L’aveva chiesto il sindaco di Bologna Virginio Merola chiudendo il suo intervento in occasione del 38° Anniversario della Strage di Ustica: “e per favore non parlate in questi giorni di bomba”. Invece il depistaggio è partito, subdolamente, incuneandosi in spazi marginali e forse non osservati con la dovuta attenzione, in programmi radiofonici Rai senza contradditorio, in pagine interne di “prestigiose” testate nazionali o in edizioni provinciali con l’avvallo di Magistrati in pensione. Sempre basandosi su falsità, ma con un nuovo obiettivo, oltre sostenere la bomba, portare discredito sulle Sentenze della Magistratura civile che condannano i Ministeri di Trasporti e Difesa per i loro comportamenti legati alla Strage di Ustica.
Da anni si continua a sostenere la tesi bomba sulla base di una perizia che è stata in realtà bocciata a causa dei tanti errori riscontrati proprio dagli stessi Magistrati che l’avevano commissionata. Oggi si afferma che la Sentenza penale con la quale vengono assolti dal reato di alto tradimento i vertici dell’Aeronautica, asserisce che il DC9 è caduto per una bomba: ancora un falso.
La Sentenza infatti sottolinea che quello che è stato giudicato è, appunto, solo il reato di Alto tradimento, che nulla ha a che fare con la ricerca degli autori o delle cause della strage; i Generali sono stati rinviati a giudizio e processati per il reato di alto tradimento per non avere informato il Governo, nell’immediatezza dell’evento, della presenza di traffico americano in cielo, come risultava invece dalle telefonate della notte, della presenza di un tracciato radar con una indicazione di una manovra d’attacco al DC9 e poi dell’ipotesi di una esplosione che era stata paventata dai primi soccorritori.
Lasciatemi sottolineare che gli odierni paladini della bomba sono stati processati proprio per non aver dato indicazioni sulla possibilità di una bomba, ma per aver sostenuto la tesi del cedimento strutturale! Si sostiene il falso, ma bisogna denunciare con forza ad opinione pubblica e organi di informazione che siamo in presenza di una vera e propria operazione di depistaggio. Un’operazione di depistaggio perpetuata nel momento che è in corso una indagine della procura di Roma, alla quale si tende a togliere credibilità, e mentre sono in via di definizione processi civili sulle responsabilità dei Ministeri dei Trasporti e della Difesa.
Questo oggi è l’aspetto più preoccupante: affermando un inesistente contrasto di fondo tra Magistratura civile e Magistratura Penale si possono mettere in difficoltà davanti all’opinione pubblica collegi giudicanti. A me pare ancora importante fare queste precisazioni!
Daria Bonfietti – Presidente Associazione parenti vittime Strage di Ustica (tratto da articolo21.org)
Gentile signora Bonfietti, devo ribadire il contenuto di un mio vecchio post nella parte che qui interessa.
“… In quest’ultimo periodo qualcuno (non è chiaro per conto di chi) ha dato impulso alla nuova strategia di utilizzare i più ingenui tra gli stessi parenti delle vittime, i quali, ignari delle sporche finalità sottese, si lasciano coinvolgere in iniziative finalizzate a rendere quantomeno dubbie le certezze acquisite sull’esistenza della battaglia aerea. Lo scopo è evidente: screditare in qualche modo la giustizia civile che continua imperterrita nell’opera di demolizione dei discutibilissimi giudicati penali.”
La rimando al libro “USTICA – STORIA E CONTROSTORIA” di Eugenio Baresi con prefazione di Giuliana Cavazza.
In questi comportamenti di re-depistaggio ci sono tutti i requisiti per chiedere ai magistrati di indagare sulle motivazioni e sui mandanti per le evidenti bugie su fatti acclarati e documentati. Spero che indagini appropriate dovranno essere intrapprese d’ufficio per questo reato PENALE. Ormai i responsabili di questa VERGOGNA sono individuabili.
LE 5 FASI DEL DEPISTAGGIO PERFETTO
1)- Promuovere e imporre preventivamente nei media il soggetto cui, al momento giusto, affidare l’incarico di influenzare l’opinione pubblica e di sviare le indagini verso una falsa pista prestabilita. La scelta deve cadere su una persona non necessariamente di immagine gradevole, essendo invece indispensabile che il suo aspetto sia percepito dalla gente come perspicace, credibile, affidabile e spontaneo;
2)- fornire al prescelto istruzioni tempestive supportandolo in ogni occasione e affiancandogli appoggi di uomini di comprovata reputazione;
3)- fingere, ma solo larvatamente, la disapprovazione critica dei suoi convincimenti per non destare sospetti e per dissimulare l’esistenza dell’incarico affidato;
4)- incentivare il favore dell’opinione pubblica in modo che la sua persona sia ampiamente celebrata nei media come eroico investigatore, amante della verità e fustigatore della menzogna;
5)- fornire al predetto tempestive istruzioni su piste alternative, ove emergessero elementi imprevisti e contraddittori.
Crudo realismo di un Articolo, che non starebbe male sul tavolo di una qualche Commissione Parlamentare d’Inchiesta, questo di Daria BONFIETTI, che in pochi tratti fondamentali ha tracciato “la mappa del tesoro” di una STORIA, affatto quieta, che pare voglia essere gelosamente sepolta e destinata a cadere addosso allo zelo implacabile e concreto degli STORICI di un prossimo futuro.