Carlo Giovanardi, nel corso della stessa conferenza stampa, ha annunciato che «il Governo impugnerà una sentenza inaccettabile che butta a mare 31 anni di processi e perizie». «È stato dimostrato – ha sottolineato Giovanardi – che non c’era alcun altro aereo in volo quella sera vicino al Dc9 precipitato». Giovanardi ha ricordato che i generali dell’Aeronautica indagati «sono stati assolti con formula piena» e che le precedenti sentenze hanno definito «fantapolitica» l’ipotesi della presenza di altri aerei in volo quella sera sui cieli di Ustica. «Abbiamo chiesto alla Nato tutta la documentazione – ha proseguito il sottosegretario – e sono stati identificati tutti gli aerei in volo in quelle ore e nessuno era vicino al Dc9. Lo stesso Cossiga, sotto giuramento, disse di aver saputo solo de relato dall’ammiraglio Martini e da Amato di un missile, ma Amato, contattato da me, ha negato questa circostanza». Questo magistrato palermitano, invece, ha osservato, «sostiene che non può essere stata una bomba. Ma il Governo ha fatto chiarezza in Parlamento su quanto accaduto e nessuno ha portato elementi solidi per contrastare quello che abbiamo detto. Qualcuno dice che la Nato invierà altra documentazione, ma noi abbiamo scritto alla Nato e ci ha risposto che non ha nulla da mandarci». Insomma, per Giovanardi, «dopo 31 anni di processi e perizie certosine che hanno sviscerato la vicenda ed una sentenza della Cassazione arriva un giudice monocratico e dice che, secondo lei, è andata in un altro modo. Questo è inaccettabile». La posizione del Governo è stata sostenuta anche dal sottosegretario ai Trasporti Aurelio Misiti, coordinatore del collegio di periti internazionali che nel 1994 indicò quella della bomba a bordo come la possibile causa del disastro. Tutte le altre ipostesi, ha assicurato, «dalla guerra aerea alla collisione in volo si sono dimostrate inattendibili». (Fonte Ansa)