“Sentivo qualcosa che mi diceva di tornare a casa, e così è stato, ho inventato una scusa, ho detto che stavo poco bene e non sono salita su quel volo. Quella bugia mi ha salvato la vita”. E’ scampata così al disastro di Ustica, che il 27 giugno 1980 costò la vita a 81 persone, tra cui 11 bambini, a bordo del Dc-9 dell’Itavia, una hostess di quella compagnia aerea che ha raccontato la sua storia a Top Secret, il programma-inchiesta a cura di Claudio Brachino in onda su Tgcom24 stasera, dalle 21.30 alle 22.30 [guarda il video]. L’intervista è stata rilasciata in esclusiva al giornalista Giampiero Marrazzo, direttore responsabile del quotidiano “Avanti!”. “Resta il ricordo dei colleghi che salivano sull’aeromobile. Loro salivano e io scendevo. Mi sento molto fortunata. Quando i miei amici sentono – afferma l’hostess – che mi lamento per vicissitudini della vita mi ricordano sempre quell’episodio”. “Il giorno prima, il 26 giugno – spiega – ero sul volo Bologna-Palermo. Mi aveva chiamato il primo ufficiale perché vedessi quello che stavamo sorvolando: guardai dal finestrino della cabina di pilotaggio e vidi una nave enorme, seppi poi, proprio dal pilota, che si trattava di una portaerei. Mi disse che poteva trattarsi di una portaerei americana, ma forse era solo una sua intuizione”. “Eravamo abbastanza bassi, ho ancora stampata negli occhi l’immagine di questa nave enorme circondata da altre piccole navi. – afferma – Mi ricordo anche il pavimento di questa portaerei, che era a strisce. Il pilota, quasi scherzando, mi disse: meno male che ci siamo noi, piloti veterani, altrimenti ci silurano. Lui scherzando disse questa frase, il giorno dopo è accaduto quello che tutti sappiamo. Ho pensato di far sentire la mia verità, perché per me è un peso importante”. Le parole della hostess confermano quelle di un altro testimone che, lo scorso 2 aprile, ha dichiarato di aver sorvolato i cieli di Ustica “al comando di un volo di linea Alitalia il giorno prima della strage” e di aver notato “pochi minuti dopo il decollo dall’aeroporto di Palermo, una flottiglia di navi, una che sembrava una portaerei e almeno altre tre-quattro imbarcazioni”. (Fonte Ansa).