Caro Andrea, con il «Muro di Gomma» hai detto agli Italiani: «C’era la guerra quella notte del 27 giugno 1980… quelli che sapevano hanno deciso che i cittadini, la gente, noi non dovevamo sapere», e hai chiesto perché? Quel perché l’abbiamo tenuto dentro; con te in questi anni abbiamo continuato a cercare, insieme, con le forze dell’Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica e della società e sempre con il tuo impegno di giornalista d’inchiesta.
Ma debbo dirtelo, anche oggi, senza la tua spinta, le tue intuizioni, la tua professionalità, non ci sarebbe stato il nostro cammino. Ma voglio testimoniare che sei stato indispensabile anche per le ricerche ufficiali, anche per la Magistratura: quante prove hai portato, quanti testimoni hai scovato, quanti elenchi di personalità, non solo italiane, hai fornito!
Oggi mi sento stravolta senza il tuo aiuto, ma sento che terrò caro il tuo impegno e terrò la volontà di cercare che mi hai trasmesso. Non possiamo fermarci: dobbiamo sapere tutto, dobbiamo sapere chi, all’interno dell’episodio di guerra aerea, ha colpito il DC9, chi ha sparato il colpo fatale. Dobbiamo saperla tutta la verità e oggi dobbiamo vigilare perché senza il tuo “occhio” non si cerchi di intorbidire le acque con depistaggi e riscritture.
Quella sera del 27 giugno ‘80 qualcuno, un amico militare di Ciampino, ti disse: «non lasciarti ingannare, il DC9 è stato abbattuto» , per te, per le innocenti vittime della Strage di Ustica continueremo a provare di non essere ingannati.
di Daria Bonfietti per il Manifesto – Presidente Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica