costui il pendolare con la sua sede di servizio a Vibo.

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