Il 28 giugno 1980, a poche ore dal disastro di Ustica, il Ministro dei Trasporti, Rino Formica, nomina una Commissione d’inchiesta tecnico-formale per stabilire le cause della perdita del DC9 Itavia. Al vertice c’è Carlo Luzzatti, direttore dell’aeroporto di Alghero, nonché funzionario della direzione generale dell’Aviazione civile. Con lui lavoreranno nella commissione esperti e consulenti: per l’Aviazione civile ci sono l’ispettore principale Antonio Ruscio e il capo tecnico superiore Riccardo Peresempio, l’ingegnere Francesco Bosman del Registro aeronautico italiano, il maggiore Aldo Mosti dell’Aeronautica militare, il comandante Enzo Antonini (Itavia), il copilota Gaetano Manno (Itavia), il primo ufficiale Bernardo Sclerandi (Itavia), il medico legale professor Pietro Fucci e infine l’esperto sanitario Pietro De Luca. Il 16 marzo 1982 la Commissione concluderà i lavori escludendo che il disastro sia avvenuto a causa di un cedimento strutturale “per fatica” o di una collisione in volo con un altro velivolo e che, senza l’esame del relitto, non è possibile stabilire se si sia trattato di un missile o di una bomba collocata a bordo. Gli esperti ipotizzano, inoltre, la presenza di un oggetto non identificato che viaggia ad alta velocità in direzione trasversale al DC9.
> La relazione conclusiva della Commissione d’inchiesta tecnico-formale (pdf)