Cercare di fare il possibile per interrogare Abdel Salam Jalloud (nella foto), l’ex primo ministro e numero due del regime libico che l’estate scorsa si sarebbe rifugiato in Italia e ora potrebbe fornire elementi importanti per chiarire la strage di Ustica del 27 giugno 1980. Lo chiedono alla Procura di Roma i familiari delle vittime, attraverso un’istanza che sarà presentata domani mattina dall’avvocato dell’associazione, Alessandro Gamberini. Jalloud, stando ad un articolo pubblicato sul Corriere della sera il 22 agosto 2011, a seguito della caduta del regime di Gheddafi avrebbe trovato rifugio in Italia. «Si può ritenere che Jalloud, per la posizione ricoperta all’epoca del regime – si legge nell’istanza dell’associazione – possa essere al corrente di dati molto utili alla ricostruzione dei fatti». I familiari, nell’istanza che domani sarà sul tavolo del procuratore aggiunto Maria Monteleone e del pm Erminio Amelio, sostengono di non sapere se effettivamente Jalloud al momento di trovi in Italia. Chiedono perciò ai magistrati di attivarsi, interessando i Servizi tramite la presidenza del Consiglio, affinché si appuri se l’ex primo ministro libico è in Italia e, nel caso, lo si rintracci per interrogarlo. Ma c’è anche un’altra richiesta che l’associazione dei familiari delle vittime guidata da Daria Bonfietti rivolge alla Procura romana: «Tentare, attraverso il ministero degli Affari esteri, di attivare una rogatoria per conoscere se l’attuale Governo provvisorio della Libia sia venuto a conoscenza di documenti e di fatti utili per conoscere la verità su quanto accaduto il 27 giugno 1980». Di motivi per pensare che la Libia sia in qualche modo coinvolta nella vicenda di Ustica, ricordano i familiari nell’istanza, ce ne sono tanti, e tanti sono gli elementi agli atti delle indagini che vanno in questa direzione. Gamberini ne ricorda una su tutti, sottolineandolo anche all’interno dell’istanza: il singolare necrologio (un’intera pagina) fatto pubblicare su un quotidiano siciliano dal Consolato libico di Palermo nei giorni successivi al 27 giugno 1980 per ricordarne le vittime. «Chiediamo che si provi a interrogare Jalloud – afferma Bonfietti – se è vero che in Italia, sarebbe molto importante sapere cosa ha da dire su Ustica, visto che era un capo di altissimo livello». Nell’istanza, l’interrogatorio di Jalloud è visto come uno dei «possibili accertamenti che potrebbe essere utile coltivare al fine di cercare di risalire alla verità sui responsabili della strage». (Fonte Dire)
Sono d’accordo e aggiungo: che fine ha fatto l’archivio dei servizi segreti libici scoperto nel corso della guerra e asseritamente custodito o, ameno, sorvegliato dall’organizzazione non governativa “Human Rights Watch”?