L’avvocato Daniele Osnato, legale di un folto gruppo di familiari delle vittime della strage di Ustica, ha inviato nei giorni scorsi una lettera al Presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, Massimo D’Alema, nella quale lo esorta ad avviare un’azione di controllo “circa eventuali atti, documenti ed emergenze probatorie che siano in possesso del Dis e che, nonostante esplicita richiesta, siano stati omessi e non comunicati”. La missiva dell’avvocato Osnato prende spunto da quanto ha dichiarato il 18 giugno scorso, nel corso della trasmissione televisiva Brontolo in onda su Rai3, il presidente onorario presso la Corte di Cassazione, Ferdinando Imposimato. Secondo quanto riferisce il legale, il giudice Imposimato avrebbe, infatti, accennato che quando lui stesso era componente del Copaco (oggi Copasir) ebbe modo di visionare alcuni documenti rilevanti sul disastro dell’Itavia, e che in tali atti (testuale) “c’era stata la partecipazione di un aereo all’abbattimento dell’aereo di Ustica”. «Già in data precedente a questa mia – riferisce Osnato nella lettera inviata al presidente del Copasir -, e precisamente nell’agosto del 2006, il sottoscritto aveva richiesto al Presidente del Consiglio dei Ministri pro-tempore di essere notiziato di tutte le informazioni, di tutti i documenti, di tutti gli atti, delle attività, delle cose e dei luoghi già coperti da Segreto di Stato in relazione alla strage di Ustica. In data 30 maggio 2008 – prosegue il legale dei familiari delle vittime – il Direttore generale del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, Gen. Giuseppe Cucchi, sentito il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, rispondeva, poi, che non risultava che il vincolo del segreto di Stato fosse mai stato “apposto su atti o documenti inerenti il caso Ustica”».